Del pensiero del “Capitano” nessuno potrà dire «non sapevo»

di SERGIO SIMEONE* – Il governo giallo-verde è in difficoltà su tutta una serie di temi. Eppure Matteo Salvini, che di questo governo è parte integrante, anzi secondo alcuni dominante, non sembra soffrire un apprezzabile calo di consensi. Quale la ragione? Chi dà  la sua fiducia al viceministro pensa: il “capitano” è bravo e determinato, ma deve subire la zavorra dei 5 stelle. Se potesse liberarsi  del peso del movimento grillino e fosse non solo ministro dell’Interno, ma addirittura premier, chissà cosa farebbe!

Già,  chissà cosa farebbe. Come se le idee di Salvini in materia di governo fossero un mistero. Eppure mai uomo politico fu più loquace del leader leghista. Per cui, prendendo in esame provvedimenti adottati, proposte di legge e dichiarazioni rilasciate ad ogni piè sospinto è di una facilità irrisoria ricostruire il suo pensiero in materia di governo del Paese. Ci proviamo a farlo in maniera schematica.

Politica estera: ostilità verso i Paesi tradizionalmente alleati e retti da democrazie liberali. Alleanza con i Paesi retti da democrazie illiberali, i quali ringraziano e ricambiano rifiutandosi di accogliere anche un solo migrante arrivato in Italia e dichiarando che non bisogna avere alcuna tolleranza verso chi non rispetta i vincoli europei in materia di bilancio, come l’Italia (segnatamente deficit e debito pubblico). No ad una Europa  federale, sì ad una Europa coacervo di nazioni in competizione tra di loro, quella che ha portato a due guerre mondiali.

Migranti: scoraggiare il salvataggio dei migranti che fanno naufragio nonostante i duri moniti dell’ONU per violazione dei diritti umani. Impedire l’integrazione di quelli che si trovano in Italia e che non si possono rimpatriare non solo a causa dei costi proibitivi, ma anche per la incapacità di costruire rapporti di collaborazione con i Paesi africani di provenienza. Con il risultato di creare migliaia di clandestini , manodopera a basso costo per lo spaccio della droga e, in futuro, per l’ISIS.

Sicurezza: Delegare ai cittadini la difesa da ladri e rapinatori in base al principio che la difesa  è sempre legittima. Fare grandi proclami contro mafia, camorra e ‘ndrangheta, salvo permettere che queste organizzazioni criminali si infiltrino negli appalti per i lavori pubblici attraverso la “deregulation” dei subappalti.

Politica finanziaria: irridere pubblicamente i vincoli europei in materia di deficit e debito pubblico annunciando clamorosi sforamenti. Tanto  si sa che poi il ministro Tria si recherà a Bruxelles  a spiegare che Salvini è un buontempone a cui piacciono le boutade e concordare con la commissione un (poco) onorevole rientro nei ranghi, come già successo con la legge finanziaria varata l’anno scorso. Il risultato della sceneggiata sarà “ solo” una impennata dello spread e l’aumento dell’IVA

Politica fiscale: mettere in soffitta il principio di progressività delle imposte dettato dalla Costituzione e varare la flat tax, in modo che i ricchi diventino sempre più ricchi.

Rapporto Stato – Regioni: fare approvare dal Parlamento il progetto di autonomia differenziata, così come concordato tra il ministro Erika Stefani e le Regioni Veneto e Lombardia. Sarebbe così realizzato di fatto il vecchio sogno di secessione della Padania e lo sprofondamento dei livelli dell’ assistenza sanitaria e del servizio scolastico al Sud.

Scuola:Prima riforma fondamentale: Tutti gli alunni devono mettere il grembiule. Ordine e disciplina innanzitutto! Impostare poi correttamente l’insegnamento della storia, affinché  gli insegnanti possano spiegare agli studenti che la Resistenza non è stata il fondamento della Costituzione, ma un derby tra fascisti e comunisti. Una volta ricevuto il giusto input,  i Provveditori agli studi saranno in grado autonomamente di bloccare il formarsi  dello spirito critico nelle teste degli studenti, somministrando adeguate sanzioni agli insegnanti che si dovessero mostrare troppo timidi nell’uso della censura.

Diritti civili: Si rimanda al convegno mondiale sulla famiglia svoltosi a Verona, al quale Matteo Salvini ha partecipato entusiasticamente e nel quale sono state profuse a piene mani misoginia ed omofobia.

Queste linee guida del pensiero salviniano sono note a tutti. Perciò si potrà anche votare alle prossime elezioni per il Capitano. Non si potrà invece dire: “Ah, ma io non sapevo”.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Flosofia, è stato anche sindacalista della Cgil Scuola

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