di MARCO VALERIO/ Anche l’annata 2024 si prospetta anomala, con incognite preoccupanti che non renderanno facile la vita dei nostri viticoltori. Dopo un inverno caldo e secco che ha portato allo stato di siccità numerose regioni italiane e ad un anticipo delle fasi fenologiche della vite (ancora più dell’annata 2023!), le condizioni climatiche, sempre più in rapido cambiamento, ricordano ormai i tipici monsoni delle aree tropicali del nostro pianeta. Se in principio il rischio poteva essere la mancanza d’acqua a fronte di germogli in uno stato avanzato, ora lo è la peronospora che ha già falcidiato il vigneto italiano lo scorso anno e promette di essere ancora più aggressiva nel 2024. Nel Lazio, a febbraio 2024 si discuteva su come gestire al meglio i fondi del Piano Regionale straordinario di incremento e risparmio delle riserve idriche per il contrasto all’emergenza climatica in agricoltura.
La nota d’allarme. Secondo l’Osservatorio sulle Risorse idriche dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), le piogge di inizio anno nel Lazio, hanno registrato il minimo storico, con un deficit di oltre il 72% e una temperatura media superiore di 2 gradi e mezzo rispetto al consueto (appena 21mm caduti in nel mese di gennaio, quando la media negli ultimi 20 anni è stata di 76 mm). Nemmeno il tempo di iniziare i lavori, che le priorità erano cambiate: le forti precipitazioni hanno spinto l’Arsial a dover pensare anche alla prevenzione delle fitopatologie. Il 27 maggio 2024, il Servizio Fitosanitario Regionale aveva già emanato la determinazione n. G06339 per le misure di controllo ed emergenza della Plasmopara viticola, la terribile peronospora della vite. Nel 2023, questa malattia aveva dimezzato le rese in tutto il Lazio, e in alcuni casi ha reso impossibile la vendemmia con perdite che superavano il 90%.
I provvedimenti di prevenzione. Oltre alla quantità, anche la qualità si è talvolta rivelata inadeguata, spingendo molte aziende a dover prendere decisioni radicali per non compromettere la propria reputazione e allo stesso tempo cercando di calmierare l’aumento dei prezzi per mantenere vivo il proprio mercato. Il rischio per il Lazio è maggiore perché è tra le Regioni più virtuose nell’applicare regimi di difesa integrati senza contare i numerosi vigneti biologici: questo significa che i prodotti fitosanitari a disposizione sono pochi e con modalità d’azione più lente rispetto a quelli puramente convenzionali. L’unica strada percorribile, è quindi la prevenzione tempestiva attuata attraverso le buone pratiche in vigna, il sostegno da parte degli organi regionali e la collaborazione tra i diversi attori.
Previsioni. Questo 2024 potrebbe rivelarsi un altro anno faticoso per il Lazio, ma anche la possibilità di rendere più forte ed efficiente la rete di cooperazione tra le parti della filiera vitivinicola, con l’obiettivo di poter offrire qualità ad un giusto prezzo caratteristica principale dei vini della nostra regione. Il presidente AIS (Associazione Italiana Sommelier) Lazio, Francesco Guercilena ha dichiarato: “Noi di AIS formiamo da anni appassionati e professionisti nel mondo del vino anche a queste tematiche. Rappresentiamo la più antica e qualificata associazione di sommelier d’Italia e abbiamo il dovere statutario di formare persone consapevoli del loro territorio e della filiera del vino. Nelle 8 delegazioni che coprono interamente il territorio regionale offriamo la possibilità di entrare in un mondo che crea opportunità di conoscenza e lavoro. Le offerte di lavoro sono altissime perché siamo qualificati e ben preparati”.
Info utili. Sul sito di AisLazio.it si possono trovare tutte le informazioni necessarie per frequentare i Corsi, dal primo al terzo livello, per poter entrare nel mondo di AIS e comprendere meglio la realtà laziale e quella di altre regioni. Il Primo livello inizierà il 3 ottobre presso i Castelli Romani, l’8 ottobre a Frosinone, il 14 ottobre a Latina, il 17 ottobre a Roma e il 21 ottobre a Viterbo poi di seguito nelle altre delegazioni. Per AIS la Cultura del vino è conoscere l’ambiente dove si vive e rispettarlo, agendo per la tutela dei territori, delle persone e delle colture.
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