Conte respinge il “penultimatum” del duo Renzi-Bellanova sul Mes e sulla delega per i Servizi segreti: «Se qualcuno provoca la crisi vado in Parlamento»

di ROMANO LUSI – Matteo Renzi ha cercato di “anticipare” (parlando al Senato di prima mattina) la conferenza stampa del presidente del Consiglio, con un altro “penultimatum”, ma Giuseppe Conte lo ha “stoppato” dichiarando con nettezza istituzionale: «Se qualcuno provoca la crisi di governo se ne assume la responsabilità davanti al Parlamento». Il frenetico declamatore toscano ha usato ancora una volta l’espressione “Il governo decida cosa vuole fare da grande”, aggrappandosi ancora alla polemica sul MES e alla punzecchiatura sulla delega che Conte ha, come presidente del Consiglio, sui Servizi segreti, insistendo che deve delegarli ad altra figura istituzionale.

Ma il presidente del Consiglio non si è lasciato imbrigliare nella pretestuosa polemica ribadendo: «Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Io sono fuori dalla logica degli ultimatum per attitudine personale, culturale e politica. Io sono per il dialogo e il confronto per trovare una sintesi superiore, per il bene del Paese». Una sintesi su cui conta di lavorare in tempi stretti. A partire dal Recovery Plan.
Intanto oggi si è concluso il giro di consultazioni al Ministero dell’Economia e Finanza con la consegna dei documenti delle forze di maggioranza al ministro Gualtieri. “Un passaggio tecnico che non elude né sostituisce quello politico”, insiste Itlia Viva, e infatti Conte assicura che ci sarà a breve: «Ci sono stati degli incontri, dei contributi critici, adesso dobbiamo fare sintesi politica, è urgente, va fatta nei prossimi giorni, non valgono i giorni di festa. Dobbiamo dedicarci a questo, riportare nel Cdm, aprirci al confronto con le parti sociali, mandare il documento al Parlamento il prima possibile».

Ma se la sintesi non verrà raggiunta? Conte ribadisce: «Se verrà meno la fiducia di una forza maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare dove tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Fare opzioni e alternative non è opportuno. Non voglio credere a uno scenario del genere, mi sembrerebbe rischioso e insidioso per quel patrimonio di credibilità e fiducia costruito con l’impegno quotidiano di tutte le forze di maggioranza».

E ai cronisti che in conferenza stampa gli chiedono se siano ipotizzabili maggioranze alternative nel caso Iv esca dal governo, Conte replica: «Il sottoscritto non va alla ricerca di altre maggioranze in Parlamento e lavora con la maggioranza che ha e crede nella sintesi che può scaturire dal dialogo. Lavoro per svolgere questo compito con disciplina e onore, non sto pensando di fare una lista o fare una campagna elettorale. Io lavoro con le forze di maggioranza, mai pensato di fare squadra da solo. Se verrà posto il problema lo affronteremo».

Ma su due delle questioni poste da Iv (e condivise da alcuni personaggi del Pd) – il Mes e la delega sui Servizi segreti – non arrivano cedimenti dal presidente del Consiglio. Sul Mes ribadisce: “Sul Mes, come ho sempre detto, sarà sempre il Parlamento a dover decidere”. E sui Servizi ribadisce: «Chi chiede al Presidente del Consiglio di dover delegare deve spiegare perché. Non si fida del presidente del Consiglio? Allora bisogna cambiare la legge” perché “la legge del 2007 attribuisce al presidente del Consiglio la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale. Io ne rispondo comunque, che mi avvalga o meno della facoltà di delega. Queste funzioni non sono delegabili».

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