“Siamo di fronte a un vero e proprio accanimento giudiziario da parte dell’Egitto nei confronti di Patrick”, così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commenta la decisione del giudice del Cairo di rinnovare di altri 45 giorni la “custodia cautelare in carcere” di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna sotto accusa per “propaganda sovversiva”. La notizia dell’ennesima proroga l’ha riferita una sua legale, Hoda Nasrallah, annunciando l’esito di un’udienza svoltasi ieri nella capitale egiziana.
“Questi nove mesi e mezzo trascorsi – aggiunge Noury – che diventeranno ormai 11 con questo rinnovo di detenzione preventiva, chiamano in causa l’inerzia dell’Italia, l’assenza di un’azione forte. Mi chiedo cos’altro ci voglia dopo il rinnovo della detenzione di Patrick e tre arresti di fila dei dirigenti della sua organizzazione per i diritti umani (Eipr, ndr) per un’azione diplomatica molto forte nei confronti dell’Egitto”. E’ legittimo però chiedersi quale sarebbe – seco do Noury – l'”azione diplomatica molto forte” che l’Italia dovrebbe compiere e perché soltanto l’Italia, dato che il povero Zaki è cittadino egiziano e i diritti umani calpestati anche in questo caso dovrebbero indignare non soltanto l’Italia: che il giovane svolga la sua attività di studio in Italia non è motivo perché gli altri paesi lascino solo al nostro il compito di difendere i suoi sacrosanti diritti di vedere rispettata la sua libertà di pensiero.
Commenta per primo