Botta e risposta tra Commissione Europea e governo italiano. I commissari Moscovici e Dombrovskis hanno inviato una lettera (inusuale) al ministro italiano dell’Economia, professor Tria, in cui affermano che «i target di bilancio rivisti sembrano, ad una prima vista, puntare ad una deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio europeo. Questa è una fonte di seria preoccupazione e pertanto chiedono di assicurare che la bozza di legge di stabilità sarà in linea con le regole comuni di bilancio».
Immediata la risposta (informale) del governo italiano: «In merito alla lettera di risposta inviata al ministro Tria (nella foto accanto con il presidente Conte), fonti di Palazzo Chigi fanno presente che non c’è stata alcuna bocciatura da parte dell’Ue, anche perché non è stata ancora avviata – né poteva essere – alcuna interlocuzione formale. La valutazione della Commissione Ue, si ricorda, avverrà in base al documento “draft budgetary plan” che sarà inviato dal Governo italiano entro il 15 ottobre. Il Governo rimane fortemente convinto della bontà delle misure che andranno a costituire la manovra economica. Altrettanto forte è la volontà ad avviare un dialogo costruttivo con l’Ue».
La preoccupazione dell’Ue sul deficit – La legge di bilancio 2018 si preannuncia una maxi manovra da 35-40 miliardi. Una cifra quasi doppia rispetto a quelle degli ultimi anni, ma che – nelle intenzioni del governo – sarà necessaria per rilanciare la crescita economica e ridurre progressivamente, fino ad annullarlo, il differenziale con l’Europa. Dal documento spuntano come novità tagli di spesa e una stretta su agevolazioni e acconti fiscali. Ma è l’aumento del deficit strutturale che preoccupa l’Europa, che non perde tempo e ribatte subito ai documenti inviati dall’Italia. Non si fa attendere la risposta del ministro Tria che si dice convinto che si aprirà un “confronto costruttivo”. Anche perchè “i deficit fanno parte degli strumenti di politica economica consentiti dalla prassi”. Tria spiega la necessità, in un contesto di una congiuntura che rallenta, di fare una manovra espansiva. Ma questo – si legge nel Def – solo in parte poggerà sull’aumento del deficit.
Investimenti, sostegno al reddito, politiche a favore delle imprese consentiranno di spingere sull’acceleratore del Pil, richiedono risorse. Per far quadrare i conti bisognerà anche tirare la cinghia su altri fronti, a partire dai tagli di spesa, nei ministeri e non solo, e da una nuova, inaspettata, stretta fiscale: dalla cancellazione di incentivi all’aumento degli acconti delle imposte sui redditi. La Nota di aggiornamento al Def descrive, nero su bianco, la lista delle coperture previste per reddito di cittadinanza, revisione della Fornero, flat tax sugli autonomi e Ires agevolata sugli utili reinvestiti.
Intanto slitta di un giorno l’approdo in Aula del provvedimento. L’esame, inizialmente previsto dai capigruppo per il 10 ottobre, avrà inizio l’11 dalle 16.
Confermate le stime del Pil del triennio all’1,5% per il 2019, l’1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021; la spesa per il 2018 è cifrata a 3,6 punti di Pil contro i 3,5 del Def. Confermati 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota 100 sulle pensioni; l’Iva non salirà nel 2019 ma, salvo altri interventi, tornerà a crescere dal 2020; previsti 10 miliardi di privatizzazioni in due anni; verso l’abolizione del patto di stabilità interno. Il prossimo anno tagli alla spesa per 3,6 mld. La legge di bilancio sarà accompagnata da 12 disegni di legge, uno specifico per il reddito di cittadinanza. Il governo conferma l’intenzione di mettere mano ai ticket sanitari. Bruxelles prepara “presto” la risposta all’Italia. Ricorderà al governo obiettivi e regole Ue per non violare il Patto.
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