A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n.127) di LUCIO DE SANCTIS

di LUCIO DE SANCTIS

Autoveicoli, 2016 più costoso – Nel 2016 le famiglie e le imprese italiane hanno speso 175,8 miliardi di euro per l’acquisto di autoveicoli (autovetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus). Questa imponente spesa è superiore del 2,6% alla spesa corrispondente relativa al 2015 e poiché questo tasso di incremento è più elevato di quello della crescita complessiva dell’economia, aumenta anche la sua incidenza sul pil che passa dal 10,41% del 2015 al 10,50%. La stima è stata fatta dall’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec.

Come mostra la tabella, tra il 2015 e il 2016, tutte le voci di spesa sono aumentate con la sola eccezione di quelle relative al carburante e alle coperture assicurative. La graduatoria è guidata dall’esborso per i carburanti, che nel 2016 sono costati agli italiani ben 50,6 miliardi con un’incidenza complessiva sul totale della spesa del 28,8%. Rispetto al 2015 vi è un risparmio notevole (-8,9%) dovuto alla diminuzione dei prezzi alla pompa di benzina e gasolio in seguito al calo del prezzo del greggio e in presenza di un andamento dei consumi in lieve flessione (-0,9%).

La seconda voce di spesa per importanza è quella relativa agli acquisti di autoveicoli a cui sono stati destinati ben 45 miliardi contro i 37 del 2015. Come si vede, l’incremento è notevole (+21,8%) ed è dovuto alle crescite delle immatricolazioni di autovetture (+15,9%), veicoli commerciali (+49%), veicoli industriali (+52,2%) e autobus (+18,6%). Come è noto, la ripresa del mercato delle autovetture, è sostenuta dal fatto che la forte domanda di sostituzione accumulata negli anni più duri della crisi sta esercitando una forte pressione sui proprietari di vetture, che, in presenza di prospettive moderatamente positive per l’economia italiana, sono tornati a utilizzare parte dei loro risparmi ed anche finanziamenti per acquistare nuove auto. Per i veicoli per trasporto di merci e di persone, la spinta della domanda è esercitata dagli stessi fattori; ma è anche sostenuta da agevolazioni fiscali come quelle previste dalla nuova Sabatini e dai superammortamenti.

Terza voce per importanza è quella per la manutenzione e le riparazioni che assorbono più di un quinto della spesa globale e cioè 36,6 miliardi nel 2016, contro i 35,2 del 2015. L’incremento tra i due anni è del 3,9% ed è dovuto a diversi fattori tra cui i più importanti sono l’esecuzione di operazioni di manutenzione rimandate durante la crisi, l’incremento del parco circolante, e in lieve misura, anche la crescita dei prezzi.

Al quarto posto nella graduatoria della spesa troviamo l’esborso per i premi di assicurazione r.c.a., incendio e furto. Nel 2016, le famiglie e le imprese italiane hanno pagato per l’auto alle compagnie di assicurazione 17,9 miliardi. È una cifra rilevante, ma inferiore del 3,5% ai 18,6 miliardi spesi nel 2015. Il calo si inserisce in un andamento virtuoso che è in atto da diversi anni ed è dovuto essenzialmente al buon andamento della sinistrosità sia in termini di numero di incidenti che di danni alle persone e alle cose. Come è ben noto, l’andamento positivo degli incidenti della strada è dovuto a diversi fattori tra cui il miglioramento della sicurezza attiva e passiva degli autoveicoli, gli interventi sulle infrastrutture (tra cui in particolare la realizzazione di rotonde), l’introduzione della patente a punti e il miglioramento dell’efficacia dei controlli sul rispetto del codice della strada.

Passando alle “voci minori”, nella lista della spesa troviamo i ricoveri e i parcheggi a cui vanno ben 8 miliardi con un incremento sul 2015 dell’1,9%. Seguono i pedaggi autostradali che hanno assorbito 7,7 miliardi con una crescita del 4,38% sul 2015 dovuta ad una intensificazione del traffico e, in misura modesta, anche ad adeguamenti tariffari. Penultime in graduatoria sono le tasse automobilistiche non inglobate nel costo di beni e servizi (soprattutto il bollo) che hanno dato al sistema un gettito di 6 miliardi (+1,5%). Il cahier de doléances degli utenti di autoveicoli si chiude poi con i pneumatici a cui nel 2016 sono stati destinati 3,8 miliardi (+3,9%). Per completezza, va detto che il conto della spesa degli autoveicoli non comprende le multe, gli oneri finanziari per gli eventuali acquisti dilazionati e, per il trasporto merci, le retribuzioni del personale. Nonostante questa non trascurabile esclusione, dallo studio dell’Osservatorio Autopromotec emerge con grande chiarezza che il peso del trasporto su gomma sull’economia del Paese è di assoluto rilievo.

Auto/abitanti, primi in Europa – Da uno studio Autoprometec diffuso dall’ANSA risulta che, con 62,4 auto ogni 100 abitanti, l’Italia si colloca al primo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi europei per tasso di motorizzazione che indica il rapporto tra autovetture circolanti e abitanti.

A livello europeo, alle spalle del Belpaese si posiziona la Germania (55,7 auto ogni 100 abitanti), seguita da Spagna (49,3 auto ogni 100 abitanti), Francia (47,9 auto ogni 100 abitanti) e Regno Unito (47,2 auto ogni 100 abitanti). L’alta concentrazione di auto nel nostro Paese – secondo lo studio condotto dall’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca della rassegna sull’aftermarket automobilistico – costituisce un fenomeno in costante crescita, considerato che il tasso di motorizzazione nel periodo 2008-2016 è aumentato di ben 2,3 punti, passando dalle 60,1 alle 62,4 autovetture per 100 abitanti. Tra le motivazioni legate all’alto tasso di motorizzazione in Italia, al primo posto sicuramente le carenze legate alle infrastrutture del trasporto pubblico (metropolitane comprese), carenze che nella maggior parte dei casi spingono sempre più gli utenti a ricorrere all’auto privata, causando problemi sul piano dell’occupazione di spazio e più in generale della vivibilità e accessibilità dei centri urbani, con un aumento del traffico e, soprattutto, dell’inquinamento ambientale che ne deriva

Pasqua punisce l’usato – Festività pasquali e ponti legati alle feste del 25 aprile e del 1° maggio hanno fortemente condizionato nel mese di aprile l’andamento del mercato dell’usato, che contando due giornate lavorative in meno rispetto all’analogo mese del 2016 ha chiuso i bilanci in rosso in tutti i settori.

I passaggi di proprietà delle autovetture, depurati dalle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), ad aprile hanno registrato un decremento mensile del 6,2%, che tuttavia in termini di media giornaliera evidenzia un progresso del 4,2%. Per ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 135 usate nel mese di aprile e 142 nei primi quattro mesi dell’anno.

Vera e propria battuta d’arresto invece per i passaggi di proprietà dei motocicli che dopo la forte crescita segnalata nello scorso mese di marzo hanno chiuso aprile con una variazione mensile negativa del 12,9%, che si traduce in un più modesto -3,2% considerando la media giornaliera.

Nel periodo gennaio-aprile 2017 si rilevano complessivamente crescite del 3,3% per le quattro ruote e dell’1,9 per tutti i veicoli, a fronte di una flessione dell’1,8% per il settore dei motocicli.

I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito www.aci.it

In territorio negativo ad aprile anche le radiazioni delle autovetture che hanno messo a bilancio un calo del 10,7% rispetto all’analogo mese del 2016 (-0,8% in termini di media giornaliera). Il tasso unitario di sostituzione ad aprile risulta pari a 0,64 (ogni 100 auto iscritte ne sono state radiate 64), attestandosi a 0,69 nel primo quadrimestre dell’anno. Prosegue inoltre il trend sfavorevole già registrato nei mesi precedenti per le radiazioni dei motocicli, che hanno chiuso con il segno meno anche il mese di aprile registrando una flessione del 18,1% (-9% in termini di media giornaliera).

Per quanto riguarda le radiazioni nei primi quattro mesi del 2017 si rileva un incremento complessivo dello 0,2% per le autovetture, una stabilità per tutti i veicoli e un decremento dell’11,3% per i motocicli.

Fercam cresce a Bologna – A quattro anni dall’inaugurazione del centro logistico di FERCAM presso l’Interporto di Bologna, è stato inaugurato l’ampliamento della struttura di ulteriori 18mila mq di magazzino. Per questa nuova struttura l’operatore altoatesino ha investito ulteriori 10 milioni di euro. Con 126 porte di carico possono essere contemporaneamente caricati e scaricati altrettanti automezzi su un’area complessiva di 40mila mq all’interno dell’Interporto.
Nella costruzione sono stati valutati attentamente anche tutti gli aspetti di sostenibilità ambientale, sia nella scelta dei materiali che nelle dotazioni tecniche con la realizzazione di un impianto di illuminazione LED con digital lumens a domotica avanzata, che porta la vitalità delle lampade a 25 anni, consentendo inoltre un risparmio di energia stimato pari a 80.000 kWh/anno rispetto ad un sistema di illuminazione tradizionale. Il nuovo centro logistico è inoltre dotato di pannelli fotovoltaici e termici. Lo sviluppo esponenziale della filiale di Bologna nei suoi 17 anni si traduce anche nella situazione occupazionale; dagli 11 impiegati nel 2000 si è passati agli attuali 58 dipendenti diretti oltre ai 98 operatori di magazzino e 40 vettori che provvedono alla raccolta e distribuzione delle merci oltre a circa 80 vettori che con casse mobili di ultima generazione garantiscono 90 collegamenti notturni nazionali ed europei.

Commenta per primo

Lascia un commento