E’ scoppiata in un pianto liberatorio e ha abbracciato tra gli applausi i suoi avvocati. Cosi la sindaca di Roma Virginia Raggi ha accolto la sentenza che la vedeva imputata nel processo sulla nomina di Renato Marra con l’accusa di falso.
La Raggi, in trench beige, era arrivata accompagnata dal marito Andrea Severini. E’ la prima volta che lui l’accompagna da quando è cominciato il processo. In Aula, oltre a tanti giornalisti, presenti anche alcuni consiglieri M5S.
Questa sentenza fa giustizia di due anni di speculazioni politiche su un reato inventato di sana pianta, con una accusa che i due pm hanno cercato di sorreggere proponendo una motivazione davvero acrobatica, avendo a sostegno la testimonianza di una ex capo di gabinetto che all’epoca della nomina di Renato Marra a dirigente del Turismo capitolino non era da tempo più in carica e non poteva far testo per l’accusa che il fratello di Marra avesse influenzato la Raggi nel fare quella nomina.
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