ArcelorMittal presenta l’atto di citazione per recedere dal contratto perla gestione dell’ex Ilva di Taranto dando il via alla battaglia legale contro il governo

Depositato a Milano l’atto di citazione da parte di ArcelorMittal sul recesso del contratto. Domani, mercoledì 13 novembre, il presidente del Tribunale assegnerà la causa. E i sindacati scrivono all’azienda: ‘il recesso non fermi il confronto’. ‘L’Ilva deve continuare a produrree il governo è impegnato collegialmente per questo obiettivo’, dice il ministro Gualtieri, chiedendo ‘il rispetto degli accordi e l’individuazione di una soluzione sostenibile di mercato’. Il premier Conte scrive ai suoi ministri invitandoli ad aprire un ‘cantiere Taranto’ per il suo rilancio, con tutti gli attori istituzionali.
E spunta l’ipotesi di rafforzare i presidi sanitari nella città pugliese. Toni accesi e un clima teso hanno segnato la riunione di Conte con i parlamentari pugliesi del M5s, che si è chiusa con una sostanziale fumata nera sulla questione dello scudo penale per ArcelorMittal.

I legali di Arcelor Mittal hanno depositato all’iscrizione a ruolo in Tribunale a Milano l’atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all’acquisto, dell’ex Ilva. L’atto è già sul tavolo del presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi. Con il deposito, la causa è stata iscritta a ruolo e ora il presidente Bichi dovrà assegnare il procedimento, in base a rigidi criteri tabellari, a una delle due sezioni specializzate in materia di imprese.

Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri nel corso dell’audizione sulla manovra in Senato ha detto:  “vogliamo il ripristino degli approvvigionamenti, l’Ilva deve continuare a produrre e il governo è impegnato collegialmente per questo obiettivo“. “gli obiettivi di bonifica sono tanto più realizzabili quanto più va avanti il piano industriale, sono strettamente legati”. Il tema all’ordine del giorno per l’Ilva non è la nazionalizzazione, ma “il rispetto degli accordi e l’individuazione di una soluzione sostenibile di mercato e di rilancio, anche per il conseguimento degli obiettivi di bonifica”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in commissione bilancio. “Piano industriale e ambientale sono strettamente collegati, si deve puntare al ripristino degli approvigionamenti e che l’Ilva continui a produrre. Il governo è impegnato collettivamente e collegialmente a questo obiettivo”.

I sindacati dei metalmeccanici “esprimono valutazioni diverse” da ArcelorMittal sul sussistere delle condizioni per rescissione del contratto e retrocessione dei rami d’azienda dell’ex Ilva. Lo scrivono all’azienda ed ai commissari straordinari i segretari generali delle organizzazioni dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Uilm, indicando come “urgente l’incontro ed il confronto per discutere sulle prospettive e sul rispetto degli accordi e degli impegni assunti”. Auspicano che la sede sia il ministero dello Sviluppo.

Se provochi un disastro ambientale, si deve pagare“. Lo ha detto Luigi Di Maio a ‘Fuori dal coro’, che andrà in onda stasera alle 21.30 su Rete 4, parlando dell’ex Ilva, a proposito dello scudo penale.

“No a uno scudo penale sine die. Meglio invece una norma di diritto speciale, una norma ad hoc che potrebbe essere accettabile se avesse una scadenza temporale. Ma affinché questa scadenza sia accettabile, deve essere agganciata a un programma di decarbonizzazione. Questo è quello che ci ha prospettato il ministro Stefano Patuanelli, ma temo che il Movimento potrebbe non restare unito su questo”. L’ha detto il senatore del Movimento 5 Stelle Ugo Grassi.

“Non amiamo le nazionalizzazioni, i problemi non si possono risolvere così” . Lo afferma il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a margine dell’assemblea di Bergamo. “Le polemiche e le colpe non servono più – aggiunge – aspettiamo che il presidente del consiglio lavori e ci auguriamo e auspichiamo che si trovi una soluzione che coniughi sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale, perché questa è la questione”.

“Non è possibile che si continui a parlare solamente del contenzioso giudiziario mentre gli stabilimenti si stanno fermando, con effetti irreversibili per la continuità produttiva. La più grande acciaieria europea da un momento all’altro si spegnerà”. Lo denuncia il segretario generale della Uilm Rocco Palombella che accusa: “la produzione si sta fermando ed è la fine di tutto. Purtroppo – prosegue – tanti esponenti politici, nazionali e locali, parlano del futuro dello stabilimento senza conoscerne il ciclo produttivo”.

Sul quotidiano ‘La Repubblica’ è apparsa una lettera del premier ai ministri . Non solo l’ex Ilva, Taranto versa in “una più generale situazione emergenziale”, di fronte a cui “reputo necessario aprire un ‘Cantiere Taranto’, all’interno del quale definire un piano strategico, che offra ristoro alla comunità ferita e che, per il rilancio del territorio, ponga in essere tutti gli strumenti utili per attrarre investimenti, favorire l’occupazione e avviare la riconversione ambientale”.

E’ allo studio del ministero della Sanità, a quanto si apprende, un rafforzamento dei presidi del servizio sanitario nazionale sul territorio di Taranto. Il ministro Roberto Speranza potrebbe portare la proposta, su cui si sta lavorando in queste ore, sul tavolo del Consiglio dei ministri di giovedì, nel quale il premier Conte vuole avviare una discussione sul cosiddetto “cantiere Taranto”.

Un presidio di mamme, cittadini e rappresentanti di associazioni del fronte anti-Ilva – che chiedono la chiusura della fabbrica, le bonifiche con il reimpiego degli operai e la riconversione economica del territorio – è annunciato per domani, mercoledì, davanti la Portineria D (ingresso lavoratori) dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Una nuova iniziativa, spiegano i promotori, “in difesa del diritto alla salute dei tarantini. In queste ore cruciali per il futuro di Taranto il Governo non può ignorare la voce e le rivendicazioni dei cittadini”.

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