L’Arabia Saudita ha dato vita all’alleanza militare islamica. La missione – si afferma – è combattere il terrorismo. Lo ha annunciato la Tv saudita secondo quanto riferisce Russia Today. Della coalizione fanno parte 34 paesi tra cui gli Stati del Golfo, un certo numero di paesi africani, Turchia, Egitto, Malaysia e Pakistan. Il comando centrale congiunto delle operazioni, ha aggiunto la televisione, sarà a Riad. Proprio oggi il presidente Barack Obama aveva chiesto un impegno maggiore da parte dei paesi arabi nella lotta contro l’Isis, anche se la nuova alleanza, come ha precisato il ministro della difesa saudita, citato dall’agenzia Reuters, non combatterà solo contro lo stato islamico, ma “contro qualunque gruppo terroristico ci troveremo di fronte”.
L’Arabia Saudita e altri stati del Golfo (Emirati e Qatar) partecipano alla coalizione a guida Usa che combatte contro lo Stato Islamico, ma negli ultimi tempi il loro impegno era stato piuttosto limitato.
In riferimento a questa notizia la dottoressa Eleonora Ardemagni, analista di relazioni internazionali del Medio Oriente, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha rilevato che “i vari Paesi di questa coalizione islamica si devono mettere d’accordo su chi sono i terroristi. Le potenze sciite – ovvero la Siria, l’Iran e l’Iraq- sono escluse da questa coalizione. E neppure l’Oman, che è sempre stato mediatore tra Arabia Saudita e Iran, appare nella lista dei Paesi di questa coalizione. Dato che non sono ben definiti il mandato e gli obiettivi, questa appare una coalizione principalmente anti-sciita. Qualsiasi decisione va valutata in maniera molto cauta perché bisogna vedere il modus operandi e i reali obiettivi di questa coalizione”.
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