Conte ai vertici europei: “Negoziazione ad oltranza, ma non siamo qui con il cappello in mano”

Conte e Tria con Juncker, Moscovici, Dombrovski

Sulla manovra economica la negoziazione con l’Unione Europea va ad oltranza, anche nelle ore notturne, perché confidiamo di arrivare a una soluzione condivisa, quanto prima possibile” e “io sono confidente che raggiungeremo una soluzione positiva”: in conferenza stampa a Bruxelles, al termine del Consiglio Europeo, il premier Giuseppe Conte fa il punto sulla trattativa con la Commissione Europea sulla manovra spiegando che con i Paesi cosiddetti nordici c’è stata un’interlocuzione con tutti, ho parlato con tutti i miei omologhi, i colleghi. Un po’ con tutti: con alcuni più in dettaglio; con la Merkel ho avuto una colazione di lavoro. Anche con Mark Rutte e molti altri. L’Italia non è con il cappello in mano – mette in chiaro – ha elaborato una manovra ben costruita e ben meditata” ed “è qui a testa alta”.

“Il saldo della manovra economica, che abbiamo presentato è quello“, dice Conte, cioè un deficit nominale al 2,04% del Pil nel 2019, spiega. “Su quello bisogna costruire qualche tecnicalità: non abbiamo altri margini“. Quanto alle modifiche, “c’è stata qualche polemica, ma non ha ragion d’essere: le riforme sono quelle che abbiamo pensato”. “Siccome – ribadisce – non siamo con il cappello in mano e non abbiamo nulla di cui scusarci, anzi abbiamo dimostrato una visione strategica, che è compito della politica: abbiamo intercettato e anticipato una sensibilità sociale diffusa in Europa. Stiamo rispondendo a dei bisogni urgenti avvertiti dai cittadini, anche in altri Paesi. Mi piace anche confrontarmi con i miei colleghi. Per me è un onore presentare il progetto riformatore: l’Italia è così ambiziosa che vuole realizzare riforme che sono state sempre annunciate e mai realizzate”.

Conte ribadisce anche che reddito di cittadinanza e riforma della Fornero “verranno realizzate così come sono state concepite, programmate e annunciate. I testi normativi sono nella fase finale: sono esattamente come le abbiamo concepite. Nessun arretramento su questo”, assicura.

Il premier spiega poi che “non è stato affatto difficile convincere i miei vicepresidenti Matteo Salvini e Luigi Di Maio” ad acconsentire a ridurre il deficit nominale programmato per il 2019, “perché sin dall’inizio abbiamo seguito un percorso molto chiaro e razionale, impostare una manovra economica che contrastasse il rischio di recessione e fosse anticiclica” e “non abbiamo mai pensato al 2,4% come un dato di sfida all’Europa, un dato simbolico o un totem”.

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