COVID/ Da lunedì 1° febbraio tutte le regioni in “area gialla”, meno Sicilia, Sardegna, Puglia, Umbria e Alto Adige, che restano in “arancione”. Ma c’è chi ricorre al solito Tar. I dati aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità

“Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della “cabina di regia”, ha firmato in serata nuove ordinanze – che andranno in vigore a partire da lunedì 1 febbraio – in base alle quali tutte le regioni passano in “area gialla” (con attenuazione delle misure restrittive anti-covid) ad eccezione di  Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Alto Adige (cioè Provincia Autonoma di Bolzano) che restano in area arancione. Per tutte resta il divieto di spostamento tra le regioni, come previsto dall’ultimo Dpcm.

Nauralmente c’è chi contesta – come accade puntualmente – e infatti la Regione Sardegna presenterà ricorso al Tar. Il presidente Christian Solinas proclama: “Difendiamo i legittimi interessi e i diritti della Sardegna contro un provvedimento immotivato, che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo la Sardegna con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo di continuare il proprio lavoro”.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, replica: “L’indice di trasmissione del contagio è sceso a 0,84. È un risultato incoraggiante, frutto dei comportamenti corretti delle persone e delle misure di Natale che hanno funzionato. Numerose regioni torneranno in zona gialla. Questa è una buona notizia, ma è fondamentale mantenere la massima attenzione. La sfida al virus è ancora molto complessa”.

Per la mortalità c’è una decrescita abbastanza lenta. La situazione delle terapie intensive sta però migliorando. La fascia di età preminente per i ricoveri è quella sopra i 70 anni”,  ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa per l’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia organizzata dal ministero della Salute.
“L’Italia rimane sostanzialmente costante nella sua curva e si colloca a livelli più bassi rispetto agli altri paesi europei”. “Il rischio è moderato-basso in quasi tutte le regioni. C’è un miglioramento in termini di impatto sui servizi, ma è contenuto perché le curve decrescono ma molto lentamente, e questo dopo le misure di mitigazione. Dunque l’epidemia resta in una fase delicata e non ci dobbiamo rilassare troppo, ma mantenere una grande attenzione”, ha spiegato Brusaferro.
“La situazione è migliorata. Incidenza e Rt in lieve calo ci dicono che la tendenza in questo momento è positiva. Ma l’incidenza è tuttavia ancora elevata e resta alto il numero dei morti. Quindi le misure prese hanno funzionato anche se si fatica ad abbattere molto l’incidenza di nuovi casi, in un quadro in cui il virus in Ue circola molto e ci sono varie varianti”, ha detto a sua volta  l‘epidemiologo Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero della Salute.

La bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità-ministero della Salute sottolinea che nel periodo 06 gennaio – 19 gennaio 2021 l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,75- 0,98), “in diminuzione e con il limite superiore del range sotto l’uno“. E’ quanto evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale della cabina di regia, con dati relativi alla settimana 18/1/2021-24/1/2021 (aggiornati al 27/1/2021).  Questa settimana si continua a osservare un “miglioramento del livello generale del rischio, con un aumento significativo di Regioni a rischio basso”.

Complessivamente, una sola Regione ha una classificazione di rischio alto (contro quattro la settimana precedente), 10 con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto) e 10 con rischio basso. 

Scende il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o di aree mediche sopra la soglia critica (sono 8 contro le 12 la settimana precedente). L’occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la soglia critica (28%). Ma sono “forti le variazioni regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”: lo si legge nella bozza di monitoraggio del Ministero della Salute-Iss.
Una Regione, il Molise, ha un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute.

L’Umbria è l’unica Regione che registra una classificazione complessiva di rischio “alta”, per tre o più settimane consecutive. Lo evidenzia la tabella relativa agli indicatori per la valutazione del rischio allegata al monitoraggio settimanale della cabina di regia. L’indice Rt della Regione, invece, è pari a 0.96 (0.9-1.02).

NELLE ULTIME 24 ORE in Italia sono 13.574 i test positivi al coronavirus, secondo i dati del ministero della Salute
. Le vittime sono 477. Giovedì i positivi erano stati 14.372 e i morti 492.

Sono 268.750 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Giovedì erano stati 275.179. Il tasso di positività è del 5,05% (era del 5,2%).  I ricoveri in terapia intensiva per il Covid-19 sono in calo di 18 unità nel saldo tra entrate e uscite rispetto a giovedì, secondo i dati del ministero della Salute. Gli ingressi giornalieri sono 148. In totale in rianimazione ci sono 2.270 persone. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 20.397 pazienti, in calo di 381 unità rispetto a giovedì.

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