A Palermo un direttore (in pensione) di dipartimento del Policlinico “Giaccone” e sua figlia chirurgo plastico agli arresti domiciliari e altri 11 medici indagati con l’accusa di aver alterato l’esito di concorsi e certificato la falsa presenza in commissioni

Con l’accusa di aver truccato concorsi per professori ordinari e ricercatori universitari al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo un ex professore e direttore del dipartimento di chirurgia del Policlinico, ora in pensione, e la figlia, chirurgo plastico all’ospedale Civico di Palermo sono stati messi agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Nas. Notificati anche provvedimenti d’interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, anche a 11 indagati. Altre dieci le persone sono indagate in stato di libertà, : sono l’ex ordinario di Chrirurgia, Gaspare Gulotta, 71 anni, e la figlia Elena, anche lei medico al Civico di Palermo. Entrambi sono ai domiciliari. Il figlio dell’ex professore, Leonardo Gulotta, risulta tra le 11 persone ai quali è stato notificato l’obbligo di presentazione e interdizione per 12 mesi. Gli altri sono Adelfio Latteri, Ludovico Docimo, Giuseppe Maria Antonio Navarra, Leonardo Gulotta, Giuseppe Salamone, Antonino Agrusa, Giuseppe Di Buono, Vittorio Altomare, Roberto Coppola, Giuseppina Campisi e Pio Sciacca.

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio. Secondo l’accusa formulata sulla base di indagini dei carabinieri del Nas di Palermo, gli indagati avrebbero alterato il naturale esito dei concorsi, nell’ambito di un “patto dell’alternanza”: i candidati erano legati a uno o all’altro professionista, grazie anche alla collusione di altri membri delle commissioni, spesso designati fra soggetti a loro vicini.

L’ex prof non operava ma risultava presente agli interventi: grazie alla sua posizione e ricorrendo alla collaborazione di altri medici, fra cui la figlia, nonostante non fosse presente, veniva ufficialmente inserito nei registri informatici del Policlinico come facente parte di équipe chirurgiche, attestando  la sua partecipazione ad interventi compiuti in realtà da altri medici. Avrebbe omesso di comunicare all’Azienda lo svolgimento, nel periodo di nove mesi, della sua attività libero-professionale, comprendente, tra le altre, le visite a pagamento, inducendo così in errore il datore di lavoro sul rispetto del vincolo di esclusività e procurandosi un ingiusto profitto. L’ex direttore, utilizzando la sua rete di relazioni, avrebbe usato la sua influenza su alcuni sanitari compiacenti per far rilasciare ai suoi due figli, entrambi medici, attestazioni di malattia per giustificare l’assenza dal servizio in ospedale. (Ansa)

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