Bambina di 11 anni incinta: stuprata dal vicino di casa 35enne, arrestato. I numeri delle violenze sulle donne

Un uomo di 35 anni è stato arrestato dalla polizia, a Torino, perché accusato di aver abusato della figlia undicenne di una vicina di casa di cui si prendeva cura quando i genitori non c’erano. La piccola, lo scorso 17 novembre, è stata accompagnata all’ospedale dalla mamma perché “aveva la pancia gonfia”. I medici le hanno rivelato che, in realtà, la bambina aspettava un figlio. Al momento l’uomo, difeso dall’avvocato Wilmer Perga, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

VIOLENZA SULLE DONNE. BILANCIO ALLARMANTE

Cento sagome bianche ognuna con affisso un foglio con la storia di una vittima di violenza. E’ l’installazione dal titolo “Senza parole” che da oggi al 25 novembre, Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, viene ospitata presso i Giardini di Piazza San Marco per iniziativa dell’Ugl, Roma, 23 novembre 2017. ANSA / ETTORE FERRARI

Sono 84 gli omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017, in calo rispetto ai 109 nello stesso periodo del 2016. Di questi 61 si sono verificati in ambito familiare, e 31 sono stati femminicidi, termine non giuridico ma di uso comune, che identifica l’omicidio di una donna da parte di un uomo come forma estrema di prevaricazione. Sono i dati aggiornati della Polizia sugli omicidi volontari, che non tengono ancora conto di quelli che si sono verificati negli ultimi due mesi. Secondo il rapporto Eures in 10 mesi sono state 114 le donne uccise.

E le cronache dicono che sono tre solo negli ultimi giorni: Maddalena Favole, 84 anni, uccisa domenica dal figlio in provincia di Cuneo; Anna Lisa Cacciari trovata morta lunedì nella sua cosa a Bubrio e Marilena Negri, la 67enne, accoltellata ieri al parco Milano. Le cifre degli ultimi 10 anni, dicono che gli omicidi volontari diminuiscono nel nostro Paese, ma non quelli in cui la vittima è donna, che erano, infatti, 150 nel 2007 e 149 nel 2016. Di conseguenza è aumentata la percentuale rispetto al totale, dal 24% degli omicidi nel 2007, al ben più grave 37% nel 2016. Il 73% avvengono tra le mura di casa e nel 56% dei casi l’assassino è il partner o l’ex partner.

Ci sono poi quelli che le forze dell’ordine chiamano ‘reati spia‘: stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali. Tutti in calo quest’anno. Le denunce per stalking sono state 8.480 tra gennaio e settembre 2017, in calo del 15,76% rispetto alle 10.067 nello stesso periodo del 2016; i maltrattamenti in famiglia sono stati 9.818 a fronte di 10.876 nello stesso periodo del 2016; le violenze sessuali (di cui oltre il 90% su donne) 3.059 a fronte di 3.095 nello stesso periodo del 2106 (- 1,16 %).

Secondo la Polizia, questi reati sono “indici importanti di un rapporto uomo-donna malato, che può pericolosamente degenerare”. Sono tutti in leggera flessione, ma i dati vanno letti con attenzione: da un lato possono essere un segnale positivo nella lotta alle discriminazioni di genere, ma dall’altro, la riduzione delle denunce, può nascondere un sommerso di paura e solitudine. Un aspetto messo in rilievo dal Capo della Polizia, Franco Gabrielli che parla di un “numero oscuro” di chi non denuncia perché pensa ai figli, alle conseguenze, alla vergogna: “Noi forze di polizia interveniamo quando il male è acuto e si manifesta. Ma questo genere di reati, che sono in fondo dei crimini contro l’umanità prima ancora che con la repressione deve essere affrontato con la prevenzione”. La prevenzione si fa con l’informazione e con le politiche sociali.

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