Due cortei della Cgil a Roma contro i “nuovi voucher”. Parola d’ordine: «Rispetto! per il lavoro, la democrazia, la Costituzione»

Foto Ansa di Massimo Percossi 

Si è svolta oggi a Roma la manifestazione nazionale promossa dalla Cgil contro i “nuovi voucher”. Questo lo slogan: “Rispetto! Per il lavoro, per la democrazia, per la Costituzione”. Perché la reintroduzione dei voucher è uno “schiaffo alla democrazia” che non può passare inosservato, sostiene il sindacato. In sostanza il governo ha abolito i voucher per evitare il referendum abrogativo chiesto dalla Cgil e subito dopo, ottenuta la sospensione della consultazione popolare, li ha reintrodotti  con una formula diversa, facendoli approvare dal parlamento con il voto di fiducia.

“Con i nuovi voucherha affermato la leader della Cgil, Susanna Camusso – si reintroduce l’ennesima forma di precarietà, raccontando che è un contratto, mentre, invece, è una pura transazione economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori. Il governo e la politica – ha rimarcato Camusso – hanno avuto paura del confronto pubblico su un tema così importante come quello della precarietà”. Contro i nuovi voucher, la leader della Cgil ha anche ribadito che il sindacato è pronto al ricorso alla Corte Costituzionale.

“Siamo qui – ha sottolineato a sua volta il deputato di Mdp ed ex segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani – perché condividiamo le ragioni della manifestazione della Cgil e la parola d’ordine ‘rispetto’: il governo poteva far fare il referendum o poteva cercare di evitarlo attraverso il dialogo con chi lo ha promosso, invece ha cercato una terza via, mai percorsa prima. Ha abrogato i voucher e poi introdotto una nuova forma: un trucco!”, ha aggiunto Epifani, “Ora bisogna tenere la schiena dritta”, ha avvertito.

“Sulla manovrina che ha introdotto i ‘nuovi voucher’ – afferma il coordinatore di Articolo 1-Mdp (Movimento democratici e progressisti) Roberto Speranza – non abbiamo votato la fiducia né alla Camera, né al Senato. Il governo ha sbagliato, c’é stato uno strappo molto grave. Se non c’é un’inversione di tendenza sul lavoro, noi non ci stiamo. Bisogna cambiare rotta sul lavoro. Le politiche di Renzi di questi anni hanno contraddetto i nostri valori di fondo. Noi siamo dell’idea di dare vita ad un centrosinistra alternativo con dentro tante anime e non una sinistra identitaria stretta. Milioni di cittadini chiedono un centrosinistra diverso”.

I cortei sono stati due: uno da piazza della Repubblica, l’altro da piazzale Ostiense, per poi confluire in piazza di Porta San Giovanni per l’intervento conclusivo, dal palco, del segretario generale Susanna Camusso. La Cgil ha voluto lanciare anche un appello “per il rispetto dell’articolo 75 della Costituzione” sul referendum popolare e, quindi, “per difendere la democrazia e il diritto dei cittadini a decidere, per contrastare la precarietà, per un lavoro dignitoso tutelato e con il pieno riconoscimento dei diritti”.

Il 28 maggio, ricorda la Cgil in un volantino, “si sarebbe dovuto svolgere il referendum abrogativo sui voucher, che poi sono stati cancellati per far annullare i referendum e impedire agli italiani di esprimersi”. Adesso, dopo che giovedì “il Senato, votando la fiducia, ha dato il via libera definitivo alla manovrina, i voucher sono stati reintrodotti. Questo schiaffo alla democrazia non può passare inosservato”. La Cgil ha anche indicato come “necessario” sollevare una questione di illegittimità presso la Cassazione e la Corte costituzionale.

Con l’ok alla manovra, in sostituzione dei vecchi voucher arrivano il ‘Libretto famiglia’ e il ‘contratto di prestazione occasionale‘ riservato alle microimprese fino a 5 dipendenti. Il tetto dei compensi viene fissato a 5.000 euro l’anno per lavoratore e per datore di lavoro, con un ulteriore limite di 2.500 euro l’anno per le prestazioni rese ad un singolo datore di lavoro.

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