E’ stato pubblicato questa mattina in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto del presidente del Consiglio, illustrato nella tarda serata di ieri in conferenza stampa da Giuseppe Conte, per contrastare la diffusione del coronavirus. In sostanza con questo aggiornamento vengono estese a tutta l’Italia le norme molto rigorose emesse nelle precedenti delibere governative per le cosiddette “zone rosse” della Lombardia e delle 14 province del Veneto, del Piemonte, dell’Emilia Romagna e delle Marche. Insomma tutta l’Italia diventa”zona rossa” dopo che si è visto che in quell’area c’è stato un significativo calo dei contagi in seguito all’adozione di norme più restrittive che riguardano soprattutto gli spostamenti delle persone sul territorio, delle attività scolastiche e delle università almeno fino al 3 aprile, ma anche ogni forma di assembramento e delle competizioni sportive, campionato di calcio incluso.
Vanno dunque evitati tutti gli spostamenti salvo quelli “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità”, compresa la spesa per generi alimentari, è stato precisato da palazzo Chigi, oppure “spostamenti per motivi di salute”.
Posto che l’appello è quello a “stare a casa”, per spostarsi sarà necessario esibire ai controlli un’autocertificazione sui motivi, che dovrà ovviamente essere veritiera altrimenti il cittadino sarà chiamato a risponderne penalmente.
Si estende a tutto il Paese la sospensione delle attività di cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali simili. Chiusi anche gli impianti sciistici.
Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro.
Sospese, inoltre, le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.
Chiusi i centri commerciali nelle giornate festive e prefestive. La chiusura non riguarda farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone che li frequentano.
Insomma, come ha detto Conte nella conferenza stampa, titolo di questo provvedimento potrebbe essere “Restate a casa“, un invito diventato martellante in tv attraverso la voce di molti artisti italiani. In Cina questa direttiva è stata resa obbligatoria e i risultati si sono visti: il numero dei contagiati è calato fino ad arrivare ieri, nella città di Wuhan (11 milioni di abitanti, fulcro dell’epidemia, con migliaia di morti) quasi a zero.
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