Stasera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una conferenza stampa da Palazzo Chigi, trasmessa in diretta dalle principali reti televisive, ha dato dettagliatamente notizia del nuovo decreto che fissa i criteri del secondo step della fase 2 per l’uscita dell’Italia dall’emergenza coronavirus. E lo ha fatto senza nascondere i rischi a cui si potrebbe andare incontro, ma in pieno accordo con le Regioni e con i sindaci. Precisando: “Stiamo affrontando un rischio calcolato nella consapevolezza che la curva epidemiologica potrebbe tornare a salire e in tal caso si provvederà caso per caso, fermi restando i nostri principi, che rimangono sempre gli stessi: prima di tutto la tutela della vita e della salute dei cittadini, che non sono negoziabili. Ma li dobbiamo declinare diversamente in questa fase, altrimenti non potremmo ripartire. Dovremmo aspettare la scoperta e la commercializzazione del vaccino, ma non ce lo possiamo permettere”.
Inoltre ha ribadito che avremo “un piano nazionale di monitoraggio per tenere sotto controllo la curva epidemiologica” con “comunicazioni quotidiane dalle regioni” e questo consentirà di poter intervenire “se necessario, con misure specifiche in luoghi circoscritti”.
Alle domande dei giornalisti Conte ha replicato: “Se leggiamo i giornali, vediamo dei tentativi di dare qualche spallata al governo. Ma al di là del chiacchiericcio dei partiti, dobbiamo concentrarci sugli obiettivi che abbiamo davanti. Dobbiamo progettare la ripresa a pieno regime del Paese. Non possiamo lasciarci distrarre da polemiche”.
Poi ha precisato, per quanto riguarda i comportamenti: “Siamo in una situazione di distanziamento ma con il decreto del presidente del Consiglio cercheremo di assicurare manifestazioni statiche con regole di distanziamento”. E alla domanda di un giornalista sugli annunci delle opposizioni di una manifestazione il 2 giugno contro il governo, ha replicato serenamente: “Se le opposizioni intendono manifestare sono liberissime, non mi permetto di sindacare le loro scelte”.
E ha risposto anche a una domanda di esprimere un giudizio sull’operato del commissario Domenico Arcuri. “Prima di valutarne l’operato – ha replicato – la inviterei a porsi nelle sue condizioni. A ripercorrere il lavoro che ha dovuto fare fin dall’inizio quando in tutto il mondo si è scatenata una pandemia ed era pressoché impossibile procacciarsi una partita di mascherine…Quello che ha fatto Arcuri è chiaro e trasparente. E’ stato un impegno faticoso, non sottovaluterei la qualità del suo operato”.
Ha dichiarato apprezzamento anche per i rapporti con i presidenti delle Regioni, specificando: ”Non c’è nessuno scarico di responsabilità, non si gioca in una fase di emergenza. Passata l’emergenza, dobbiamo riflettere, andare ad un confronto sereno con tutte le forze politiche per valutare se e come si può migliorare qualcosa nei rapporti tra governo centrale e governi regionali”.
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