CONCORSI TRUCCATI ALL’UNIVERSITA’? Inchiesta della Procura di Milano, che coinvolge anche illustri virologi come i professori Galli e Gismondo

di NINO EMONESI – Oggi agli onori della cronaca giudiziaria assurge un’altra vicenda che riguarda nomine e incarichi nel mondo universitario, e che, come accade di frequente, nasce da ricorsi, conflitti professionali, gelosie; ma sono destinate  ad avere inevitabile eco per la notorietà mediatica di alcune persone coinvolte e, al tempo stesso, per la loro autorevolezza in campo scientifico. Ed è altrettanto inevitabile che le cronache se ne occupino, anche se con una informazione accompagnata dalla raccomandazione di non scambiare le accuse e le inchieste per condanne…preventive.

Oggi è il turno di alcune persone che hanno avuto in questi due anni di pandemia una grande notorietà per le loro apparizioni in tv  e quindi è doveroso darne conto. Dunque sono avvenute questa mattina perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dei carabinieri del Nas di Milano nell’ambito di una inchiesta ordinata dal pm Luigi Furno e dall’aggiunto Eugenio Fusco nei confronti di 33 persone, tra cui 24 docenti delle università di Milano, Pavia, Torino, Roma e Palermo su  presunte irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso delle facoltà di medicina e assunzione di docenti e anche di assistenti e dirigenti ospedalieri. 

Le ipotesi di reato a cui fanno riferimento queste indagini sono “associazione per delinquere, corruzione e abuso di ufficio”, nonché turbativa e falso ideologico. Una delle personalità più note (ma non è la sola) è l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli (foto), il quale – in qualità di professore all’Università degli Studi di Milano, “dipartimento di Scienze biomediche e cliniche” all’ospedale Sacco e di direttore del reparto di malattie infettive – è accusato di avere “turbato con promesse e collusioni – in concorso col direttore generale della Asst Fatebenefratelli-Sacco,  Alessandro Visconti e la collega Manuela Nebuloni – la procedura per assumere a tempo determinato 4 dirigenti biologi, allo scopo di favorire in particolare due candidate”.

Queste assunzioni sarebbero state, invece, “fortemente” osteggiate dalla altrettanto nota virologa del “Sacco” Maria Rita Gismondo (foto). 

Il professore Massimo Galli è indagato anche per un’altra ipotesi di turbativa, oltre a quella relativa alle assunzioni di 4 dirigenti biologi, e in particolare per quella riguardante un posto da professore di ruolo all’Università Statale. Cioè, secondo chi lo accusa, avrebbe truccato il “concorso” per favorire un candidato risultato vincente e avrebbe commesso un falso come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati” il 14 febbraio 2020. Avrebbe cioè attestato che il “prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale”, mentre sarebbe stato “concordato” solo dopo (sempre secondo quanto ipotizzano i pm). 

Oltre a Massimo Galli, anche un altro noto virologo è indagato dalla Procura di Milano per i presunti concorsi pilotati di docenti e di personale sanitario e irregolarità nelle iscrizioni alle facoltà di medicina: si tratta del professore Massimo Andreoni, ordinario alla Sapienza di Roma, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata (Roma). Andreoni è chiamato a rispondere di falso in concorso con Galli e altri colleghi, come componente della commissione giudicatrice del concorso bandito nel luglio 2020 per un professore di seconda fascia all’università di Torino.

Le accuse che vengono contestate dalla Procura di Milano sono gravi, anche se ormai ricorrenti nelle inchieste che inevitabilmente prendono le mosse spesso da gelosie e rivalità professionali, di cui tuttavia i magistrati inquirenti devono occuparsi doverosamente: “Hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione” ai concorsi “sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità“, come è scritto nel provvedimento con cui  sono state disposte perquisizioni e acquisizioni di documenti, anche informatici, nell’ambito dell’inchiesta.

Dal canto suo il rettore dell’Università Statale di Milano, Elio Franzini, non può fare altro che dichiarare: “Nel confermare la nostra piena collaborazione alle indagini in corso, esprimo piena fiducia nel lavoro di tutti i nostri ricercatori. Posso dire a nome dell’intera comunità della Statale – continua Franzini – che stiamo seguendo con un senso di sconcerto e sgomento profondi quanto sta accadendo. Si tratta di ipotesi, per ora; ma di una gravità senza precedenti per la Statale”.

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