COPPE AL MICROSCOPIO/ In Champions fu vera crisi? E in Europa League fu vera gloria? Siamo proprio sicuri che il calcio italiano sia in crisi?

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Quando si verificano una serie di risultati, in genere positivi, parte subito il ritornello “Fu vera gloria?”. Nel caso del turno europeo delle coppe delle italiane, noi lo ribaltiamo e diciamo “Fu vera crisi?”. Con il solito disfattismo tutto italiano, sono subito partiti i lai dopo la due giorni di Coppe in chiaroscuro, deludente in Champions League (due sconfitte e un pari), trionfale in Europa League (tris di vittorie). Al solito, i giudizi sono frutto più del momento che di un’analisi ad ampio spettro.

Champions amara. La Juventus ha perso tre a zero in casa del Barcellona, ma se i catalani sono solitamente additati tra le due o tre squadre più forti del pianeta, una sconfitta può essere ampiamente messa in preventivo, e questo senza nemmeno considerare i tanti infortunati che aveva e che, se disponibili, potevano dare un senso diverso al match. Del resto, solo pochi mesi fa il Barcellona perdeva a Torino era eliminato dalla competizione e si scriveva di ciclo finito. La Roma sta cambiando pelle, alla fine non ha disputato nemmeno un match malvagio contro quell’Atletico Madrid che, notoriamente, nessuno vuole incontrare per la sua osticità. Se il Napoli perde con lo Shaktar Donetsk si grida quasi allo scandalo e si parla di una provincia d’Europa più forte del meglio italico, fatto salvo accusare Sarri di avere sbagliato formazione. Il che significa, a rigor di logica, che con i “titolarissimi” avremmo visto una gara diversa, e allora, sempre per logica, la sconfitta si deve considerare occasionale, più che una dimostrazione di pochezza del nostro calcio.

Sorrisi da Europa League. Giudizio, tra l’altro, ingeneroso e smentito dalle ottime prestazioni di Atalanta, Lazio e Milan in Europa League, tutte vincenti contro avversari anche di una certa levatura (l’Everton di Wayne Rooney per i bergamaschi). Si considera, inoltre, questo torneo la Serie B del calcio europeo, ma la nobiltà, e la difficoltà, si eleva di molti quarti quando poi scenderanno le terze della fase a gironi di Champions, che quest’anno promettono di essere nobili davvero. Associare, infine, il tutto alla Nazionale non fa altro che aumentare equivoci e polemiche: se in casa della Spagna abbiamo vinto una sola volta nella Storia, se si sapeva che era tutto complicato dall’avere solo la vittoria come risultato utile, se probabilmente il loro fatto di essere più “leggeri” fisicamente li ha fatti trovare in una condizione di certo migliore, se infine, e questo è vero, ci sono stati degli errori di gestione, probabilmente allora tutta la paventata crisi deve essere ascritta solo a questo particolare momento cronologico. Sicuramente il nostro calcio non naviga nell’oro, ma non crediamo assolutamente al disfattismo imperante, sicuri che tra qualche mese staremo qui a scrivere con ben altri toni.

*Storico dello sport

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