ADDIO GUERRIERO/ Il calcio piange Mauro Bellugi. L’ex stopper dell’Inter aveva subito l’amputazione delle gambe per Covid e altro. Il ricordo del cronista che lavorò con lui a Diretta Stadio 7Gold

di FABIO CAMILLACCI/ Addio guerriero! Ti ricorderò sempre per una cosa: non abbiamo mai litigato in diretta tv su 7Gold quando lavoravamo entrambi per “Diretta Stadio”. Nemmeno durante i tanti Inter-Roma o Roma-Inter che commentammo insieme. Sei l’unico con cui non ho mai avuto una discussione, perchè eri buono, simpatico, spiritoso, eri un Signore, sì, un Signore con la “s” maiuscola. E la tua grande dignità l’hai mantenuta anche in questi ultimi mesi di vita per te terribili con l’amputazione di entrambe le gambe a causa di un mix letale: anemia mediterranea e Covid-19. Sei stato capace di scherzare anche nel momento più drammatico dicendo al chirurgo: “Dottore, mi toglie anche la gamba con cui avevo segnato il mio unico gol contro il Borussia Moenchengladbach?”.

L’ex calciatore e difensore dell’Inter, stopper come si usava dire a quei tempi, ci ha lasciato all’età di 71 anni compiuti il 7 febbraio scorso. Le mie più sentite condoglianze e di Altroquotidiano a tutti i suoi cari: in primis, alla moglie Lory e alla figlia Giada. Mauro Bellugi in carriera aveva vestito le maglie di Inter, Bologna, Napoli, Pistoiese, oltre che quella della nazionale. Con Ferruccio Valcareggi e Enzo Bearzot ct collezionò 32 presenze in maglia azzurra. Come detto, il suo unico gol in carriera con l’Inter lo segnò in Coppa dei Campioni al Borussia Monchengladbach. “Ho giocato anche con Bologna e Napoli ma la mia famiglia è stata l’Inter, l’Inter è nel cuore”. Questo il pensiero calcistico di Mauro Bellugi nato a Buonconvento paesino della provincia di Siena, campione d’Italia con i nerazzurri nel 1971.

Domenica nel derby con il Milan, l’Inter lo omaggerà giocando con il lutto al braccio. Inoltre, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha deciso di onorarlo facendo osservare un minuto di silenzio su tutti i campi di Serie A per le partite della 23° giornata. Con la maglia della Nazionale voglio ricordare il Bellugi che nel 1975 contro la forte Polonia disputò una leggendaria partita annullando uno dei più forti attaccanti dell’epoca: Szarmach, già giustiziere degli Azzurri ai Mondiali del 1974 in Germania. Quella grande prestazione valse a Mauro il soprannome di “leone di Varsavia”. Senza dimenticare che Bellugi era in campo anche il 14 novembre 1973 quando l’Italia vinse per la prima volta in Inghilterra, nella storica amichevole di Wembley decisa da un gol di Fabio Capello. Ciao Mauro, riposa in pace guerriero.

 

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