Accordo raggiunto tra Lega e M5s sul decreto fiscale: niente super-condono. E alla festa dei cinquestelle applausi per Di Maio

Conte, Di Maio e Salvini durante la conferenza stampa a palazzo Chigi (Foto Ansa di Angelo Carconi) 

“Abbiamo raggiunto un pieno accordo e  approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva»: così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ha annunciato la fine delle ostilità tra  Lega e Cinquestelle sul decreto fiscale.”Non ci interessa offrire scudi per capitali generati all’estero” e il decreto “non contiene alcuna causa di non punibilità”, ha spiegato Conte. La”dichiarazione integrativa riguarderà il 30% in più a integrazione di quanto dichiarato, con il tetto massimo di 100 mila euro per ciascun anno di imposta”. Troveremo una “formulazione adeguata” per i contribuenti in difficoltà economica.

Nessuna variazione sarebbe prevista alla previsione sul rapporto deficit/Pil, che resta fissata al 2,4% nel 2019.

Le polemiche di questi giorni hanno portato non ad un passo indietro ma un passo avanti», ha detto a sua volta Matteo Salvini.”Finalmente si chiudono due o tre giorni   surreali. Nessuno aveva intenzione di «scudare», condonare, regalare. Comunque non tutto il male vien per nuocere,tutto è bene quel che finisce bene”. C’è accordo “per recuperare quello che c’era nel contratto di governo e non aveva trovato spazio, il saldo e lo stralcio delle cartelle di Equitalia per le persone che versano in difficoltà economiche».

E così Di Maio ha potuto presentarsi alla Festa dei Cinquestelle al Circo Massimo e ricevere un fragoroso applauso affermando che «Grazie a questo decreto nasce uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti con il saldo e lo stralcio delle cartelle Equitalia per chi è in difficoltà”. “Sono qui per assicurarvi che non ci sarà né scudo fiscale, né condono. Dei 20 punti del contratto di governo 10 sono nella manovra del popolo. Siamo dipendenti dei cittadini”. E ai suoi compaesani presenti alla kermesse ha rivolto un invito: «chiamatemi Luigi,non ministro».

“Non c’è alcuna volontà di lasciare l’Unione europea o la zona Euro; c’è la volontà invece di sedersi con le istituzioni Ue», hanno ribadito Conte, Di Maio, e Salvini nella conferenza stampa confermando anche che “non c’è alcuna volontà di fare una patrimoniale”.

Roberto Fico, presidente della Camera, ha poi colto l’occasione per ribadire al popolo pentastellato riunito al Circo Massimo: «Abbiamo formato un governo politico che nasce su un contratto, non su una alleanza, che si fa sui valori. Nessuna alleanza con la Lega a nessun livello, né nazionale, né regionale, né europeo. Lavoreremo con la Lega finché sarà possibile”. Poi: “Il

taglio dei vitalizi ripara la ferita fra istituzioni e cittadini”.

Commenta per primo

Lascia un commento