Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato la misura degli arresti domiciliari per il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta “Farmabusiness”. Il provvedimento aveva indotto Tallini a dimettersi dalla carica istituzione. Ora si parla di un evebtuale “abbaglio” del pm.
In realtà gli avvocati difensori Enzo Ioppoli, Carlo Petitto e Valerio Zimatore, in una memoria difensiva avevano fornito precisi riferimenti per contrastare l’ipotesi accusatoria, escludendo categoricamente che Tallini avesse avuto rapporti con la criminalità organizzata e che fosse consapevole del coinvolgimento della famiglia mafiosa dei Grande Aracri di Cutro nell’iniziativa imprenditoriale Farma Italia.
L’accusa – come avevamo riferito nel dare notizia dell’inchiesta – partiva dalla tesi che i tentacoli della cosca si sarebbero allungati sul consorzio farmaceutico nella cui struttura societaria Tallini aveva peraltro inserito il figlio Giuseppe. I legali di Tallini hanno negato ingerenze del loro assistito, all’epoca dei fatti contestati assessore al Personale, nella nomina del dirigente regionale Brancati che, secondo l’accusa, avrebbe agevolato la pratica che interessava al clan.
Quanto al presunto appoggio elettorale da parte di esponenti della criminalità organizzata, la difesa ha sostenuto che Tallini non ha mai né chiesto, né ricevuto alcun appoggio da associazioni criminali, potendo contare, invece, sui molti voti di tanti elettori.
Il Tribunale del riesame ha annullato anche le misure cautelari per gli indagati Salvatore Grande Aracri (difeso dall’avvocato Carmine Curatolo) e Gaetano Le Rose (difeso dall’avvocato Luigi Colacino), entrambi di Cutro. Nei giorni scorsi era stata revocata la misura dell’obbligo di firma all’avvocato Domenico Grande Aracri, fratello del boss ergastolano Nicolino.
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