CORONAVIRUS in Italia/ Aggiornamento al 20 novembre: 37.242 nuovi contagi (su un minor numero di tamponi) e 699 morti. Restrizioni confermate fino al 3 dicembre per le regioni in zona rossa

Sono 37.242 i casi di coronavirus individuati in Italia nelle ultime 24 ore, circa mille più di ieri. Anche il numero delle vittime è aumentato: 699 .

Dall’inizio dell’emergenza sono state 1.345.767 le persone finora contagiate, con un numero complessivo di vittime di 48.569. Le regioni che registrano il maggiore aumento di nuovi casi nelle ultime 24 ore sono la Lombardia (9.221) e la Campania (4.226) – entrambe con un notevole incremento rispetto a ieri – seguite da Piemonte (3.861) e Veneto (3.468).

Dopo giorni di calo, torna a salire anche l’incidenza dei positivi rispetto al numero di tamponi effettuati nelle ultime 24 ore: è del 15,6% mentre ieri il dato era del 14,4%. I tamponi effettuati nell’ultimo giorno sono stati 238.077 circa 12mila in meno rispetto a ieri.

L’incremento dei pazienti in terapia intensiva nelle ultime 24 ore segna 36 in più rispetto a ieri, per un totale di 3.748. Secondo i dati del ministero della Salute gli attualmente positivi sono 777.176, 15.505 in più nelle ultime 24 ore: di questi, 33.957 sono ricoverati nei reparti ordinari, con un incremento di 347, e 739.471 in isolamento domiciliare (+15.122). Dall’inizio dell’emergenza, infine, le persone dimesse o guarite sono 520.022, con un incremento di 21.035 in un giorno.

MISURE CONFERMATE PER 6 REGIONI IN “ZONA ROSSA”

Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza, in vigore da oggi, con cui si rinnovano le misure relative a 6 regioni in “zona rossa”: Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta. La nuova ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020.

Le misure restrittive – ha detto il ministro – «sono l’unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo. E’ evidente che provocano sacrifici sul piano economico e culturale, ma, come mostrano i numeri preliminari degli ultimi giorni nel nostro Paese, dimostrano di funzionare. Abbiamo, nell’ultima settimana un livello di Rt, o indice di diffusione del contagio, sceso rispetto alla settimana precedente. I dati che iniziamo a ricevere lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna avere un approccio prudente. Abbiamo agenzie istituzionali, sia su piano europeo che nazionale, che dovranno seguire con la massima cautela le procedure di validazione di vaccini e cure, ma i dati che vediamo ci lasciano ben sperare. Potremmo essere nelle condizioni – ha aggiunto – nei primi mesi del 2021 di avere le prime dosi dei vaccini. La distribuzione vedrà come primi beneficiari il personale sanitario e poi le persone in ospedale e Rsa».

Intanto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è tornato a predicare vaneggiamenti in tv, parlando di “onda di sciacallaggio politico-mediatico” lamentando di non essere a conoscenza delle relazioni degli ispettori andati in Campania perché lui non ne è stato informato. E dunque scarica sul governo e sul sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, la colpa se la Campania si trova al secondo posto dopo la Lombardia nella graduatoria delle regioni con i maggiori contagi, come se in Campania la sanità non fosse di competenza della Regione, che lui presiede.

 

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