Mercato auto ottimo avvio – In gennaio sono state immatricolate in Italia 171.556 autovetture con una crescita sullo stesso mese del 2016 del 10,1%. Si tratta di un risultato decisamente positivo e in qualche misura inatteso. Dopo 36 mesi in crescita e dopo incrementi medi annui che hanno sfiorato il 16% sia nel 2015 che nel 2016, un momento di pausa sarebbe stato fisiologico anche in una situazione delle immatricolazioni decisamente proiettata alla crescita come è certamente quella attuale. La pressione della domanda di sostituzione rinviata durante la crisi ha però continuato a influenzare positivamente la propensione degli italiani all’acquisto di nuove auto. E ciò nonostante il maltempo e il terremoto e, soprattutto, nonostante il fatto che la ripresa dell’economia stia procedendo con un ritmo decisamente contenuto e che il clima di fiducia dei consumatori abbia accusato nella seconda metà del 2016 un sostanziale ridimensionamento a cui è seguito, però, un recupero proprio nel mese scorso.
Il dato sulle immatricolazioni di gennaio è assolutamente coerente con la previsione avanzata dal Centro Studi Promotor nella conferenza stampa tenuta all’apertura del 40° Motor Show di Bologna, previsione che ipotizza per il 2017 un volume di immatricolazioni di 2.031.000 unità e quindi una crescita sul 2016 di circa l’11%.
Benzina su, diesel giù – Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, a gennaio le auto a benzina aumentano la quota di mercato, passando dal 31% di dicembre 2016 al 34,1%, a scapito delle auto diesel (54,6% di quota, contro il 57,7% di dicembre 2016). Il mercato delle auto ibride prosegue la sua crescita e registra un aumento mensile del 40% (2,8% di quota); le auto a GPL, già in aumento a dicembre 2016, riportano un incremento del 31% a gennaio (6,6% di quota). Le auto elettriche, infine, dopo il balzo dell’85% del mese di dicembre, risultano in aumento del 58% a gennaio. Guardando al mercato per area geografica, a gennaio 2017 si registrano incrementi a doppia cifra particolarmente rilevanti nelle province di Torino, Aosta e Firenze.
Le vendite nei segmenti – In riferimento al mercato per segmenti, le vendite dei segmenti A/B crescono dell’11,9% nel mese, portando la propria quota di mercato dal 44,9% di gennaio 2016 al 45,7%. Anche il segmento C (medie-inferiori) risulta in aumento del 17,4% nel mese, con una quota di penetrazione del 13,9% contro il 13% di un anno fa. Il modello più venduto nel segmento C è Fiat Tipo. Per il segmento D (medie) il rialzo è del 3,9% nel mese, con una quota del 3,1% (3,3% a gennaio 2016). Le vendite di SUV riportano un incremento del 10,8% nel mese e una quota del 27,3% sul totale mercato (27,2% a gennaio 2016). Secondo l’indagine ISTAT, a gennaio l’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010=100) scende da 110,9 a 108,8, mantenendosi comunque su un livello superiore a quello di novembre 2016. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi), invece, aumenta da 100,2 a 102,5, attestandosi sul livello di ottobre 2016.
Un futuro in evoluzione – Le attese per il mercato auto italiano dei prossimi mesi sono positive e un orientamento favorevole sull’evoluzione a breve emerge anche dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor a fine dicembre. Da questa rilevazione risulta che gli operatori che si attendono domanda in aumento a tre/quattro mesi sono il 24%, mentre il 66% si attende stabilità sugli elevati livelli attuali e solo il 10% teme un rallentamento della domanda. Tra l’altro, dalla stessa fonte, risulta che, a fine gennaio, l’82% dei concessionari indica sui livelli normali o alti l’affluenza di visitatori nei saloni di vendita, affluenza che è un elemento importante per valutare le prospettive di vendita a breve.
Come può il mercato dell’auto continuare a crescere con un tasso decisamente sostenuto mentre il recupero dell’economia è ancora lento? Secondo il CSP questa situazione è dovuta a cinque buone ragioni. La prima: mentre nella crisi che ci stiamo lasciando faticosamente alle spalle il prodotto interno lordo ha subìto un calo massimo di circa il 9%, per il mercato dell’auto la contrazione massima è stata del 48%. La seconda: la domanda di sostituzione rinviata durante la crisi è stata soltanto in parte recuperata negli ultimi due anni. La terza: la fortissima innovazione tecnologica e il conseguente lancio di molte novità attrattive sta esercitando una forte pressione sulla domanda. La quarta: anche se lenta, la ripresa dell’economia è in corso e le attese per il futuro sono di ulteriore miglioramento e la conseguenza è che gli italiani, che durante la crisi avevano congelato i loro risparmi in vista di tempi peggiori, hanno ricominciato a riutilizzarne parte ed anche a far ricorso al credito per acquistare nuove automobili. La quinta: il Pil italiano del 2016, nonostante sia ancora inferiore al livello ante crisi, supera comunque del 5,6% quello medio annuo del periodo 1996-2000 in cui la media annua degli acquisti era di 2.243.000 autovetture.
Per il gas prenota l’incentivo – Tornano gli incentivi per la trasformazione a gas (gpl o metano) di auto e veicoli commerciali, campagna non nazionale ma limitata ai comuni che vi aderiscono. Ne dà notizia il Consorzio Ecogas che conferma l’apertura sul proprio sito www.ecogas.it delle prenotazioni per ottenere il contributo. I fondi sono limitati ed è prevedibile che si esauriranno in poco tempo.
L’agevolazione copre circa un terzo dei costi della trasformazione, e varia da 500 a 1.000 euro, a seconda del tipo di impianto montato. Il contributo può essere utilizzato per installare impianti a Gpl o a metano, sia su auto a benzina sia su commerciali a benzina o a gasolio. L’elenco del 674 comuni italiani che aderiscono all’iniziativa e i cui residenti possono chiedere i contributi può essere consultato sul sito Internet del consorzio Ecogas. Il cittadino fruisce dell’incentivo tramite uno sconto riportato direttamente in fattura e il Comune provvederà poi a rimborsare le autofficine degli ecoincentivi erogati. Attualmente, chiarisce Ecogas in una nota riportata dall’Ansa, ”è stato impiegato circa il 50% del fondo destinato ai cittadini e circa il 6% del fondo destinato ai veicoli commerciali”.
Alla luce della somma limitata a 1.807.500 euro e dei contributi a carico del fondo previsti per i vari impianti, significa la possibilità di trasformare da 5.164 a i 1.807 veicoli. Chi fosse interessato è opportuno che si affretti se non vuole perdere l’opportunità.
In merito agli incentivi, Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas, ha chiarito: ”Per usufruirne, il cittadino residente in un Comune aderente ad ICBI deve recarsi presso uno degli installatori aderenti all’iniziativa per la trasformazione del veicolo e l’officina, dopo aver verificato che veicolo ed intestatario della Carta di circolazione siano in possesso dei requisiti necessari, prenota via internet il contributo tramite la procedura messa a disposizione sul sito www.ecogas.it”.
Il risparmio col metano – Ammonta a 5.000 euro il risparmio che un autotrasportatore può ottenere utilizzando un autocarro a metano piuttosto che uno diesel. Il dato è frutto di una elaborazione dell’Osservatorio Federmetano, che ha preso in considerazione una percorrenza media annuale di 100.000 chilometri con un pesante da 44 tonnellate.
In particolare, i consumi di un autocarro diesel si aggirano intorno ai 30/35 litri di gasolio per 100 chilometri. Considerando un costo del gasolio di 0,893 euro al litro (costo che tiene conto dell’esclusione dell’Iva e del recupero di accise pari a 0,214 euro al litro per mezzi sopra i 75 quintali), la spesa annua totale per il carburante con un autocarro diesel si aggira mediamente intorno ai 29.000 euro. Invece per un autocarro a metano sono stati considerati consumi che si aggirano intorno ai 28/32 kg per 100 chilometri, con un costo del metano di 0.795 euro al kg (anche in questo caso il costo considerato è escluso di Iva). In totale la spesa annua media per il carburante col metano sarebbe quindi di circa 24.000 euro, con un risparmio, come si è detto, di circa 5.000 euro rispetto al gasolio. Va specificato che si sta parlando di metano compresso (CNG) e non di metano liquido (LNG) e che al risparmio economico, il metano la diminuzione delle emissioni di sostanze nocive nell’ambiente.
È boom di scatole nere – Gli italiani sono gli automobilisti con il maggior numero di polizze assicurative connesse a una scatola nera, il dispositivo satellitare attraverso il quale è possibile monitorare e registrare tutte le informazioni sul veicolo e sul comportamento del guidatore. La scatola nera può essere una grande risorsa in caso di sinistro, poiché consente di stabilire le effettive modalità dell’incidente. Per questo motivo diverse compagnie assicurative incentivano l’installazione del dispositivo con uno scoto sul premio. Si calcola che dal 2012 al 2016 le polizze assicurative con scatola nera siano salite dal 4,4% del totale al 16,2%, una quota pari all’incirca a 4,5 milioni di polizze RCA (in Germania le vetture con installata la scatola nera sono in totale 20 mila). In Italia le compagnie offrono riduzioni sul premio che arrivano anche al 25-30%.
Analizzando la situazione in Italia, nel mercato delle polizze auto con scatola nera la compagnia che prevale è UnipolSai che conta una quota di assicurazioni auto con black box pari al 25% delle polizze totali. Al secondo e terzo posto troviamo invece Generali e Allianz.
Sia queste che le altre compagnie assicurative che operano nel nostro Paese stanno investendo in nuovi dispositivi capaci di offrire servizi sempre più efficienti.
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