A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 186) di LUCIO DE SANCTIS/ Una buona estate per l’auto: ecco le cifre di “Dataforce” – Nuove norme Ue sui consumi di carburanti – Diagnostica da record negli Usa – Evoluzione dell’elettronica – La diagnostica a distanza – Brillante futuro per il gas

di LUCIO DE SANCTIS

Dataforce: una buona estate – Buone performances estive per i brand più venduti e le case automobilistiche più richieste. Renault sorpassa le concorrenti Fiat e Volkswagen, con un incremento delle vendite dei diesel e dei SUV. Lo si ricava analizzando la sintesi elaborata da Dataforce, la società di analisi di mercato che fornisce all’industria automobilistica informazioni di alto livello, con sviluppi specifici concernenti i vari canali di vendita.

La crescita di agosto – Cominciamo evidenziando la crescita del mercato di agosto, con una percentuale del +9,33%, proseguendo i buoni risultati che già a luglio avevano fatto ben sperare con l’incremento del +4,4%: nell’ottavo mese del 2018 le immatricolazioni dei clienti privati, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono state 91.341, contro le 83.547 del 2017. Ciò è dovuto, in buona parte, ad un aumento degli acquisti da parte dei privati (+6,3%), con le immatricolazioni aziendali stabili, soltanto lo (+0,4% rispetto allo scorso anno.

In rosso le vendite ai privati – L’analisi sottolinea un bilancio delle vendite ai clienti privati ancora in rosso, con una percentuale del 33%. Fanno eccezione le auto-immatricolazioni dei concessionari, i cosiddetti km zero, (+44,2%) e le vendite dei modelli SUV, con particolare riferimento a quelli di segmento B (+46,4%) e C (69,2%), che fanno registrare un segnale positivo. Abbastanza buono anche il mercato delle utilitarie (+3,79%), pur se le citycar calano del -11,8%, ed addirittura del -14,8% il segmento C.

Cresce il noleggio – In sostanziale e reale crescita, invece, il ricorso al noleggio: soprattutto le immatricolazioni del canale a lungo termine sono cresciute in percentuale elevata, del +31,4%, più di tutti gli altri comparti, facendo rilevare un eccezionale aumento degli operatori Captive (un lodevole +87,27%), e dei generalisti Top in crescita, con un rispettoso +11,49. Anche il rent a breve termine fa registrare buoni risultati nel mese analizzato, +25,17%, pur se il totale di incremento annuo si ferma a meno 3 punti percentuali.

Una spinta dalle demo – Dopo diversi mesi di trend positivi, con la sola esclusione dello scorso giugno, sono vistosamente diminuite le auto-immatricolazioni degli OEM (Original Equipment Manufacturer), con una percentuale negativa importante, -55,37%. In totale controtendenza, invece, quelle dei concessionari (dealer), tornate a crescere, appunto, di oltre 44 punti percentuali. Nel mese considerato in queste analisi, i rivenditori hanno, peraltro, spinto molto anche sulle demo uso noleggio, incrementandole del +154,51%.

LCV al ralenti – Per quanto riguarda i veicoli commerciali leggeri (LCV), proseguono segnali di rallentamento, già evidenziati da aprile, pur con una buona crescita del primo trimestre, con un negativo -8,22%, che significa 737 veicoli in meno rispetto al 2017, con 8.232 nuove targhe nei confronti delle 8.969. Anche le immatricolazioni dei privati scendono di 336 vetture, mentre quelle aziendali di 426 unità (market share del 19 e 44%). L’incremento di agosto del noleggio a lungo termine ha fatto registrare una percentuale del +20,98%, con l’immatricolazione di 2.428 autocarri. Buono anche il risultato del breve termine, che ha evidenziato un saldo assolutamente positivo, con 696 nuove targhe, e un incremento del +56,4%. Trend negativo, invece, per le auto-immatricolazioni delle concessionarie (-35,67%), ed ancor più delle Case, con una flessione a 88,63%.

UE severa sui consumi Le nuove e severe norme sul risparmio di carburante entrate in vigore dal 1° settembre hanno distorto il mercato auto. I costruttori hanno cercato di liberarsi di tutte le auto che non sarebbero rientrate nei nuovi parametri stabiliti dall’UE. È quindi accaduto che gli sconti applicati dai rivenditori sono stati notevoli, e queste vendite ha schiacciato fino all’osso i margini di profitto.

Cosa dicono le nuove regole? In pratica, costringono le case automobilistiche ad essere più oneste per quanto riguarda il consumo di carburante dei loro veicoli. In base al precedente regolamento, i produttori utilizzavano dei banchi di prova fraudolenti per dichiarare un basso consumo che di fatto era falso.

Anche se i produttori hanno giustificato questa tattica perfetta per i consumatori nel momento in cui dovevano confrontare la relativa capacità di risparmio di carburante di altri veicoli concorrenti, il problema era l’esagerazione sul risparmio, spesso del 30% o del 40% superiore a quello reale.

Altro ostacolo i produttori di auto è la fine della produzione dei motori diesel, prevista per il 2021. Se ancora persiste qualche resistenza di matrice politica, sempre più città europee stanno mettendo al bando il diesel dai centri urbani per proteggere l’ambiente.

Frenata della produzione – Brutto segnale per l‘economia italiana. In luglio l’indice Istat destagionalizzato della produzione industriale fa registrare un calo dell’1,8%. È il quarto dato mensile negativo del 2018, anno in cui si sono registrate crescite sul mese precedente soltanto in marzo, maggio e giugno. Quello che preoccupa maggiormente – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor nel suo commento al dato dell’Istat – oltre all’entità del calo, è il fatto che per la prima volta dal giugno 2016 il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente non è positivo ed inoltre, e soprattutto, il fatto che il dato di luglio rispetto a quello di giugno è negativo per tutti i settori di attività economica salvo quello dell’industria tessile e dell’abbigliamento che fa registrare un incremento minimo (+0,1%). La frenata è dunque generalizzata e appare sostenuta per i farmaceutici (-5,2%) e i mezzi di trasporto(-4,3%).
Il dato dell’Istat getta un’ombra allarmante sulle prospettive del prodotto interno lordo nel terzo trimestre dell’anno e ciò anche per l’importanza che l’attività industriale ha nella nostra economia. Come è noto, il prodotto interno lordo italiano a partire dal secondo trimestre del 2017 è in decelerazione con una crescita trimestrale che dopo le punte dello 0,5% nei due trimestri a cavallo tra il 2016 e il 2017 è stata in graduale rallentamento fino a ridursi allo 0,2% nel secondo trimestre 2018. Nell’ultima nota congiunturale dell’Istat si legge che l’indicatore anticipatore si è stabilizzato e suggerisce “il mantenimento degli attuali ritmi di crescita dell’economia”. Il dato di oggi legittima al contrario molti dubbi sul fatto che il nostro Pil nel terzo trimestre possa crescere ancora dello 0,2%, come nel secondo trimestre di quest’anno.

Diagnostica da record negli USA – 52,7 miliardi di dollari. È questo il fatturato che il mercato mondiale delle tecnologie per la diagnostica nel settore automobilistico raggiungerà nel 2025, partendo dai 37,4 miliardi di dollari stimati nel 2018. L’incremento sarà quindi del 41% e cioè di 15,3 miliardi di dollari. Questa forte crescita è dovuta soprattutto all’innovazione tecnologica che sta profondamente rinnovando un settore, quello della diagnostica dei veicoli, sempre più protagonista nello scenario automobilistico globale. La crescita più importante del mercato nel periodo 2018-2025 è attesa nella regione dell’Asia e del Pacifico, con il +40% dei ricavi totali, seguita dal +30% della regione del Nord America, dal +25% dell’Europa e dal +5% del resto del mondo. Le cifre sono frutto di un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec sulla base di uno studio della società di ricerca statunitense MarketsandMarkets.

Evoluzione dell’elettronica Il mercato delle tecnologie per la diagnostica automobilistica, secondo lo studio di MarketsandMarkets, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni e questa tendenza continuerà ad essere positiva. I motivi alla base della crescita sono da ricercare innanzitutto nell’evoluzione dell’elettronica e dell’informatica che, insieme al boom della connettività nel settore auto, hanno permesso di sviluppare strumenti via via sempre più sofisticati in grado di connettersi a elementi e componenti dei veicoli, così da individuare difetti o malfunzionamenti e garantire una maggiore sicurezza a bordo. Alcuni di questi strumenti sono, ad esempio, gli scanner e i lettori di codici per la diagnosi delle centraline elettroniche dei veicoli, gli analizzatori di gas di scarico e dello stato delle batterie, i misuratori di pressione digitali per pneumatici, i dispositivi di controllo di eventuale malfunzionamento dei sensori, le attrezzature per la diagnosi preventiva di guasti all’assetto, al motore o ad altre componenti di un veicolo. Gli altri fattori che guideranno la crescita del mercato di queste tecnologie, sempre secondo lo studio, sono poi l’applicazione di norme sempre più stringenti in materia di sicurezza stradale ed emissioni, nonché l’aumento consistente della domanda globale delle officine di autoriparazione.
Le diagnosi da remoto – L’avvento di strumenti di ultima generazione per la diagnostica dei veicoli, sottolinea l’Osservatorio Autopromotec, sta radicalmente mutando – e muterà sempre più – lo scenario operativo delle officine e apre nuove opportunità per il mondo delle riparazioni. Attraverso sistemi di lettura intelligente e approfondita dei dati e software in grado di monitorare i veicoli da remoto, l’autoriparatore potrà ad esempio tracciare in tempo reale lo “stato di salute” dei veicoli dei propri clienti e, per l’ottimizzazione del servizio, consigliare al proprietario di intervenire sul veicolo ancora prima che possano manifestarsi delle anomalie. Di conseguenza miglioreranno anche i rapporti con i clienti che potranno ottenere un servizio più puntuale, un incremento della qualità e la riduzione dei tempi di intervento.

Trasporti, brillante futuro per il gas – Grandi prospettive per il gas nei trasporti europei da Natural & bio Gas Vehicle Association (Ngva Europe) e European Biogas Association (Eba), che hanno elaborato una Roadmap congiunta in cui indicano di qui al 2030 un decuplicamento della flotta Ue a Cng e Gnl fino ad oltre 13 milioni di veicoli.

In base alle stime delle due associazioni, nei prossimi 12 anni le automobili a metano si moltiplicheranno dalle attuali 1,3 mln a 12,6 mln raggiungendo una quota di mercato del 12%, mentre i camion alimentati a Cng e Gnl saliranno da 11.500 a 470.000 conquistando il 25% del mercato e gli autobus/pullman a gas da 16.000 a 110.000 arrivando al 33%. Il maggiore tasso di crescita riguarderà i mezzi pesanti a Gnl: +112% a 280.000.

In parallelo, le stazioni di rifornimento Cng saliranno dalle odierne 3.300 a 10.000 e quelle Gnl da 140 a 2.000.

Eba e Ngva evidenziano inoltre il potenziale del gas rinnovabile, di cui l’Europa potrà produrre al 2030 quasi 45 miliardi di mc, contro gli attuali 2 mld mc. Tale volume sarebbe teoricamente sufficiente ad alimentare i 13 mln di veicoli a gas in circolazione alla fine del prossimo decennio, ma le due associazioni stimano prudentemente che a questa data il biogas effettivamente assorbito dai trasporti europei sarà pari a circa il 30% del Cng/Gnl consumato: una percentuale che si tradurrà in una riduzione delle emissioni di gas-serra di oltre il 45% rispetto ai carburanti convenzionali (applicando il sistema di comparazione “Well to Wheel”).

Trasformando 13,2 mln di veicoli dai carburanti tradizionali al gas (costituito per il 30% da biogas), le emissioni di gas-serra del parco Ue si ridurrebbero da 96 a 52 mln ton, calcolano Eba e Ngva, che chiedono però ai decisori politici europei e nazionali di garantire un quadro legislativo e regolatorio aperto a tutte le tecnologie…

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