di SERGIO TRASATTI/ L’Emirato islamico continua a polarizzare l’attenzione di tutto il mondo. Intanto, prosegue il ponte aereo per portare in Italia collaboratori afghani da Kabul. A Fiumicino è atterrato un nuovo volo dell’Aeronautica con a bordo 85 passeggeri. Nel frattempo, a Jalalabad sono scese in piazza migliaia di persone per protestare contro l’abolizione della bandiera nazionale, sostituita ovunque dal vessillo dei talebani. Alcune fonti parlano di almeno 2 morti. Mentre, si registra ancora calca all’aeroporto di Kabul: una ventina i feriti.
La rassicurazione della Farnesina. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un post su Facebook ha scritto: “Le operazioni di rimpatrio non si fermano. È appena atterrato un altro volo da Kabul con a bordo nostri connazionali e civili afghani che hanno collaborato con le Istituzioni italiane e ai quali stiamo dando il massimo supporto. Sempre da Kabul sta per partire un altro volo con a bordo anche l’attivista Zahra Ahmadi con i suoi familiari e il personale della Fondazione Veronesi al completo”.
La posizione dell’Unione Europea. Il commissario Ylva Johansson, nella sua dichiarazione alla riunione straordinaria dei ministri dell’Interno Ue, ha detto: “L’instabilità in Afghanistan rischia di portare a un aumento della pressione migratoria. Ci stiamo quindi preparando per tutti gli scenari. Non possiamo abbandonare le persone in pericolo immediato in Afghanistan. Dovremmo lavorare a stretto contatto con i Paesi della regione ed essere pronti a fornire loro l’assistenza umanitaria e allo sviluppo necessaria”.
La fuga di Ashraf Ghani. Il presidente afgano sostenuto dagli Usa e riconosciuto dalla comunità internazionale fuggito da Kabul nei giorni scorsi di fronte all’avanzata dei Talebani, ha lasciato il Paese portando con sé l’equivalente di 169 milioni di dollari sottratti alle casse dello Stato. Lo ha sostenuto l’ambasciatore dell’Afghanistan in Tagikistan, Mohammad Zahir Aghbar, citato da vari media internazionali tra cui la Bbc.
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