Arrestato il sindaco di Riace per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ diventato un simbolo della integrazione

Il sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano (foto Ansa di Cesare Abbate)

La Guardia di finanza ha arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Riace (Reggio Calabria), Domenico Lucano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. L’arresto é stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.

La Procura della Repubblica di Locri in una nota informa che “i finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito, alle prime luci dell’alba, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di ‘Mimmo’ Lucano, sindaco del Comune di Riace e il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Xenia’”.

Il settimanale “l’Espresso”, che all’opera di Mimmo Lucano  aveva dedicato uno speciale qualche mese fa, scrive nel suo sito: «A quanto si è appreso, il provvedimento cautelare è la conseguenza delle indagini coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per concussione e truffa nell’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. In agosto, per protesta contro i tagli e i ritardi nell’erogazione dei fondi del ministero destinati al Comune di Riace, il sindaco aveva attuato iniziative di protesta uno sciopero della fame. Nella sua battaglia per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, Lucano – ricorda infine “l’Espresso” – è entrato spesso in polemica anche con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini che in giugno lo aveva definito “uno zero”».

Le “banconote” con l’immagine di Franco Basaglia, Franca Rame e Dario Fo, in una foto di archivio del 6 aprile 2018. (Foto Ansa di Igor Petyx)

Tra le accuse rivolte al sindaco di Riace c’è anche quella di aver creato una  “moneta per migranti (foto a lato) sotto forma di buoni emessi dal Comune, per consentire alle centinaia di migranti ospitati a Riace di effettuare acquisti di generi di prima necessità nei negozi appositamente convenzionati con l’ente. I titolari dei negozi venivano poi rimborsati dal Comune nel momento in cui arrivavano i fondi europei per l’accoglienza dei migranti. Sulle banconote coniate dal Comune, Lucano fece stampare le foto di personaggi famosi come lo psichiatra Franco Basaglia o Franca Rame con Dario Fo. L’iniziativa é stata attuata in collaborazione con l’ associazione “Città futura” creata dallo stesso Lucano e gestita dalla moglie del sindaco di Riace, dalla quale si é poi separato.

Il procuratore di Locri. «Domenico Lucano ha dimostrato una “spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito”, nell’ammettere “pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni ‘di comodo’». Lo afferma il procuratore di Locri Luigi D’Alessio, in una nota. Al riguardo viene riportato un dialogo intercettato dalla Guardia di finanza sul matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato per tre volte il permesso di soggiorno. “Lei – dice Lucano – ha solo la possibilità di tornare in Nigeria. Secondo me l’unica strada percorribile, che lei si sposa! Io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un italiano. Mi fa un atto notorio dove dice che è libera e siccome è richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti. Se succede questo, in un giorno li sposiamo”.

La Procura della Repubblica di Locri, in una nota diramata alla stampa, parla, in relazione ai reati contestati a Lucano ed alla compagna, di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. La misura cautelare – si aggiunge – rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”

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