ARRIVA IL GOVERNO DEL PRESIDENTE/ Cottarelli ammette: «Un programma per riportare gli italiani a votare in autunno»

Mattarella, dopo aver costretto alla rinuncia il professore Giuseppe Conte, ha affidato stamattina al dottor Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, l’incarico di formare un governo. Sarà un “governo a termine” che – poiché non  otterrà la fiducia del parlamento, che quindi verrà sciolto – avrà solo il compito di gestire l’ordinaria amministrazione, di approvare, forse, il documento di bilancio, e di riportare gli italiani alle urne in autunno. Perciò sarà composto da ministri che si impegnano rigorosamente a non esercitare un ruolo politico ed anzi a non candidarsi alle prossime elezioni.

Cottarelli, che, come di rito, si è riservato di accettare, ha così definito l’incarico ricevuto:  «Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta. In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell’ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto».

«Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari – ha detto ancora Cottarelli -, lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici. Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale dell’Italia».

Cottarelli si è poi recato a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera Roberto Fico. Non ha potuto incontrare invece la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, perché fuori sede.

Intanto lo spread, dopo un’apertura al ribasso, è tornato a salire fino a 230 punti, perché lo scontro politico e istituzionale resta altissimo, anche se Salvini e la Lega non si sono uniti a Luigi Di Maio e Giorgia Meloni nell’ipotizzare la richiesta di messa in stato di accusa di Mattarella per attentato alla Costituzione dopo che ha posto il veto alla nomina del professor Paolo Savona a ministro dell’Economia.

 

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