Caso Davide Cervia, la moglie Marisa: “Il ministro Trenta vuole istituire una commissione parlamentare d’inchiesta”

di SERGIO TRASATTI/ Torna al centro delle cronache il caso della scomparsa di Davide Cervia: il 31enne ex sottufficiale della Marina militare, esperto in guerre elettroniche, rapito a Velletri il 12 settembre del 1990, alla vigilia della prima Guerra del Golfo (nella foto in home page: Davide Cervia quando era in Marina). Una scomparsa inizialmente liquidata come “allontanamento volontario”. La famiglia invece è sempre stata convinta che Davide fu rapito proprio per le sue importanti conoscenze tecniche. Non a caso nei giorni scorsi, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha ammesso i tanti “errori di Stato” commessi, annunciando di non voler impugnare la sentenza di condanna del suo stesso dicastero. Le accuse nei confronti del ministero della Difesa sono importanti e gravi visto che si parla di “omissioni, negligenze e depistaggi”.

Le parole della moglie di Cervia. Il caso è stato nuovamente approfondito a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, la Radio dell’Università Niccolò Cusano. Al microfono di Fabio Camillacci, Marisa Gentile (moglie del sottufficiale) ha rivelato: “Siamo in attesa di essere ricevuti dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta e so che lo stesso ministro sta lavorando affinchè alcuni parlamentari, soprattutto del M5S, propongano la costituzione di un’apposita Commissione Parlamentare d’inchiesta per fare chiarezza sul caso Davide Cervia. Ci tengo pertanto a ringraziarla e a sottolineare che prima del suo arrivo al ministero della Difesa, abbiamo sempre avuto le istituzioni contro di noi.

Le critiche all’ex ministro Pinotti. Marisa Gentile ha aggiunto: “Abbiamo sempre dovuto lottare proprio contro coloro che invece avrebbero dovuto aiutarci. Ad esempio il precedente ministro Roberta Pinotti aveva snobbato la vicenda, dando addirittura ordine all’Avvocatura dello Stato di impugnare la sentenza del Tribunale di Roma. Quindi, oggi trovarsi di fronte a un ministro che non solo rinuncia all’appello ma chiede scusa a nome dello Stato per tutto quello che come famiglia Cervia abbiamo subito in tutti questi anni, per come sono state condotte le indagini e per i tanti errori che sono stati fatti da vari organi istituzionali, mi sembra veramente un’inversione di tendenza rispetto al passato, un grande risultato”.

Elogi per il ministro Trenta. La moglie di Davide Cervia in chiusura di intervista ha voluto ribadire un concetto: “Ripeto, fino all’arrivo del ministro Trenta, purtroppo abbiamo sempre trovato un muro di gomma alzato dalla Pinotti come dai precedenti governi della Repubblica. L’attuale ministro della Difesa invece ha ammesso le negligenze, i depistaggi e le omissioni da parte di pezzi dello Stato. Pertanto, ora noi ci aspettiamo che si faccia chiarezza sull’intera vicenda e ci aspettiamo anche che qualcuno pensi ai miei due figli Erika e Daniele, privati fin da piccoli del papà. Privati della loro serenità, ancora oggi portano su di loro le ferite morali e psicologiche di questa assurda storia; anche alla luce delle minacce, delle telefonate e delle lettere anonime che abbiamo ricevuto negli anni e degli attentati che abbiamo subito in casa”. Dopo questa prima parziale verità acclarata, l’auspicio adesso è che si possa arrivare ai nomi dei responsabili del sequestro Cervia e soprattutto sapere che fine ha fatto il sottufficiale, per dare pace a una famiglia che vive nell’angoscia da quasi 30 anni (nella foto a sinistra: Marisa Gentile intervistata da “Chi l’ha visto?”).

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