di FABIO CAMILLACCI/ Dai 2 gradi di Torino ai 25 dell’Arabia Saudita, il prodotto non cambia: vince sempre la Juventus di Cristiano Ronaldo. Cristiano d’Arabia a Gedda e i bianconeri, sognando il “Triplete” (scudetto, Coppa Italia e soprattutto Champions), mettono in bacheca il primo trofeo stagionale: la Supercoppa italiana. Sorvoliamo sulla scelta di far disputare questa sfida a gennaio e oltrettutto in terra araba, con conseguente fischio d’inizio scomodo per un giorno feriale: le 18.30 ora italica. Contro il Milan, alla Vecchia Signora, sempre più pragmatica e cinica, basta un lampo: minuto 16 della ripresa, Pjanic alza la testa in zona trequarti, CR7 si lancia in area e Ricardo Rodriguez tarda per fare quel passo avanti che avrebbe fatto annullare il gol del portoghese per fuorigioco. Quello di Ronaldo è il sigillo che decide la partita. Alla fine, conta solo questo in una giornata infinita, iniziata con il caso-Higuain, in campo solo nei 20 minuti finali, e sostanzialmente finita con l’espulsione di Kessie al minuto 74 per un brutto fallo su Emre Can. Espulsione che l’arbitro Banti decreta dopo essere stato richiamato dal Var Guida e aver rivisto le immagini. Troppo difficile a quel punto per i rossoneri rimontare una rete in dieci contro la squadra più forte d’Italia. E così dopo scudetti e Coppe Italia, la Juve diventa anche la squadra ad aver vinto più Supercoppe: 8. Il Milan resta a sette. Sempre in tema di trofei vinti, Cristiano Ronaldo si regala la prima gioia in maglia bianconera e in carriera sale a quota 28: mostruoso. Il Milan recrimina per la scelta di Banti di non andare a rivedere al monitor un discusso episodio finale. Per la verità non lo aveva fatto nemmeno per un fallo di mano di Bakayoko in area rossonera. Episodi arbitrali a parte, il “Diavolo” smoccola per la traversa colpita da Cutrone nella ripresa sullo 0-0, dopo un primo tempo con più occasioni all’attivo di Madama. Come si dice a Roma, alla Juventus “je va sempre l’acqua pe’ l’orto”.
Il contorno arabo. Per giorni è stato l’argomento di discussione in tema di diritti civili e un po’ ha sorpreso. Primo punto, le donne saudite. Lo stadio, come da annunci della Lega, è stato diviso in settori misti (il terzo anello, la zona centrale del primo e del secondo) e solo maschili (il resto dello stadio). All’esterno, nei corridoi e sui seggiolini si sono viste tante donne con l’abaya nera, qualcuna in abiti occidentali, molte di loro sorridenti. Un bel clima, anche se non tanto rumoroso. L’applausometro è esploso soprattutto per Cristiano Ronaldo: lo stadio ha tifato per lui alla presentazione delle squadre e al gol, quando i 63mila presenti hanno urlano “siuuu” come se fossero nati a Madeira, in Portogallo. Mentre al primo posto nella conta dei “buu” si è piazzato Higuain. Per il “Pipita” decisamente non era giornata. Anzi, non è settimana, non è stagione, forse non è più Italia. Il passaggio al Chelsea è sempre più vicino; già da questa sessione invernale di mercato.
La giornata surreale di Higuain: febbre, mercato e nervosismo finale. L’attaccante argentino è passato dall’assenza totale causa influenza ad appena 20 minuti di gioco (è entrato al 26′ del secondo tempo) ai nervi tesi al triplice fischio. Insomma, quella vissuta da Gonzalo Higuain a Gedda è stata una giornata che il “Pipita” e i tifosi rossoneri non dimenticheranno facilmente. In negativo. La Supercoppa di Gedda poteva e doveva essere la partita del riscatto per il grande ex. Contro quel passato a tinte bianconere che già lo aveva fatto deragliare nella gara di campionato del Meazza. Ma invece di dimenticare l’errore dal dischetto di San Siro e il conseguente cartellino rosso, l’argentino ha vissuto l’ennesimo (e forse ultimo) psicodramma della sua deludente esperienza con la maglia del Milan. Dopo i rumors dei giorni scorsi, l’assenza di Higuain dalla foto di gruppo, scattata dalla delegazione rossonera con il principe saudita Abdulaziz bin Turki Al-Faisal, aveva acceso il campanello d’allarme. Ma le sirene sono letteralmente impazzite quando ha cominciato a filtrare la notizia di una lieve forma influenzale che avrebbe messo in dubbio la presenza in campo dell’attaccante.
In serata la notizia diventa ufficiale: Higuain va al Chelsea. Come previsto, il “Pipita” torna alla corte di Sarri che seppe valorizzarlo al massimo ai tempi del Napoli. L’argentino lascia i rossoneri dopo appena 6 mesi Milano e se ne va in Premier League. La notizia è dell’ultim’ora. Juventus e il Chelsea si sono venute incontro ed hanno definito l’accordo che regalerà ai “Blues” Higuain per i prossimi sei mesi in prestito. I bianconeri però volevano che il Chelsea si prendesse un impegno più lungo: accontentati, e infatti l’ex Napoli potrà restare anche nella stagione 2019-2020 col club di Londra. Dipenderà però da gol, presenze e altri parametri da rispettare perché il contratto venga prolungato. Il Milan, da parte sua, è soddisfatto per aver risparmiato nove milioni di euro lordi, ovvero lo stipendio della seconda parte della stagione, che ora sarà a carico dei londinesi. Il Milan, sempre più in crisi economico-finanziaria nonostante l’ottimismo della stampa meneghina, piange l’addio del bomber con cui sperava di colmare il gap con le big del campionato e saluta l’arrivo dell’uomo nuovo del calcio europeo, il vicecapocannoniere del campionato italiano con 13 reti, solo una meno di Ronaldo: Krzysztof Piątek. L’accordo col Genoa però deve ancora essere definito.
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