CINEMA/ “La sindrome di Antonio” nella Grecia dei colonnelli


La sindrome di AntonioLa sindrome di Antonio
è un film scritto e diretto da Claudio Rossi Massimi, tratto dall’omonimo suo romanzo pubblicato nel 2005,  nelle sale dal 17 novembre. Nel settembre del 1970 il giovane Antonio (Biagio Iacovelli) decide di partire da Roma per un viaggio in Grecia, alla ricerca dei luoghi dove ha vissuto Platone, nel tentativo di dare delle risposte alle sue domande interiori. Antonio è convinto che “per capire fino in fondo un uomo e le sue idee bisogna andare nel posto in cui quell’uomo e quelle idee hanno avuto origine”.

Le bellezze della Grecia e i suoi colori fanno da sfondo al viaggio, che porterà il nostro a incontrare diversi personaggi, tra cui Maria (Queralt Badalamenti) una bella e divertente ragazza al cui fascino Antonio non è insensibile. Con lei visiterà i luoghi più famosi e ricchi di storia della Grecia: Atene, il Pireo, Delfi.

LA-SINDROME-DI-ANTONIO-GIORGIO-ALBERTAZZI-2016-1Nel suo pellegrinaggio incontrerà altri personaggi locali e verrà in contatto con la realtà della Grecia di quegli anni, quella della dittatura dei colonnelli. Conoscerà Vassilis, interpretato da Antonio Catania, proprietario della locanda in cui alloggia, poi il ristoratore Efisio un po’ filosofo, impersonato da Moni Ovadia, e il pittore silente Kingston, ultima interpretazione di Giorgio Albertazzi (foto a destra), che spera nel ritorno della sua compagna sparita da anni. La voce narrante è di Gino adulto, amico di Antonio, interpretato da Remo Girone.

Il film racconta con una punta di nostalgia un viaggio di formazione politica , filosofica e sentimentale di una generazione, quella del ’68, che voleva cambiare il mondo, e che qui si imbatte in uno dei periodi più bui della storia della democrazia europea, la dittatura in Grecia.

Monica Simeone

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