Chiusa la “Leopolda” tra conflitto d’interessi della Boschi e demagogia di Renzi

Maria Elena Boschidi ROMANO LUSI

Una nuvola nera ha oscurato quest’anno la “Leopolda” e l’orazione finale, infarcita di demagogia e di trionfalismo, del suo promotore Matteo Renzi. Una nuvola che fin dall’apertura di questo appuntamento del “Pd-non-Pd” ha portato pioggia sulla vecchia stazione ferroviaria fiorentina, perché, probabilmente ad arte, è stata fatta notare l’assenza del ministro Maria Elena Boschi, che è stata costretta a riprendersi la scena della seconda giornata affermando di avere la “Leopolda” nel cuore e di essersi privata della prima giornata di dibattito perché impegnata a lavorare a Roma sulle riforme.

Risparmiatori Banca EtruriaIn realtà la sua assenza appariva  sospetta, visto che a Firenze premevano molti dei risparmiatori che avevano perduto tutti i loro investimenti in obbligazioni sottoscritte con la Banca dell’Etruria, di cui il padre della Boschi è stato vice presidente, il fratello dipendente e lei stessa detentrice di 1500 titoli. Altrettanto imbarazzante appariva però la sua presenza nel momento in cui lo scrittore Roberto Saviano – in un intervento su “Repubblica” – sollevava la questione di un conflitto d’interesse tra sua presenza nel governo e la presenza sua stessa e dei suoi familiari più stretti nella Banca Etruria, che il governo ha salvato mentre non riesce a salvare i creditori.

Non è bastata ad attutire l’impatto della vicenda l’avvilente prova di servilismo di quasi tutti i mezzi comunicazione, anche pubblici, i quali hanno riferito che alla questione sollevata da Saviano “tutto il Pd, compresa la minoranza, le ha dimostrato solidarietà”. In realtà sia Bersani, sia altri della minoranza Pd avevano dichiarato di condividere il ragionamento di Saviano, ma trovavano soltanto “eccessiva” la richiesta di dimissioni della Boschi formulata dallo scrittore napoletano.

Comunque il Movimento 5stelle ha confermato che depositerà nelle prossime ore una mozione di sfiducia nei confronti del ministro. Lo ha annunciato il deputato Alessandro Di Battista, il quale, ospite di SkyTg24, ha detto: “La domanda vera, e su questo ha ragione Saviano, anche se noi lo diciamo da un anno, è questa: se fosse stata la Boschi un ministro del governo Berlusconi, con il padre vicepresidente di Banca Etruria aiutata dal governo Renzi, con il fratello dipendente della stessa Banca Etruria, e con la stessa Boschi che ha azioni di Banca Etruria, cosa avrebbero scritto i giornali di pseudo sinistra?”

La risposta data a Di Battista dal ministro Padoan, che appare sempre più come uno stanco  replicante di Renzi, è stata “basta sciacallaggio”. Interrogato sull’argomento da Lucia Annunziata su Rai3, il direttore generale della Banca d’Italia, Rossi, se l’è cavata dicendo “non è questione di mia competenza”. Infatti: son cavoli di Renzi. Il quale ha concluso la “Leopolda” con un discorso recitato all’insegna del “tutto va ben, madama la marchesa” e promettendo un ritorno del Pd al 40 per cento delle europee. Proprio come fa Berlusconi.

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