di FABIO CAMILLACCI/ Nel mondo del calcio il caos continua a regnare sovrano. Come scrivemmo tempo fa su Altroquotidiano e ribadito mercoledi 13 maggio, nonostante le apparenze, la Lega di Serie A non è compatta: sono molti i club per niente convinti di poter riprendere ad allenarsi e giocare con il protocollo sanitario deciso dal Comitato tecnico scientifico e approvato dalla Figc. Questo filtra da fonti vicine a Inter, Napoli, Milan, Cagliari, Verona, Brescia, Atalanta, Sassuolo, Fiorentina, Sampdoria e Genoa. Ovvero, a 11 società su 20 questo protocollo non piace; e il fronte potrebbe anche allargarsi ad altri club.
Le criticità evidenziate. Secondo le suddette società del massimo campionato di calcio, ci sono troppe lacune sugli allenamenti collettivi e troppe difficoltà logistiche per quanto riguarda il ritiro precampionato. Ad esempio il nodo della “clausura” in hotel. Il documento insomma è considerato inapplicabile e, se non verrà rivisto, le squadre alla fine potrebbero anche decidere di non cominciare il ritiro e di fatto lasciare incompiuta la stagione 2019-2020 a livello di Serie A e Coppa Italia. A questo punto, qualche club (il Milan su tutti) vuole provare a convincere il Comitato tecnico scientifico del Governo Conte a rendere il protocollo più conforme alle esigenze specifiche per un corretto allenamento in totale sicurezza che renda i giocatori pronti a riprendere l’attività.
La nota finale della nuova riunione della Lega di Serie A. Nel comunicato si legge: “Si è svolta in video conferenza una riunione tra rappresentanti delle Società e medici delle stesse per un’analisi delle indicazioni sulla ripresa degli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio. L’incontro si è svolto in un clima propositivo e di collaborazione tra Club e componente medica, con l’obiettivo di trovare soluzioni idonee e praticabili nell’applicazione delle istruzioni ricevute, con particolare riferimento alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi. A tale proposito domani mattina la Lega Serie A, insieme ai vertici della FMSI e al Dott. Nanni, si riunirà con la Figc, per individuare insieme un percorso costruttivo di confronto con il Ministro della Salute, con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, con il CTS, e giungere a un protocollo condiviso”.
Le perplessità sollevate dall’Assocalciatori. Anche il sindacato dei giocatori ha detto la sua in una nota ufficiale: “Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A, per esaminare le modifiche apportate al protocollo Figc a seguito delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico del Governo. Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione. L’ipotesi del ritiro per la creazione del ‘gruppo squadra’ è stata valutata e condivisa fin dall’inizio, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato 2019-2020 appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso. Inoltre, le modalità di gestione delle eventuali positività di un membro del ‘gruppo squadra’, non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato”.
Sono in pratica le stesse perplessità espresse dal presidente del Coni. Giovanni Malagò infatti ha dichiarato: “La Serie A al 99% riparte il 13 giugno, ma non so se arriverà alla fine. Squadra in quarantena in caso di positività singola? La norma può essere rivista. In Germania hanno già l’accordo su cosa fare in caso di nuovo stop, qui no”. Per tutto questo e tanto altro, continuiamo a scrivere che difficilmente il campionato ripartirà; anche perchè nel calcio e nelle istituzioni sono in tanti a fare come quei disoccupati che cercano lavoro e pregano Dio di non trovarlo. Cioè predicano in favore della ripresa ma per una serie di motivi (economici e di salute) pregano Dio che non si riparta. Ma allora perchè non dirlo esplicitamente e chiuderla qui invece di andare avanti con questa pantomima?
Giallo partitelle vietate in casa Lazio. Il Corriere della Sera ha svelato che a Formello nel centro sportivo della squadra biancoceleste si sarebbero svolte anche delle partitelle “tre contro tre” vietate in base al protocollo in vigore che attualmente consente solo allenamenti individuali. Una rivelazione che ha fatto scalpore e che ha suscitato anche molte reazioni sdegnate sui social, la maggior parte delle quali improntate alla censura sull’operato della formazione romana. La Lazio però smentisce e sostiene che ci sarebbero state solo delle esercitazioni con l’uso della palla a gruppi di tre giocatori distanziati tra loro a più di dieci metri, quindi nel rispetto delle regole. E allora chi mente? La Lazio o il Corriere della Sera?
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