CORONAVIRUS/ Un uomo e una donna ultra settantenni (ricoverati per altre patologie) morti in ospedale a Padova. 26 le persone risultate finora contagiate tra Veneto e Lombardia. Le ulteriori misure straordinarie decise dal governo

Un uomo di 78 anni, Adriano Trevisan, di 78 anni, è deceduto all’ospedale di Schiavonia (Padova) per il coronavirus: è la prima vittima del contagio manifestatosi, finora, su 26 persone in Italia. Alcune ore più tardi è giunta la notizia di un altro decesso: quello di una donna residente a Casalpusterlengo, ultrasettantenne, già debilitata da una polmonite, in attesa dei risultati degli esami a cui era stata sottoposta.

Adriano Trevisan – ex titolare di una impresa edile, padre di Vanessa, che è stata sindaco di Vo’ Euganeo – era ricoverato da dieci giorni,  ma per precedenti patologie, insieme con un altro uomo uomo di 67 anni, positivo al virus. Nessuno dei due è mai stato in Cina e non hanno avuto contatti con persone rientrate dal paese asiatico.

Il presidente della Regione Veneto, Zaia, ha detto: «Non c’è stato neppure il tempo per poterlo trasferire».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – al termine di una riunione straordinaria presso la Protezione Civile alla quale ha partecipato anche il ministro della Salute, Speranza – ha dichiarato: «Abbiamo preso tutte le misure e siamo disponibili a valutarne ulteriori, se necessarie. Al momento abbiamo messo in quarantena tutte le persone che sono venute in contatto con i casi certificati positivi».

Il ministro Speranza a sua volta ha aggiunto: «Siamo convinti che il servizio sanitario nazionale sia all’altezza di questa sfida. Abbiamo fatto un lavoro di screening molto accurato, per selezionare uno ad uno i contatti stretti di queste persone con i tamponi e pensiamo che questa sia la modalità più efficace per contenere l’avanzamento del virus».

Gli italiani al momento positivi al virus sono dunque ora 16 in Lombardia e uno in Veneto. Sono però centinaia le persone che hanno avuto contatti diretti con loro e sono in attesa di conoscere i risultati dei test.  Più di 50mila cittadini in provincia di Lodi sono, di fatto, in quarantena a casa loro per motivi prudenziali.

Il ‘caso indice’ del Lodigiano sarebbe un 38enne di Codogno che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali, ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo è tornato e questa volta è stato ricoverato fino a giovedì sera, quando i test hanno dato il responso: positivo al coronavirus. Immediato è scattato l’isolamento al Sacco di Milano. Ma era già tardi. Nei giorni precedenti il 38enne ha infatti condotto la vita di tutti i giorni, incontrando decine di persone: è andato al lavoro, nel reparto amministrazione dell’Unilever di Casalpusterlengo, ha partecipato a due corse – una mezza maratona a Santa Margherita Ligure il 2 febbraio e una il 9 con la sua squadra a Sant’Angelo Lodigiano – ha giocato a calcetto, è stato ad almeno tre cene e incontri di lavoro. Come ha preso il virus? Al momento l’ipotesi prevalente è che possa esser stato contagiato durante una cena con un suo amico. Quest’ultimo, un italiano che lavora per la ‘Mae’ di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, è rientrato dalla Cina il 21 gennaio. Agli inizi di febbraio, tra l’1 e l’8, ha accusato dei sintomi influenzali e proprio in quei giorni ha incontrato il 38enne. L’uomo è però risultato negativo ai test, il che può significare solo due cose: o non è lui il portatore o ha avuto il virus, è guarito e ha sviluppato degli anticorpi. Lo diranno i risultati degli esami del sangue in corso all’ospedale Spallanzani di Roma.

Quello che però è già certo è che dal 38enne il virus si è diffuso in almeno altre 15 persone: la moglie, un’insegnante che è in maternità e solo per questo non ha avuto contatti con gli studenti, un suo amico con cui corre abitualmente, 5 tra medici e sanitari e 3 pazienti dell’ospedale di Codogno, 3 anziani tra i 70 e gli 80 anni clienti di un bar gestito dal padre dell’amico corridore ed una quattordicesima persona di cui non si sa niente, se non che non è il medico di base che aveva visitato il 38enne. Il quindicesimo positivo in Lombardia è un paziente ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Cremona.

«Nostro figlio è gravissimo – confermano i genitori del 38enne – è in autoquarantena a casa, è intubato, è una cosa penosa, siamo distrutti».

Il lavoro che si sta facendo ora è ricostruire tutti i contatti avuti da queste persone. Che sono centinaia se non migliaia. Per esempio: solo il 38enne ha avuto rapporti con 120 colleghi dell’Unilever, 70 tra medici e personale sanitario e 80 persone che fanno parte della sua più stretta cerchia, a partire dai 40 della sua squadra di corsa. Ecco perché la Regione, d’intesa con il Governo, non ha potuto far altro che far scattare una serie di “misure restrittive” in 10 comuni, un’area dove abitano 50mila persone. Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano sono in isolamento.

A Piacenza, infine – dove la prefettura ha deciso lo stop alle partite di basket, di calcio e degli altri eventi sportivi previsti nel fine settimana – è risultata negativa una collega del dipendente Unilever, sintomatica, che era stata ricoverata ieri.

«Il piano adottato prevede scelte forti» spiega il ministro della Salute Roberto Speranza elencandole: una permanenza domiciliare ‘obbligatoria’ e la sospensione di ogni manifestazione pubblica, di attività commerciali, lavorative, sportive e scolastiche. «Dobbiamo trattenere il virus dentro quell’area» dice ancora Speranza, che poi conferma le misure già adottate: obbligo di quarantena “fiduciaria” per chi torna dalla Cina, e sorveglianza attiva per chi è stato nelle aree a rischio, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie al rientro in Italia. Sono inoltre già pronte due caserme della Difesa a Milano e Piacenza con 180 posti, per accogliere chi dovrà andare in quarantena. E non è escluso, ha ribadito anche il Commissario Borrelli, che possano essere requisiti anche degli alberghi.

 

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