CORONAVIRUS/ Aggiornamento al 12 aprile: di nuovo segnali confortanti sull’epidemia, ma bisogna insistere nel lockdown

Diminuiscono i malati in terapia intensiva e le vittime: questo il segnale che è arrivato nella domenica di Pasqua dai dati della Protezione civile sull’epidemia di coronavirus. In particolare, per il nono giorno consecutivo calano i pazienti in rianimazione: sono 38 in meno rispetto a ieri, in tutto sono oggi 3.343 di cui 1.176 in Lombardia. I morti sono stati 431, un numero ancora alto ma il più basso dal 19 marzo. Calano anche i ricoveri: 27.847 quelli con sintomi, 297 in meno rispetto al giorno precedente. Tre dati che hanno autorizzato Luca Richeldi, del Comitato tecnico-scientifico, a dire in conferenza stampa che “il trend è ormai affidabile”. Segno che “le misure adottate e prorogate stanno avendo un impatto su questo virus”. Hanno quindi un ritmo continuo ma più lento i contagi da Covid-19. Del resto i malati continuano a essere tanti: 102.253 cioè 1.984 più di ieri e i casi totali hanno toccato quota 156.363. Nel frattempo crescono anche i guariti: +1.677 per un totale di 34.211. Insomma, il lockdown paga.

In Lombardia le persone positive al coronavirus sono 59.052 con un aumento di 1460 casi. Ieri c’era stato un aumento di 1.544 casi. I decessi sono 10.621, con una crescita di 110 mentre ieri c’erano stati 273 morti in più, un dato quindi “molto inferiore a quello di ieri e dopo tanti giorni c’è trend riduzione”, come ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. Calano i ricoveri che sono arrivati a 11.969, con una riduzione di 57 posti mentre i ricoverati in intensiva sono 1.176, con un aumento di 2.

Ancora alti i dati del contagio a Milano e provincia: i casi accertati sono 13.682 con +412 (ieri 520): “un dato che non possiamo ancora considerare sotto controllo”, ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, nella diretta facebook per fare il punto sull’emergenza coronavirus. A Milano città i nuovi casi sono 193 (ieri 262 ) per un totale di 5.561. Forte calo dei nuovi contagi nella provincia di Bergamo:+51 (ieri 107) per un totale di 10.309. Qui, nella città simbolo dell’epidemia, fino ad appena 10 giorni fa si contavano oltre 300 nuovi casi al giorno. Resta invece alto quello di Brescia con +269 (totale 10.868), che risente, ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, della maggiore esecuzione di tamponi in alcuni cluster. Per il resto della regione si rilevano quasi 100 nuovi casi a Como (99), 84 a Pavia, 75 a Mantova, 71 a Lodi, dove sono in leggero costante aumento, 64 a Monza, 63 a Cremona, 36 a Sondrio, alti rispetto ad un totale di ‘soli’ 720, 30 a Varese, 21 a Lecco.

“Oggi è un giorno che abbiamo sempre vissuto come una festa e so che per tutti è un grande sforzo continuare a mantenere e rispettare la linea del rigore, ma è l’unico modo per non vanificare i sacrifici fatti finora”. Lo afferma il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che – dopo aver convocato la giunta regionale – firmerà nelle prossime ore la proroga delle misure in questo momento in vigore fino al 3 maggio. Restano quindi chiuse anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia.

Il Veneto illustrerà domani la nuova ordinanza regionale che aggiornerà le disposizioni sul Coronavirus, anche alla luce del nuovo Dpcm. Lo ha annunciato oggi, nel briefing con la stampa, il presidente Luca Zaia. “La tragedia non è conclusa – ha detto – Sono molto preoccupato del fatto che qualcuno possa pensare che è già finita. Vorrei restasse agli atti”. “Domani firmerò la nuova ordinanza, che stiamo scrivendo, perchè dobbiamo chiarire alcuni punti giuridici” ha spiegato. Il governatore ha voluto precisare che in ogni caso “non compete alla Regione riaprire le imprese, così come le scuole. E non è uno scarica barile”. “E’ fondamentale adesso – ha concluso – fare affidamento sul senso di responsabilità dei veneti. Torneremo alla normalità, ma nel tempo”.

Per me riaprire le scuole sarebbe un errore: significa masse di ragazzi che si muovono, e in ambienti confinati come un’aula, quindi pericoloso. Non possiamo permetterci una nuova accelerazione del virus”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto sul tema della conclusione dell’anno scolastico. “E’ un grande sforzo ma è l’unico modo per non vanificare i sacrifici fatti finora”. Resteranno chiuse anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia.

Stesse chiusure in Campania. Le prevede un‘ordinanza firmata da Vincenzo De Luca, che cita focolai nelle famiglie come spia dell’allarme ancora alto. Pronto a una nuova ordinanza anche il Veneto, probabilmente sui dispositivi di sicurezza.

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