Covid-19: “L’origine del focolaio a Pechino è europea”. Isolato il Peking University International Hospital. 454mila i morti nel mondo

La Cina ha rilasciato la sequenza del genoma del Covid-19 tracciato al mercato all’ingrosso di Xinfadi e l’ha comunicata anche all’Oms, tra le crescenti pressioni perché fossero rese pubbliche le evidenze trovate: è quanto ha riferito il Centro cinese di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc). In base a quanto postato oggi sul sito del National Microbiology Data Center, le informazioni diffuse sono basate sui dati raccolti su due pazienti contagiati e su un campione ambientale.

“Abbiamo ricevuto diverse sequenze del genoma del coronavirus da Pechino”,  ha confermato la dottoressa Maria van Kherkove dell’Oms nel consueto briefing sul Covid-19 aggiungendo che “l’origine” del focolaio nel mercato della capitale cinese “è europea”.

Pechino ha deciso di isolare il Peking University International Hospital (foto), fiore all’occhiello della sanità della capitale cinese, dopo che un’infermiera è risultata positiva ieri ai test del Covid-19 per essere entrata a stretto contatto il 14 giugno con un paziente del distretto di Haidian.

La capitale cinese ha segnato giovedì altri 25 casi domestici di Covid-19, più dei 21 di mercoledì, portando il totale legato al focolaio del mercato all’ingrosso di Xinfadi a 183: lo ha detto la Commissione sanitaria municipale, secondo cui sono stati individuati 2 nuovi asintomatici. Dall’inizio della pandemia la capitale ha avuto 603 contagi, di cui 411 guariti e 9 decessi. Allo stato, ci sono 183 persone sotto cure mediche, mentre sono 15 gli asintomatici sotto osservazione. Tra i 174 casi importati, una persona è ricoverata in ospedale.

Il nuovo coronavirus rilevato a Pechino nel mercato all’ingrosso Xinfadi viene dall’Europa, ma appartiene a un ceppo più vecchio dell’attuale che sta colpendo il Vecchio Continente. E’ l’ipotesi di Zhang Yong, vicedirettore del Centro di controllo e prevenzione delle malattie cinese. In un contributo sul sito della Commissione centrale per l’ispezione e la disciplina, l’Anticorruzione del Pcc, Zhang osserva che “un gran numero di campioni presi allo Xinfadi indica che il virus era presente lì già da tempo”.

I casi di coronavirus a livello mondiale hanno superato questa mattina la soglia degli 8,5 milioni: è quanto emerge dal conteggio della Johns Hopkins University. Le statistiche dell’università americana indicano ora un bilancio di 8.500.398 contagi globali, inclusi 454.215 decessi. Finora 4.169.082 persone sono guarite. I primi tre Paesi per numero di casi (Usa, Brasile e Russia) rappresentano il 44% del totale.

Gli Stati Uniti hanno registrato ieri oltre 25.700 nuovi casi di coronavirus: è quanto emerge dalle statistiche della Johns Hopkins University, secondo quanto riporta la Cnn. Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 25.766. Secondo il conteggio aggiornato pubblicato dall’università americana, il bilancio complessivo dei casi nel Paese è adesso a quota 2.191.200 e quello dei morti a quota 118.435.

La Florida e il Texas sono ormai i nuovi epicentri della pandemia. In entrambi gli stati nelle ultime 24 ore è stato registrato il record dei nuovi casi giornalieri da quando si è diffuso il coronavirus: 3.516 in Texas, dove i contagi sfiorano oramai i 100 mila, e 3.207 in Florida, con un totale di quasi 86 mila contagi. Situazione critica anche in Arizona e in Lousiana. Intanto la California ha varato l’obbligo di indossare le mascherine nella maggior parte dei luoghi pubblici.

New York si prepara alla fase 2 della riapertura da lunedì 22 giugno, dopo essere stata l’epicentro della pandemia negli Usa. A ore è atteso l’annuncio del governatore dello stato Andrew Cuomo e del sindaco Bill de Blasio. Dovrebbero ripartire ristoranti, negozi e altre imprese. Il ritorno alla normalità però resta lontano, come dimostra l’annuncio del Carnegie Hall, del New York City Ballet e del Lincoln Center di cancellare l’intera stagione autunnale.

AMERICA LATINA – Non c’è ancora la luce in fondo al tunnel della pandemia di coronavirus in America Latina, dove nelle ultime 24 ore i contagi confermati sono saliti a 1.871.972 ed i morti a 88.823. E’ quanto risulta oggi da una elaborazione statistica dei dati riguardanti 34 Nazioni e territori latinoamericani. Continua l’emergenza in Brasile, secondo Paese al mondo sia per i contagiati, che sono 978.142 (+22.765), sia per i morti, arrivati a 47.748 (+1.238). Un dato positivo è che gli infettati ed i deceduti brasiliai di ogni giorno manifestano stabilità e non un incremento in termini numerici. Seguono il Perù con 244.388 contagi (+3.480) e 7.461 morti (+204), ed il Cile con 225.103 casi di contagio (+4.475) e 3.841 deceduti (+226). Al 4/o posto il Messico (165.455 e 19.747) con la seconda mortalità dopo il Brasile, al 5/o l’Ecuador (49.047 e 4.087), al 6/o la Colombia (60.217 e 1.960) e al 7/o l’Argentina (37.510 e 948).

INDIA – L’India ha registrato oltre 13.500 casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, pari al livello più alto dall’inizio della pandemia: lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità del Paese precisando che i nuovi contagi sono stati 13.586, un dato che porta il bilancio complessivo a quota 380.532. Allo stesso tempo, riporta la Cnn, i decessi sono stati 336: finora nel Paese sono morte a causa del virus 12.573 persone.

GIAPPONE – Il Giappone ha registrato ieri 68 nuovi casi di coronavirus, di cui oltre la metà a Tokyo: lo ha reso noto il ministero della Sanità, sottolineando che nelle ultime 24 ore non è stato segnalato alcun decesso. Lo riporta la Cnn. La capitale ha visto 41 nuovi casi, in forte aumento rispetto al giorno precedente, quando il bilancio quotidiano era sceso sotto i 20 (a quota 16) per la prima volta da una settimana. Il totale dei casi confermati a Tokyo è di 5.633, inclusi 316 morti. A livello nazionale, il numero di casi di coronavirus è di 18.452 (inclusi 712 legati alla nave da crociera Diamond Princess), mentre i morti sono 935.

ISRAELE – Il numero dei casi di coronavirus continua a crescere in Israele e la scorsa notte ha superato la soglia dei 20 mila. Secondo i dati diffusi oggi dal ministero della Sanità, i contagiati sono stati finora 20.243, con un aumento di 260 rispetto a ieri. Le guarigioni sono state 15.567, ma il numero attuale dei malati ha subito intanto una forte accelerazione e ha raggiunto la cifra di 4.372: il doppio dei malati di due settimane fa (2.191). Nel frattempo il numero dei decessi è stato aggiornato a 304. Ieri sono stati esaminati oltre 16 mila test, di cui è risultato positivo l’1,9%. Alla luce di queste tendenze il premier Benyamin Netanyahu ha annunciato che per il momento non sarà autorizzato alcun nuovo alleggerimento del lockdown. Inoltre sono stati dichiarati ‘Zone rosse’ alcuni quartieri nella località beduina di Rahat (Neghev) e a Jaffa (Tel Aviv), dopo che negli ultimi giorni al loro interno si sono moltiplicati i contagi.

IRAN – Salgono a 200.262 i casi di Covid-19 in Iran, con 2.615 contagi nelle ultime 24 ore, sostanzialmente stabili rispetto ai giorni scorsi: lo ha reso noto la portavoce del ministero della Salute iraniano, Sima Sadat Lari. Le nuove vittime sono 120, per il quinto giorno sopra quota cento nell’ultima settimana, con un totale di 9.392 decessi confermati dall’inizio della pandemia. I ricoverati in terapia intensiva aumentano a 2.833, i pazienti guariti crescono a 159.192. I test complessivi effettuati sono 1.370.718. Lari ha confermato che al momento le province “rosse”, cioè considerate ad alto rischio, sono Khuzestan, Hormozgan, Kurdistan, Bushehr, Azerbaijan Occidentale e la zona dell’Iranshahr nel Sistan e Baluchistan.

RUSSIA – Sono 7.972 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Russia nelle ultime 24 ore, sale così a 569.063 il totale dei contagi nel Paese. Lo riporta il centro operativo russo anticoronavirus. Stando ai dati ufficiali, i decessi provocati dal nuovo virus sono stati 181 nel corso dell’ultima giornata e 7.841 in totale. I guariti sono 10.443 nelle ultime 24 ore e 324.406 in tutto.

REGNO UNITO – Il livello di allerta Covid nel Regno Unito è stato abbassato, da 4 a 3. Lo rendono noto i media locali, specificando che l’indicazione è stata fornita dalle autorità mediche di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Il livello 4 rappresenta un crescente livello di trasmissione dell’infezione. Con il livello 3 il virus si considera semplicemente in “circolazione” e ci potrà essere una graduale rimozione delle restrizioni. Il livello 5 è il più alto ed è quello che ha portato al lockdown. Per il ministro della Salute, Matt Hancock, si tratta di un “grande momento per il paese” ed è la prova che il piano del governo sta funzionando. (Ansa)

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