Ciao Prof. La scomparsa di Gabriele La Porta: l’ex direttore di Rai Notte visto da vicino

di FABIO CAMILLACCI/ Dopo averlo frequentato per alcuni anni, ormai non lo vedevo dal 2016: cioè da quando fu mio ospite a “L’Asso nella Manica” su Teleromauno per parlare del suo spettacolo teatrale. Gabriele La Porta infatti, da grande appassionato dell’Antica Grecia, amava il teatro e appena andò in pensione con la Rai, mise in scena diverse piece. Per la verità di passioni ne aveva tante: il cinema (soprattutto i film western con Clint Eastwood), i libri (ne aveva migliaia e fin da piccolo erano i suoi compagni di vita), le donne, la pipa, il calcio, in particolare la Lazio, di cui era tifosissimo. Era così tifoso che quando lavoravamo insieme a Radio Manà Manà Sport, scrisse un memorabile sonetto in cui paragonava la Lazio alla Madonna dell’Immacolata Concezione, biancoceleste e che libra alto in cielo come la compagine romana. Straordinario. Era un innamorato della sua Lazio, così come era innamorato della vita. Il 5 maggio prossimo avrebbe compiuto 74 anni, e invece se ne è andato in silenzio il 19 febbraio scorso. Il mio primo incontro con Gabriele La Porta risale al 2010, quando per motivi personali lasciai a lui, fresco pensionato Rai,  il ruolo di direttore di Ecoradio. Io passai al ruolo di responsabile del programma di punta di quell’emittente nata come Radio dei Verdi e poi trasformata in Talk Radio di servizio tipo Radio Radicale. E lui amava spesso fare irruzioni a sorpresa nella mia trasmissione per parlare degli argomenti più disparati chiamandomi simpaticamente e con affetto “Camillaccio”. Gabriele La Porta sapeva e poteva parlare di tutto.

La lunga carriera in Rai di Gabriele La Porta. Come dipendente della Tv di Stato ha fatto di tutto: dal collaboratore come giornalista al funzionario, dal presentatore di libri allo storico della magia, dal direttore di Raidue (in quota Lega ai tempi di Letizia Moratti, era il 1994) a responsabile della programmazione notturna della Rete. La grande svolta per lui arrivò con “Parlato semplice”, un talk show del 1993 sul senso della vita allestito dal Dipartimento Scuola Educazione della Rai a Torino. È qui che s’innamorò delle tradizioni celtiche e delle idee leghiste. Come direttore di Raidue inventò le giornate monotematiche, con il palinsesto interamente dedicato a un tema: tipo il cibo. Mentre per il palinsesto di Rainotte, tra il 1996 e il 2010, fu autore e conduttore di numerosi programmi, come “Anima Good News”, “Il mare di notte”, “Inconscio e Magia”, “Inconscio e Magia-Psiche”. E il La Porta che tutti ricordano è proprio quello della notte, con colloqui in cui il Direttore mostrava confidenza con i più illustri pensatori, grandi filosofi, e discorreva con loro dei temi dell’umanità, prestava loro la sua penna, gli dava del tu.

La cattedra e l’imitazione di Guzzanti. Uscito da Viale Mazzini, Gabriele La Porta fu vice rettore della Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche di Lugano, docente di Filosofia antica all’Università di Siena. E ancora: docente di Filosofia antica e vicedirettore della Scuola di Psicoterapia Psicosintetica ed Ipnosi Ericksoniana “H.Bernheim” di Verona, vicedirettore della scuola di Psicanalisi di Mestre AEPSI e docente di Filosofia per IKOS -Istituto di Comunicazione Olistica Sociale di Bari. Ecco perchè mi veniva più facile chiamarlo Prof piuttosto che Direttore. Gabriele La Porta infatti per me e per tanti miei colleghi era il Prof, il Professore.  Certo, in tanti lo ricorderanno soprattutto per la mirabile imitazione di Corrado Guzzanti, un privilegio riservato a pochi (foto a sinistra). Chiudo ricordando un’altra sua grande passione: l’amore in senso lato. Amava spesso ripetere ciò che Re Leonida disse agli spartani nella mitica battaglia delle Termopili e diceva: “Ricordati sempre cosa disse Leonida ai suoi pochi soldati opposti all’enorme esercito persiano di Serse. Soldati cosa c’è di più forte della paura? Il coraggio, rispondevano i soldati. No: l’amore”. Ciao Prof.

 

 

 

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