“Non capisco – aggiunge Crisanti – chi dice che adesso bisogna guardare solo i dati di ricoveri e decessi: è come guardare solo i fotogrammi di inizio e fine di un film anziché guardarlo tutto, significa non avere cognizione di ciò che avviene sui territori e andare alla cieca. Se vogliamo avere la percezione su quello che succede è un conto, se invece dobbiamo cambiare i parametri per tranquillizzare le persone è un altro“.
“Noi pensiamo che coi vaccini si risolva tutto, ma non è così. Con un virus che cambia come questo, basare tutto sui vaccini a mio avviso non avrà l’effetto sperato, perché non abbiamo la capacità di aggiornare i vaccini alle varianti alla velocità con cui cambia il virus Sars-CoV-2″, ha affermato ancora Crisanti.
“Per riformulare il vaccino – ha ricordato – ci vogliono un paio di mesi, e 6 mesi per distribuirlo, nel frattempo il virus galoppa. Una cosa è vaccinare centinaia di migliaia di persone all’anno per l’influenza, altra cosa è vaccinare ogni anno decine di milioni di persone contro questo virus. Quando l’Inghilterra ha lanciato l’allarme su questa variante – ha detto il virologo riferendosi alla Delta – dovevamo impedire che arrivasse in Italia, con i controlli in entrata e in uscita. Ma il problema è europeo, perché se ogni Paese fa come gli pare, e in Italia ogni Regione fa come gli pare, diventa un casino incredibile“.
“Ci sono Paesi – ha ricordato Crisanti – che sono Covid-free pur non avendo vaccinato la popolazione in massa, come la Nuova Zelanda e la Corea del Sud, che hanno semplicemente implementato politiche per limitare la trasmissione del virus. A Singapore c’è stato un focolaio in un aeroporto, hanno testato tutte le persone potenzialmente coinvolte nell’attività dell’aeroporto e il focolaio l’hanno bloccato”.
CRESCONO I NUOVI CASI IN ISRAELE
Sono 732 i nuovi casi di coronavirus registrati in Israele nelle ultime 24 ore, il numero più alto registrato nella nuova ondata di contagi e il numero maggiore di positivi da marzo. Lo rende noto il ministero della Sanità israeliano, spiegando che 47 persone versano in gravi condizioni. Il Jerusalem Post sottolinea come circa il 53% dei nuovi casi erano vaccinati o pazienti che erano stati contagiati ed erano guariti dal Covid-19. (Adnkronos)
LA VARIANTE DELTA FA SALIRE I CONTAGI IN INGHILTERRA – La variante Delta spinge i contagi che entro fine agosto potrebbero essere oltre 30mila al giorno, cioè quanti oggi in Gran Bretagna. E’ quanto sostiene Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts, in un’intervista a ‘La Repubblica’, dove tuttavia sottolinea come l’Italia deve osservare cosa accade nel Paese guidato da Boris Johnson per decidere che interventi fare. “Soprattutto, vediamo l’impatto dei casi gravi che, per adesso, non sembrano tanti. Il Covid potrebbe diventare come un’influenza”, afferma.
Quanto ai festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio, l’esperto ammette: “Nessuno sa ancora quanto incideranno sulla crescita dei contagi, possiamo però dire che si è trattato di un comportamento a rischio. Comunque, anche quando l’Inter ha vinto lo scudetto e ci sono stati casi di assembramento impressionanti, ma non si sono poi osservati picchi, anche se erano i tempi in cui si stava diffondendo la variante inglese, non la Delta. In un lasso di tempo da 4 a 7 giorni vedremo se le infezioni aumentano”.
Tuttavia, sottolinea Abrigani, “in questa situazione non piacevole, ci fa star bene vedere che, dove il tasso di vaccinazione è ampio, si è protetti dalle forme gravi. Invece di morire una persona infettata ogni 50, infatti, a perdere la vita è una su mille”. In Italia “ci aspettiamo un po’ meno protezione, però non stiamo mollando tutto come gli inglesi e poi abbiamo molti meno casi di loro, cioè in media un migliaio contro oltre 30mila al giorno. Comunque, in un mese e mezzo arriveremo ai loro stessi numeri. Abbiamo però il vantaggio di poter osservare come vanno le cose da loro, visto che siamo circa un mese e mezzo indietro. Non è detto che alla fine abbiano ragione ma di certo la loro politica ha una base scientifica. Se vediamo che arrivano a 70 o 80 mila infezioni al giorno e non hanno un aumento importante di occupazione delle terapie intensive o di morti, la politica del nostro Paese deciderà cosa fare. Certo, per un’influenza l’Italia non è mai stata chiusa”. (Adnkronos)
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