C’è scetticismo sui vaccini, ma farne a meno rende più vulnerabili

In Italia quasi una persona su quattro (il 20%) ritiene che i vaccini non siano sicuri: una percentuale alta ma non troppo se paragonata a quella registrata in Francia, dove la quota della popolazione che non si fida dei vaccini è del 41%, la più alta tra i Paesi dell’Unione europea. Le cifre, raccolte dal Vaccine Confidence Project, sono state presentate alla conferenza sul crescente scetticismo nei confronti dei vaccini e le sue conseguenze organizzata dalla Commissione europea a Bruxelles.

Secondo gli esperti, questo crescente scetticismo in Europa rallenta l’azione per debellare malattie come il morbillo, rende le comunità più vulnerabili a patologie che ritornano, come la difterite, e sta diventando un problema sempre più importante per gli adulti, con i casi di parotite e pertosse che negli ultimi anni sono aumentati soprattutto nei soggetti con più di 15 anni. Secondo quanto emerso nel corso della conferenza, i vaccini sono sostanzialmente vittime del loro stesso successo: l’incidenza delle malattie si riduce e così si crede di poterne fare a meno. In base ai dati presentati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dal 2000 al 2009 quasi 5 milioni di bambini europei sotto i due anni non sono stati vaccinati contro morbillo-parotite-rosolia. Una prassi che ha contribuito al picco recente di infezioni di morbillo negli adulti, con il 25% dei casi registrati tra il 2014 e il 2016 che ha colpito gli over 30.

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