CALCIO, CHAMPIONS LEAGUE/ Il sogno del Napoli contro il Real Madrid dura un tempo: dal gol di Mertens al doppio acuto di Sergio Ramos. Azzurri fuori dall’Europa, “Blancos” ai quarti

di FABIO CAMILLACCI/ Un primo tempo tutto azzurro, una ripresa tutta bianca: Napule mille culure, ma gode il Real Madrid. Il San Paolo, pieno in ogni ordine di posto, è una bolgia e trascina la squadra: prima sogna la clamorosa impresa di eliminare i campioni d’Europa e del Mondo in carica, poi si risveglia fuori dalla Champions League. Serviva un’impresa per ribaltare l’1-3 subito al Bernabeu nell’andata degli ottavi di finale. Il sogno “remuntada” dei partenopei dura appena 27 minuti: dal 24′ quando Mertens fa esplodere Fuorigrotta, al 51′ quando Sergio Ramos, ancora lui, l’uomo della Provvidenza madridista, segna il gol del pareggio (nella foto a sinistra: lo spettacolo sugli spalti).

“Siempre Sergio Ramos”. Così titola giustamente il sito del quotidiano sportivo spagnolo Marca, giornale di Madrid e madridista. Sergio Ramos: detto anche “Mister Champions League” per le reti che sono valse al Real le ultime due Coppe dei Campioni contro i cugini dell’Atletico (nella foto in home page: l’esultanza di Ramos al San Paolo con tanto di linguaccia). Le ultime due Champions dei “Blancos” (2014 e 2016) di una striscia da record di 11 trionfi. Nessuno come i “Galacticos”. Ramos prima pareggia, poi raddoppia e di fatto chiude il conto. Il tris dell’ex juventino Morata al 90′ serve solo per gli almanacchi: 3-1 e “Merengues” ai quarti di finale. Peccato, un vero peccato, perché il primo tempo del Napoli era stato quasi perfetto, quasi perché era mancato solo il raddoppio. Alla fine, invece, i giganti madridisti hanno avuto la meglio e si è capito perché tra tanti campioni la fascia al braccio la porta un difensore come Ramos. “Siempre Sergio Ramos”.

Napoli, un primo tempo da favola. Logico, quasi scontato, che il Napoli partisse forte perché lo imponeva il punteggio dell’andata e lo chiedeva la spinta del pubblico. Il Real invece cerca di palleggiare lasciando liberi di scambiarsi spesso le posizioni i tre fenomeni della BBC: Bale-Benzema-CR7. Fenomeni stasera in ombra. Tra gli azzurri, Hamsik, impreciso al tiro, è chiamato ad inserirsi in avanti per farsi trovare alle spalle dei centrocampisti avversari e aprire la scatola difensiva spagnola. Navas viene impegnato da Insigne con un bel tiro dalla distanza, ma in generale la pressione azzurra è costante perché il possesso palla è fluido. Quando però Koulibaly sbaglia, Bale riparte veloce e Kroos al volo riscalda la serata di Reina. L’asse tedesco-gallese è quello che funziona meglio per Zidane, ma il Madrid sulla sua destra soffre troppo. Al 24′ la prima svolta del match: azione perfetta del Napoli sull’asse Insigne-Hamsik-Mertens, tutto semplice ma fatto a grande velocità: il belga solo davanti a Navas lo fulmina con il sinistro facendo esplodere il San Paolo. Il copione tattico cambia, il Real alza il pressing con le punte e così nemmeno cinque minuti dopo Cristiano Ronaldo fallisce il pari in maniera sorprendente: manovra perfetta dei “Blancos” (stavolta in maglia nera) da sinistra a destra con Benzema che imbecca CR7, dribbling a saltare Reina, bravo comunque a rimanere in piedi: palo pieno del portoghese da posizione defilata. Il Madrid però concede troppi spazi e il Napoli vive di fiammate. Al 37′ è Mertens a colpire il legno dopo un rimpallo che lo favorisce: girata da centravanti vero ma la sorte nega la doppietta al belga prima dell’intervallo.

I muscoli del capitano Real. La ripresa inizia con ritmi più compassati e con un Real Madrid che sembra più determinato nella riconquista del pallone; non a caso Benzema ci mette due minuti a calciare per la prima volta verso Reina, palla a lato. Sarri teme le palle da fermo e Ramos al 6′ non lo smentisce: terzo tempo su angolo di Kross e palla all’angolino opposto. Uno a uno e sogno del Napoli interrotto. A spezzarlo definitivamente, cinque minuti dopo, ci pensa lo stesso Ramos, sempre su azione d’angolo. Il suo colpo di testa è imprendibile per Reina in virtù del tocco di Mertens. Qualificazione in archivio anche se il Napoli, trascinato da Rog, riprende a spingere. Impossibile pensare di ribaltare il risultato, legittimo il desiderio di non perdere. Così Koulibaly prova a imitare Ramos in un paio di circostanze ma senza successo mentre Ronaldo si incaponisce alla ricerca del gol che in Champions gli manca da tempo (anche se la vera occasione per il tris capita a Carvajal). Nel finale c’è spazio solo per la gioia personale dell’ex juventino Morata, lesto a ribadire in rete una respinta corta di Reina, e per gli applausi del San Paolo rivolti agli azzurri dal pubblico di casa. Il sogno è stato bello, finché è durato. Ma sognare è stato comunque bello.

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