DECRETO DIGNITA’/ In aula alla Camera lunedì. Salvini: «Ho incontrato solo imprenditori che lo apprezzano»

Via libera delle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera al Decreto dignità elaborato da governo su proposta del ministro dello Sviluppo Economico e vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio. L’approdo in Aula è previsto per lunedì prossimo con il voto definitivo il 2 agosto.

 La stretta sui contratti a tempo determinato già in corso scatterà a novembre. Ci sarà infatti un periodo transitorio in cui si potranno    applicare le vecchie regole ai contratti in essere, per dare più tempo alle imprese di adeguarsi. I voucher invece saranno estesi al  settore turismo ma solo ad aziende alberghiere e strutture ricettive che hanno al massimo 8 dipendenti.

Soddisfatto Luigi Di Maio, in quale afferma che “la versione che sarà discussa dall’Assemblea è, grazie al lavoro dei parlamentari, addirittura migliore di quella approvata dal Consiglio dei ministri. Un decreto Dignità 2.0”. E in un post su Facebook ringrazia “tutti per il lavoro svolto”, sottolineando che “adesso ci aspetta una settimana intensa di lavoro alla Camera e poi al Senato. I diritti dei cittadini tornano al primo posto”.

Per i sindacati ci sono luci e ombre. La segretaria della Cgil, Susanna Camusso afferma che “la parola dignità è molto importante, bisognerebbe usarla con la giusta misura.  Quindi permettetemi di chiamarlo decreto Di Maio, che forse permette di ricondurlo alla sua immediata natura, e comnunque non è una rivoluzione”.

Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, dice: “Vanno bene i provvedimenti a contrasto delle delocalizzazioni, da un lato, e della ludopatia dall’altro. Avremmo, invece, preferito un po’ più di determinazione nella pur positiva stretta sui contratti a termine e, soprattutto, non avremmo voluto che si riallargassero le maglie per i voucher, in particolare nei settori dell’agricoltura e del turismo”,  sottolineando, a proposito dei voucher, che “la Uil sosterrà le iniziative delle due categorie interessate per un miglioramento del provvedimento in Aula”.

Il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, dà un giudizio articolato sul decreto, condividendo il principio di fondo che vede nell’abnorme precarietà un ostacolo al lavoro dignitoso e allo sviluppo”. Poi aggiunge: “Nel merito ravvisiamo luci e ombre” con misure che il sindacato condivide e altre no”, come dice all’ANSA. “A non convincerci  – spiega Sbarra – è la partita sulle causali nel lavoro a tempo determinato: regole e deroghe devono essere stabilite dalla contrattazione collettiva, soprattutto aziendale, e non irrigidite da una legge incapace di rispondere con flessibilità ed efficacia ai bisogni delle singole realtà produttive. Malissimo e vergognosi i nuovi voucher, la cui estensione ai comparti agricoli, del turismo e degli enti locali rischia di mortificare qualità del lavoro e diritti in ambiti già coperti da contrattazione ultra-flessibile”. Inoltre, “reputiamo sbagliata e poco coraggiosa la scelta di spostare in Stabilità il tema degli incentivi per il lavoro indeterminato: era qui, nel dl dignità, che andava garantita la svolta, con investimenti seri che diminuissero il costo del lavoro ed incentivassero fortemente le assunzioni, specie al Sud, con contratti a tempo indeterminato. Perciò complessivamente – prosegue Sbarra – è un provvedimento che si ferma ‘in mezzo al guado'”.

Del Decreto dignità si è occupato anche l’altro vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, che ne ha parlato dopo aver partecipato a una festa del suo partito a Fontevivo (Parma). Salvini ha affermato: “Io ho incontrato solo imprenditori  contenti. Sarà fortuna o sfortuna, non  lo so. Poi tutto si può migliorare. Già da come è partito il decreto è stato parecchio cambiato nei lavori parlamentari. Sono pienamente soddisfatto delle  tutele che sono previste sia per gli imprenditori che per i lavoratori”.

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