CORONAVIRUS: AGGIORNAMENTO del 18 gennaio/ Indice di contagiosità calata al 5,6%. I morti sono stati 377 / VACCINI: Pfizer ancora in ritardo nelle consegne

Su 158.674 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, soltanto 8.824 sono risultati positivi, pari al 5,6%, in calo anche rispetto al 5,9%  di ieri. Sono invece  in aumento di 41 unità i pazienti in terapia intensiva in Italia nelle ultime 24 ore, nel saldo giornaliero tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva sono stati 142. In totale i ricoverati in rianimazione in Italia sono 2.544 . I pazienti in area medica – reparti ordinari – sono in aumento di 127 unità rispetto a ieri, portando il totale a 22.884. I morti sono oggi 377.

In totale i casi da inizio epidemia sono 2.390.101, le vittime 82.554. Gli attualmente positivi sono 547.058 (-6.316 rispetto a ieri), i guariti e i dimessi 1.760.489 (+14.763), in isolamento domiciliare ci sono 521.630 persone (-6.484).

PFIZER ANCORA IN RITARDO PER I VACCINI – Ancora un cambio di programma deciso unilateralmente da Pfizer nella consegna dei vaccini destinati all’Italia: secondo quanto si apprende da fonti del commissario Domenico Arcuri, la casa farmaceutica statunitense ha consegnato oggi nel nostro paese circa 48mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì. Domani ne arriveranno solo 53.820 e solo mercoledì le restanti 241mila.

La comunicazione è stata data dalla Pfizer alle 17 agli uffici del Commissario spiegando che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane. Un “ulteriore incredibile ritardo”: così si è espresso il commissario Arcuri deplorando la decisione di Pfizer di ritardare la consegna delle dosi di vaccino all’Italia previste per questa settimana. Per far fronte alla nuova situazione domani ci sarà una riunione con le regioni, che hanno già scritto al commissario chiedendo un intervento, e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di meccanismo di solidarietà in base al quale chi ha più dosi nei magazzini le cederebbe alle regioni che ne hanno meno e devono fare i richiami.

 

 

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