BAYERN COME I LANZICHENECCHI/ Champions League: nell’andata degli ottavi di finale, i tedeschi campioni di tutto saccheggiano lo stadio Olimpico biancoceleste. Finisce con un perentorio 4-1 e alla Lazio poteva andare anche peggio

di FABIO CAMILLACCI/ Bayern Monaco: la squadra campione d’Europa e del Mondo, la squadra più forte del Mondo, centra un altro sacco di Roma. I lanzichenecchi del calcio però stavolta a un certo punto si fermano graziando la Lazio, schiantata comunque con un perentorio 4-1 nell’andata degli ottavi di finale di Champions League. E dire che ai bavaresi mancavano ben 6 pedine importanti, tra cui i fortissimi Gnabry, Muller e Tolisso. Nonostante tutto, nonostante le grandi aspettative di media e laziali, all’Olimpico non c’è mai stata partita: alla fine del primo tempo 3-0 per i tedeschi.

Proprio nella prima frazione di gioco il Bayern ha asfaltato la squadra di Simone Inzaghi prima di tirare il freno a mano. Teutonici a segno con Lewandowski (su regalo di Musacchio), con il baby centrocampista anglo-tedesco Jamal Musiala, 18 anni il 26 febbraio prossimo, e con la forte ala di origine senegalese Leroy Sanè. A inizio ripresa il copione non cambia e gli ospiti calano il poker: nuovo straordinario spunto di Sanè e autogol di Acerbi. Di Correa la rete della bandiera biancoceleste. Per la Lazio, un amaro ritorno negli ottavi di Champions dopo ben 20 anni di assenza. Le parate di Pepe Reina evitano un passivo più pesante.

Il duello tra bomber lo vince nettamente Lewandowski. Il polacco scatta subito in vantaggio nella sfida a distanza con Ciro Immobile, “Scarpa d’oro 2019-2020” ma da sempre molle nelle partite internazionali, anche in maglia azzurra. Immobile incide solo nel mediocre campionato italiano. Lewa invece apre le marcature al 9’ imprimendo una svolta immediata al match. Tradotto: una partita senza storia sotto tutti i punti di vista. Superflua e soprattutto pericolosa in tempi di Covid-19, la festa dei tifosi laziali radunatisi prima della gara per incitare la squadra. Ma non sono vietati gli assembramenti?

La partita particolare di “Inzaghino”. Un leone in gabbia l’allenatore della Lazio visto che in Europa non ti permettono di fare lo show che lui ama fare in ogni partita in Italia. Un diavolo sempre fuori dalla cosiddetta “area tecnica” ma mai ripreso dai nostri arbitri, chissà perchè. In Champions gli arbitri non transigono e se ne accorgono anche i calciatori che non sbraitano con il direttore di gara in ogni occasione. Il Bayern toglie il respiro a Simone Inzaghi, poche urla durante la sfida, e al termine Simone ha voce per dire corbellerie davanti alle telecamere.

Le dichiarazioni fuori luogo. Con una voce non rauca come sempre, Inzaghi ha il coraggio di dire: “Bayern fortissimo, ma i gol avrebbe dovuto segnarseli da solo. Mi sarebbe piaciuto giocarmela con un episodio a favore, ma il primo gol ha indirizzato tutta la partita. Ora testa al campionato”. Per Fabio Capello, ospite di Sky, è troppo: “Simone devi essere obiettivo, il Bayern ha dominato dall’inizio alla fine”. Come dargli torto? Inzaghi ama piangere da sempre accampando scuse in stile Antonio Conte: mai obiettivo ma continuamente a caccia di pseudo giustificazioni. Il 17 marzo il match di ritorno in Germania (in home page e in alto: foto LaPresse-Gazzetta.it).

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