CORONAVIRUS/ Dati allarmanti da Usa e Brasile, divieto d’ingresso in Italia da 13 paesi, ipotesi del governo di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre. Martedì la proposta in Senato. Zingaretti: d’accordo con Conte

I nuovi dati sul diffondersi dell’epidemia di coronavirus sono allarmanti su scala internazionale, ma vengono considerati preoccupanti anche per l’Italia. Di qui l’ipotesi, affacciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di prorogare prudenzialmente lo stato di emergenza nel nostro paese fino alla fine dell’anno. Un’ipotesi subito bollata dall’opposizione come un artificio ideato dal capo del governo per esercitare il potere di prendere decisioni senza il (lungo) passaggio attraverso le verifiche delle due Camere parlamentari.

Ma veniamo ai dati. Gli Usa hanno registrato altri 63.643 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, secondo le rilevazioni della Johns Hopkins University. Nel giorno precedente erano stati oltre 65.500. In totale i contagi negli Usa sono 3.181.846, le vittime oltre 134 mila.

Il Brasile questo venerdì ha registrato ulteriori 1.214 decessi e 45.048 contagi nelle ultime 24 ore: lo hanno comunicato il Consiglio nazionale dei segretari sanitari (Conass) e il ministero della Sanità. Il numero complessivo dei casi confermati di Covid-19 nel Paese è dunque salito a 1.800.827, mentre il totale delle vittime dall’inizio della pandemia ha raggiunto quota 70.398.

IN ITALIA – Con i contagi ancora in salita, focolai “anche rilevanti” in diverse zone d’Italia e l’Rt sopra l’1 in cinque Regioni, Giuseppe Conte conferma quello che tecnici di istituzioni e ministeri davano ormai per scontato: lo stato d’emergenza – che è fissato fino al 31 luglio – dovrà essere prorogato  verosimilmente fino al 31 dicembre, quindi per tutto il 2020, e si porterà dietro una serie di norme connesse, a partire da quella sullo smart working. “Ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire, dobbiamo tenere sotto controllo il virus”, ha detto Conte. Il quale ha precisato: “Non è ancora stato deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione”.

La proroga potrebbe arrivare già la settimana prossima: il 14 luglio scadrà il Dpcm attualmente in vigore, quello che contiene tra l’altro le modalità d’ingresso in Italia e la sospensione delle crociere. E’ molto probabile, dicono fonti di governo, che possa essere quella l’occasione per definire la proroga, riordinare le norme attualmente in vigore e per una “messa a sistema” delle modalità di ingresso nel nostro paese, anche alla luce dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, che giovedì ha stabilito il divieto d’ingresso in Italia per chi proviene da 13 paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Un elenco che potrebbe allungarsi se la situazione peggiorasse anche in altri paesi.

La scelta del governo di prorogare lo stato d’emergenza non piace però all’opposizione e solleva dubbi anche nella maggioranza, non tanto per la proroga in sé, sottolineano fonti del Pd e di Iv, quanto perché su certe decisioni è necessaria una maggiore collegialità. Il costituzionalista e deputato Dem Stefano Ceccanti lo dice apertamente, chiedendo all’esecutivo di presentarsi “in Parlamento per spiegare le ragioni e raccogliere indirizzi, in particolare rispetto alla durata della proroga e alle concrete modalità”.

Ed in serata fonti di Palazzo Chigi, dopo aver premesso che lo stesso Conte ha affermato che la decisione non è stata ancora presa, hanno precisato che se si andasse verso la proroga l’intenzione sarebbe comunque quella di passare per il Parlamento. Netto invece è il no del centrodestra. “Gli italiani – dice il segretario della Lega Matteo Salvini – meritano fiducia e rispetto. Con tutte le attenzioni possibili, la libertà non si cancella per decreto”. Gli fa eco Giorgia Meloni.

“Non mi pare che ci siano i presupposti per prorogare fino alla fine dell’anno lo stato di emergenza – sottolinea la leader di FdI -, che è uno strumento del quale il governo dispone per fare un po’ quello che vuole, accelerando dei passaggi che altrimenti avrebbero bisogno di maggiori contrappesi”. Al di là del dibattito politico e delle scelte che farà nei prossimi giorni l’esecutivo, il dato di fatto è la necessità di tenere sotto controllo il virus. I numeri giornalieri e quelli relativi al monitoraggio settimanale dimostrano che il Covid è tutt’altro che sconfitto. I nuovi contagi continuano a salire: mercoledì erano 193 in 24 ore, giovedì 229 e venerdì 276 per un totale di positivi al coronavirus che dall’inizio dell’emergenza ha raggiunto quota 242.639. Un incremento dovuto soprattutto ai ‘casi d’importazione’, come quelli nel Lazio legati alla comunità del Bangladesh o a focolai come quello scoppiato al corriere Tnt a Bologna con 18 nuovi casi.

Non solo: i dati relativi al monitoraggio effettuato nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio dicono che l’Rt è superiore all’1 in cinque regioni – Emilia Romagna (1,2), Veneto (1,2), Toscana (1,12), Lazio (1,07) e Piemonte (1,06) – e che “in quasi tutte le regioni e province sono stati diagnosticati nuovi casi d’infezione, in aumento” rispetto alla settimana precedente. Nonostante il quadro generale resti a “bassa criticità” – l’Rt nazionale resta sotto l’1 e l’incidenza negli ultimi 14 giorni è di 4.3 ogni 100 mila persone -, il ministero della Salute avverte che in alcune regioni “continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati” e “persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti”.

La conclusione è una sola: la circolazione del virus è ancora “rilevante” e serve “cautela” rafforzando, dice il direttore per la Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza, le misure di distanziamento sociale. Con o senza proroga dello stato d’emergenza.

MARTEDì LA PROPOSTA IN SENATO –

“Martedì ci sarà, in Parlamento, un voto su questo”, sullo Stato di emergenza, ha detto la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, rispondendo ai cronisti del Tg5 che le chiedevano dell’intenzione del governo di procedere alla proroga di sei mesi dello stato di emergenza per la diffusione del Covid 19. Il voto sulla proroga dello stato di emergenza “mi auguro che sia l’inizio di una democrazia compiuta, perché in Parlamento e al Senato siamo ormai gli invisibili della Costituzione”.

In base a quanto si apprende, il voto dovrebbe arrivare al termine della relazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, sul nuovo dpcm, che dovrebbe contenere anche la proroga dello stato di emergenza.

ZINGARETTI: OK – “Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del Governo utile a contenere la pandemia. Chi nel mondo non lo ha fatto sta pagando un prezzo drammatico”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti, dando, all’indomani delle polemiche, un sostanziale via libera alla scelta di prorogare lo stato di emergenza per il Coronavirus.

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