La violenza dell’Isis sembra non aver risparmiato neppure il 30enne croato tenuto in ostaggio in Egitto dal 22 luglio. Un’immagine sul web mostrerebbe la sua decapitazione, “per la sua partecipazione del paese alla guerra contro lo Stato islamico”. Una tragica fine che il governo croato non è stato in grado di confermare del tutto, anche se l’ultimatum dei jihadisti è scaduto già da diversi giorni. L’immagine, diffusa sui social media dai supporter dell’Isis, a quanto si apprende ritrae un corpo decapitato che giace nel deserto e sullo sfondo c’è la bandiera dello Stato Islamico, di cui è alleato il gruppo terroristico egiziano “Stato del Sinai”.
La didascalia afferma che l’ostaggio, Tomislav Salopek, è stato ucciso “dopo la scadenza dell’ultimatum e dopo che il suo paese e il governo egiziano lo hanno abbandonato”. A corredo, ci sono anche due inserti di giornali egiziani in cui la Croazia dichiara il proprio sostegno all’Egitto nella lotta al terrorismo e il sostegno ai curdi, che combattono contro l’Isis in Siria e Iraq. La settimana scorsa, un video diffuso in perfetto stile della propaganda Isis fissava l’ultimatum sulla sorte di Salopek al 7 agosto, data entro la quale le autorità egiziane avrebbero dovuto rilasciare le donne musulmane detenute nelle loro carceri. Il ministero degli Esteri egiziano non ha fatto commenti sulla foto, mentre il premier croato Zoran Milanovic ha spiegato che non è ancora possibile confermare “al 100%” la morte di Salopek e che ci vorranno dei giorni, ammettendo però che quanto ha visto è “orribile”.
Salopek, 30enne geometra e padre di due figli, lavorava per la “Compagnie Générale de Géophysique” (Cgg), una società basata in Francia che fornisce servizi a gruppi petroliferi. Era stato rapito il 22 luglio scorso da un gruppo di uomini armati lungo un’autostrada ad ovest del Cairo. L’Egitto ha vissuto un’escalation della violenza dopo la deposizione del presidente islamista Mohammed Morsi, nel luglio 2013 e la successiva presa del potere da parte del generale al-Sisi. Gli estremisti islamici hanno portato a termine diversi attacchi sia nella Penisola del Sinai che nel resto del Paese, colpendo soprattutto le forze di sicurezza ma prendendo di mira anche gli interessi stranieri, come il Consolato italiano, che è stato colpito con un’autobomba lo scorso mese. Il giovane croato, se la sua morte fosse confermata, diventerebbe però il primo cittadino straniero ucciso in Egitto dai miliziani sodali dell’Isis: un pericoloso salto di qualità nella strategia jihadista, che delle decapitazioni di stranieri ha fatto già il proprio vessillo in Siria ed in Libia.
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