Si è impiccato lo stalker che ha assassinato la dottoressa davanti all’ospedale di Teramo

Si è impiccato l’uomo che ieri ha assassinato a coltellate la dottoressa Ester Pasqualoni nel parcheggio antistante l’ospedale di Sant’Omero (Teramo). Il suo nome Enrico Di Luca, 66 anni, ex investigatore privato, che da tempo perseguitava la donna. Il suo corpo è stato trovato in un appartamento di Martinsicuro, sulla riviera adriatica, in provincia di Teramo.

Sul posto i carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica e i colleghi del Reparto operativo di Teramo che davanti casa avevano ritrovato la Peugeot 106 bianca con cui De Luca è fuggito ieri dall’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero, subito dopo aver massacrato a coltellate la dottoressa.

Ester Pasqualoni aveva 53 anni, madre di due figli. Era la responsabile del day hospital oncologico dell’ ospedale. E’ stata accoltellata alla gola con ferocia dall’uomo che la perseguitava da tempo e che lei aveva denunciato almeno un paio di volte, inascoltata.

“Abbiamo idea di chi possa essere l’omicida e lo stiamo cercando”: così ha riferito un investigatore all’ANSA. Alla domanda se possa trattarsi di uno stalker, la stessa fonte ha risposto: “Si tratta molto probabilmente di una persona che dava fastidio alla vittima”.

Secondo le prime informazioni, Ester Pasqualoni aveva finito il turno di lavoro e stava andando a prendere la macchina nel parcheggio. Qualcuno avrebbe visto un’auto allontanarsi. Dai pochi elementi che stanno emergendo si sarebbe sentita anche una richiesta di aiuto.

Sul posto è giunto il sostituto procuratore della Procura di Teramo, Davide Rosati. I Carabinieri del reparto operativo di Teramo coordinati dal comandante Roberto Petroli, sono impegnati nei rilievi e nella ricerca di un’auto che alcuni testimoni avrebbero visto allontanarsi.

Il dolore e il rammarico di un’amica – “Aveva presentato due denunce contro il suo stalker, ma erano state entrambe archiviate”. Lo riferisce all’ANSA Caterina Longo, amica di Ester. L’uomo, dice Longo, la perseguitava “da diversi anni”, la “osservava e seguiva, sempre e dappertutto. Si era intrufolato nella sua vita non sappiamo neanche come, con artifici e raggiri. Non era un suo ex, non avevano niente a che fare, era solo ossessionato da lei”. Poi Caterina Longo scriverà su Facebook: “Quante volte sedute a ragionare di quell’uomo… quel maledetto che ti perseguitava… e non sono riuscita a risolverti questa cosa…..e me lo porterò dentro tutta la vita…..ti voglio bene….. DONNA E AMICA SPECIALE…… Ti voglio bene…..”.

La testimonianza del medico del pronto soccorso  – “È morta tra le mie braccia. Una cosa assurda pensare che era Ester”. Parla Piergiorgio Casaccia, il medico del pronto soccorso di Sant’Omero, intervenuto per primo sul luogo del delitto. “Ero in servizio, mi hanno avvisato e sono corso. Ho trovato questa persona a terra riversa in una pozza di sangue. Quando sono arrivato non aveva più polso. Ho cercato di capire se potevo fare qualcosa. Ma era chiaro che non c’era più nulla da fare”, racconta Casaccia ai cronisti. “È passato un altro collega. Abbiamo coperto il cadavere. Non l’avevo riconosciuta. Poi quando sono arrivati i Carabinieri, hanno visto i documenti e hanno chiesto se lavorava all’ospedale, a quel punto ho capito che era Ester. Intorno c’erano evidenti segni di colluttazione, c’erano due borse in terra, il cellulare. Una cosa assurda. Poi c’è stata solo disperazione e pianto. Perché, chi, chi può volere del male a Ester?. Una persona stupenda, che ha aiutato tutti i pazienti, anche di notte. C’è sempre stata per tutti. Tra le mie mani ha emesso gli ultimi respiri. Una cosa assurda pensare che era Ester”.

 

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