Domenica le primarie per scegliere il candidato del centrosinistra a sindaco di Roma. Seggi, regole elettorali e candidati

MORASSUT Roberto - PD Nato a ROMA, il 16 novembre 1963 Eletto nella circoscrizione XV (LAZIO 1) Lista di elezione PARTITO DEMOCRATICO Proclamato il 5 marzo 2013 Già deputato nelle legislature: XVI Iscritto al gruppo parlamentare COMBO - Roma: 6 candidati a primarie PRIMA FILA DA SX: Roberto Morassut, Gianfranco Mascia, Stefano Pedica. SECONDA FILA DA SX: Domenico Rossi, Roberto Giachetti, Chiara Ferraro
I 6 candidati. Da sinistra, in prima fila: Morassut, Mascia, Pedica; in seconda fila: Rossi, Giachetti, Chiara Ferraro) .

A Roma domenica 6 marzo si svolgono le primarie del centrosinistra, ma in realtà del Pd. Possono votare tutti i residenti nel comune di Roma iscritti nelle liste elettorali che abbiano compiuto 16 anni e che siano disposti a sottoscrivere una dichiarazione di consenso alle linee programmatiche del centrosinistra. Possono  votare anche i cittadini stranieri regolarmente residenti nel comune di Roma. In tal caso bisognerà prima iscriversi, entro le ore 11 di sabato 5 marzo, presso le sedi indicate nella sezione “pre-registrazione” sul sito www.primarieroma2016.it .

Si vota domenica dalle 8 alle 22 presso il seggio collegato alla propria residenza. È necessario esibire un documento d’identità valido e la tessera elettorale, oltre a sottoscrivere la Carta dei valori del centrosinistra. Bisogna inoltre versare un contributo minimo di 2 euro.

Contestualmente alle Primarie per la scelta del candidato del centrosinistra a Sindaco di Roma si svolgeranno le primarie per i presidenti di Municipio.

I sei candidati alle primarie del centrosinistra-Pd si sono presentati nei giorni scorsi allo spazio ‘Palatium’. In platea, tra gli altri,  anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Hanno partecipato: Chiara Ferraro, la giovane autistica ammessa alla competizione nonostante un numero di firme insufficiente, per portare avanti i temi della disabilità e “cambiare il welfare”, come ha spiegato il padre; Domenico Rossi, generale e sottosegretario alla Difesa in corsa per Centro Democratico che rivendica di esser stato al Family Day; Stefano Pedica, ex senatore Idv poi passato nelle file dem che a sorpresa apre al M5S; Gianfranco Mascia, il “candidato fuori controllo”, già leader del Popolo Viola e ora portavoce dei Verdi; e poi i due che possono giocarsi la partita: Roberto Morassut, deputato Pd ed ex assessore all’Urbanistica con Veltroni sindaco, che punta al Campidoglio “rivendicando per Roma poteri speciali”, e Roberto Giachetti, il renziano vicepresidente della Camera con alle spalle una militanza radicale che richiama valori come rigore e onestà per risollevare la Capitale.

Il tetto di spesa per ciascuno è fissato in 30mila euro da rendicontare, con il dettaglio delle somme impegnate individualmente e i contributi ricevuti da terzi. Inoltre, secondo il vademecum con le norme da rispettare, si dovrà rendere pubblico il certificato del casellario giudiziale ed eventuali conflitti di interesse, elencando le associazioni, i movimenti, i partiti, i circoli anche riservati di cui il cndidato ha fatto parte o ai quali è ancora legato, nonché le cariche o le semplici partecipazioni avute o ancora esistenti in società, enti o fondazioni, anche istituzionali.

Il timore di una scarsa affluenza ai gazebo del 6 marzo, di questi tempi, impensierisce non poco i Dem, anche perché potrebbe dare ossigeno ai suoi competitor, a partire da quelli che erano i compagni di strada di un tempo, come Stefano Fassina, che ha annunciato la sua candidatura per Sinistra italiana. L’idea, che continua a circolare in alcuni ambienti politici, è di una ‘cordata’ a sinistra che vada oltre il Pd di Matteo Renzi mettendo insieme una serie di figure: da Stefano Fassina a Ignazio Marino, da Beppe Civati a Walter Tocci. E magari con Massimo Bray (ex ministro ai Beni culturali nel governo Letta), per la candidatura alla guida di una lista civica, una figura unificante.

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