Il giorno in cui su tutti i media appare la prima immagine di un buco nero, alla XIV edizione del National Geographic Festival delle Scienze di Roma, nell’elegante Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, va in scena l’incontro Fisiche, femminile plurale. Conversazioni di scienza tra donne di talento. La coincidenza è ovviamente del tutto casuale, ma fa pensare che mentre tutto il mondo vede qualcosa di sostanzialmente invisibile, c’è chi si occupa di portare alla ribalta la scienza sotto un riflettore quasi mai acceso: il punto di vista femminile.
Guidate da una frizzante Serena Dandini, che non perde battuta per alleggerire le quasi due ore di chiacchierata, le scienziate Elisabetta Baracchini, Viviana Fafone e Chiara Mariotti con passione, sagacia e precisione hanno raccontato la loro vita professionale. Le tre fisiche, che si occupano di materie affini, contigue, ma specificatamente differenti, hanno genuinamente oltrepassato i confini accademici per portare a una platea interessata e divertita uno spaccato del loro quotidiano, tra tenacia, speranze e grandi successi.
Una breve panoramica può agilmente mostrare il valore scientifico delle ospiti. Elisabetta Baracchini ha appena vinto un Grant europeo di quasi 2 milioni di euro per creare un nuovo team di ricerca e costruire un oggetto in grado di studiare la materia oscura: a quanto pare è ancora invisibile alla scienza ma sembra occupare la maggior parte dell’universo.
Chiara Mariotti ha vinto l’Emmy Noether Distinction for Women in Physics 2018 “per il suo eccezionale contributo alla scoperta e alla caratterizzazione del bosone di Higgs”; la Dandini ha fatto notare che la prima volta che una donna è stata ammessa all’Accademia Nazionale delle Scienze di Francia è stato solo nel 1976.
Viviana Fafone fa parte del progetto Virgo che da Pisa è connesso ad altri due istituti negli Stati Uniti e nel 2017 è stata tra le protagoniste della scoperta delle onde gravitazionali: un evento che molti colleghi credevano altamente improbabile e che si è avverato grazie a un messaggio interstellare partito dallo spazio più profondo oltre 1 miliardo di anni fa.
La serata, accompagnata dagli arditi medley musicali della Banda dell’Uku e da diversi cartoon esplicativi che hanno lasciato nella platea più domande che risposte, ha dimostrato come i pregiudizi sulle capacità teoriche delle donne siano solo uno dei tanti discorsi che un potere costituito (il maschilissimo mondo scientifico) promuove per rimanere saldo al proprio posto. E ha lasciato agli spettatori un divergente punto di vista sulle possibilità di ogni uomo e ogni donna: cominciate ad alternare le cure familiari e i lavori domestici e vedrete che sarete costretti a condividere le responsabilità nelle professioni.
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