Auto, tasso calante – In Italia dal 2008 al 2014 il tasso di motorizzazione (e cioè le autovetture circolanti ogni 1.000 abitanti) è passato da 633 a 602,7 con un calo del 4,8%. I dati sul tasso di motorizzazione relativi alle otto maggiori città italiane evidenziano un calo diffuso, che va dal -5,1% di Genova al -17,1% di Roma. A Milano la diminuzione è stata del 13%, a Firenze del 9,3%, a Bari del 6,3%, a Napoli del 5,9%, a Bologna del 5,7% ed a Torino del 5,5%. I dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Aci e Istat.
Il tasso di motorizzazione italiano è minore rispetto al tasso di motorizzazione dei paesi del Nord America (649 auto ogni 1.000 abitanti) ma, nonostante il calo degli ultimi anni, è ancora sensibilmente maggiore rispetto a quello europeo (546 auto ogni 1.000 abitanti), e a quello di Giappone e Corea del Sud (544 auto ogni 1.000 abitanti). A questo bisogna aggiungere il fatto che l’età media del parco di autovetture circolanti in Italia è molto alta, soprattutto nelle regioni del meridione.
Il calo del tasso di motorizzazione trova le sue cause nelle sempre maggiori difficoltà da parte degli abitanti delle città ad utilizzare l’auto: sono infatti aumentate nei centri cittadini le piste ciclabili e le zone ZTL (in cui la circolazione è vietata per la grande maggioranza delle autovetture). Al contempo è drasticamente diminuito il numero parcheggi gratuiti disponibili.
Il futuro è dei veicoli connessi – Il valore del mercato globale delle auto connesse (o “connected cars”) sarà di circa 40 miliardi di euro nel 2018, con un aumento del 66,7% rispetto al valore di 24 miliardi stimato nel 2015. Anche il mercato dei sistemi Adas (Advanced Driver Assistance System) per l’assistenza alla guida sulle auto presenterà una crescita nei prossimi anni, passando dai circa 4 miliardi di euro nel 2015 ai 7 miliardi di euro stimati nel 2018, con un aumento del 75%. Queste previsioni derivano da uno studio realizzato dalla società di consulenza AlixPartners. A darne notizia è l’Osservatorio Autopromotec, la struttura di ricerca di Autopromotec. Secondo lo studio di AlixPartners, nei prossimi anni il mercato mondiale dell’automobile sarà caratterizzato da un numero crescente di veicoli connessi, vale a dire di veicoli dotati di soluzioni di connettività mobile in grado di assistere con efficienza il conducente e soprattutto di fornirgli informazioni sulla sicurezza e sul veicolo in tempo reale. La connected car, infatti, può ricevere informazioni su traffico e diagnostica, abilitare l’interazione con le infrastrutture stradali per la raccolta e lo scambio di dati, dialogare con i dispositivi elettronici dei conducenti (ad esempio smartphone o tablet) per avere a disposizione un sistema di infotainment centralizzato.
Jap le più sicure al mondo – Da un dispaccio Askanews si apprende le auto giapponesi “sono le più sicure al mondo” secondo l’Insurance Institute for Highway Safety, che nella sua classifica per il 2016 ha messo Toyota, Honda e Subaru ai primi posti con 23 modelli scelti su 48 veicoli premiati con il livello più alto di sicurezza (“Top Safety Pick Plus”). Seguono Volkswagen e Audi con sette auto premiate e poi Volvo, Hyundai e Mazda. Tra le aziende americane c’è solo Fca con la Chrysler 200. Per riuscire ad avere il livello più alto di sicurezza i veicoli devono prendere il massimo dei voti in tutte e cinque i crash test. Da quest’anno inoltre l’istituto (una non profit fondata nel 1959 dalle società di assicurazioni Usa) ha introdotto un nuovo test frontale molto più rigoroso che richiede standard di sicurezza molto alti.
Ford, uno sguardo al futuro – Ford ha pubblicato il proprio studio annuale sui trend che caratterizzeranno i prossimi 12 mesi. I risultati dell’edizione 2016 della ricerca ‘Looking Further with Ford’ evidenziano come nonostante una serie di sfide globali, il mondo mostra una grande determinazione nel guardare verso un futuro migliore nel 2016 e oltre.
Nonostante persista un diffuso sentimento di disillusione, la collettività si sta lasciando alle spalle frustrazione e demoralizzazione per spostare il proprio sentire comune verso la speranza e l’ottimismo, grazie a un rinnovato senso di ispirazione e inventiva.
Dalla nuova ricerca emerge una forte e crescente determinazione nell’attitudine alla collaborazione e all’utilizzo delle tecnologie per raggiungere obiettivi di sostenibilità e per decidere con più libertà dove vivere, lavorare e viaggiare
I trend emersi vanno oltre il mondo dell’auto e aiutano Ford a comprendere i cambiamenti globali sui fronti sociali, economici, tecnologici, ambientali e politici. I risultati orientano le direzioni che l’Ovale Blu prende in merito a strategie di business, di prodotto e di servizio, per migliorare il rapporto tra consumatore e brand.
La navetta va a letame – In Gran Bretagna si è molto parlato della navetta-bus tra l’aeroporto di Bristol e Bath dal momento che si tratta del primo bus alimentato a scarti alimentari e letame. Il mezzo da 40 posti è mosso dai gas ricavati da escrementi e rifiuti. Secondo il The Guardian, un pieno corrisponde alle feci prodotte da cinque persone nell’arco di un anno ed è utile a percorrere 190 chilometri. Letame e scarti vengono trasformati in gas della società energetica GENECO a Wessex Water. Mohammed Saddiq, direttore di GENECO, ha dichiarato che i veicoli di questo tipo “rappresentano il futuro. Grazie ad essi avremo aria più salubre nel Regno Unito”. Charlotte Morton, numero uno dell’associazione ambientalista Anaerobic Digestion and Bioresources Association aggiunge che “il progetto dimostra che feci e rifiuti alimentari devono essere convogliati nel riciclo, non mandati nelle discariche”. L’humour inglese non si è smentito: sulle fiancate del pullman i disegni di persone intente ad espletare i propri bisogni.
Tutte le trappole di Roma – “Percorrere ed attraversare a Roma: non è per tutti” è il titolo dello studio dell’Aci per misurare gli standard di sicurezza dei percorsi pedonali e degli attraversamenti nella Capitale. L’analisi ha preso in esame 17 tratte pedonali e 14 attraversamenti che impegneranno milioni di pellegrini durante il Giubileo. Nessuna infrastruttura ha raggiunto il massimo dei voti e la valutazione complessiva è appena “sufficiente”. Molte le carenze progettuali (pali della luce, postazioni telefoniche, totem pubblicitari e parcometri; manifattura non eccellente delle pavimentazioni; scarsa visibilità notturna) ed inadempienze gestionali (troppi ostacoli tra bancarelle, tavolini di esercizi commerciali, cartelloni e veicoli in sosta irregolare; scarsa manutenzione della segnaletica; pulizia inadeguata).
Lo studio analizza anche gli standard di sicurezza offerti ai disabili e in particolare ai ciechi che solo in Italia sono circa 130.000 (1 ogni 450 persone). Il loro diritto alla mobilità nella Capitale è compromesso anche dalla mancanza di equipaggiamenti specifici: il 26% degli autobus e il 31% dei tram non ha accorgimenti per i disabili; appena il 39% delle stazioni della MetroA è accessibile ai portatori di handicap, mentre la B e la B1 sono totalmente fruibili; solo il 50% delle stazioni delle ferrovie metropolitane Roma-Lido e Roma-Viterbo è agibile per i disabili motori (percentuale che sale all’85% per chi ha impedimenti visivi). I ciechi che si muovono a piedi devono poi confrontarsi con percorsi discontinui, non adeguatamente protetti, con pavimentazione tattile scarsa o assente, fin troppi ostacoli sul camminamento e addirittura informazioni non sempre corrette e coerenti.
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