di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Martedì 18 luglio l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 16:30 ed ha proseguito l’esame del ddl n. 2856, conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale. Nella seduta antimeridiana del 13 luglio era iniziata la votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 1, relativo alle vaccinazioni obbligatorie. Oggi il presidente della Commissione bilancio, Tonini (PD), ha comunicato che non è ancora pervenuta la relazione tecnica del governo sugli emendamenti accantonati riferiti all’articolo 1, in particolare sull’emendamento 1.1500/27 (testo 2) relativo alle vaccinazioni in formulazione monocomponente. Il presidente Grasso ha disposto un nuovo accantonamento, ma non ha accolto la richiesta di sospendere i lavori, avanzata dai senatori Arrigoni (LN), Taverna (M5S), D’Anna (ALA), Alessia Petraglia (SI), Paola De Pin (GAL), Scilipoti Isgrò (FI-PdL) e Quagliariello (FI). L’Assemblea ha respinto la richiesta, illustrata dal senatore Cappelletti (M5S), di inserire con urgenza in calendario mozioni sulla responsabilità gestionale degli amministratori delle banche fallite. A favore della richiesta si sono pronunciati Quagliarello (FL), Tosato (LN), Malan (FI-PdL), Cecilia Guerra (Art.1-MDP), Loredana De Petris (SI), i quali hanno evidenziato che il decreto sulle banche non sarà emendabile. Secondo Zanda (PD), che ha annunciato voto contrario, la delicatezza dell’argomento richiede una valutazione prudente in sede di conferenza dei capigruppo. La seduta è terminata alle ore 20. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è intervenuto in Commissione Finanze nell’ambito dell’indagine conoscitiva per l’istruttoria delle proposte legislative dell’Unione europea in materia creditizia..
Mercoledì 19 l’Aula si è riunita alle ore 9,30 e ha ripreso l’esame del ddl n. 2856 in materia di prevenzione vaccinale. Nella seduta pomeridiana di ieri sono stati approvati gli emendamenti della Commissione riferiti all’articolo 2, relativo alle iniziative di comunicazione e informazione sulle vaccinazioni. Questa mattina il Presidente della Commissione bilancio, Tonini (PD), ha comunicato che, in assenza della relazione tecnica del governo, la Commissione bilancio deve rinnovare il parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sull’emendamento 1.1500/9 (testo 2) della senatrice Taverna (M5S) che prevede vaccinazioni disponibili in formulazione monocomponente. Dopo che il ministro Lorenzin ha espresso parere contrario sull’emendamento, il presidente Grasso ha proposto di anticipare la votazione dell’emendamento 5.0.3000/1 (testo 2) Arrigoni (LN) e altri, in base al quale le procedure accentrate di acquisto devono riguardare anche i vaccini in formulazione monocomponente, evitando l’inoculazione dello stesso vaccino in forma combinata. Arrigoni (LN), Taverna (M5S), D’Anna (ALA). Scilipoti Isgrò (FI-PdL) e Maurizio Romani (Misto-IdV) hanno criticato il ministro Lorenzin. Secondo la senatrice Fucksia (FL) la questione potrebbe essere risolta con un ordine del giorno per dare tempo alle aziende farmaceutiche di produrre vaccini monocomponenti. Dopo una sospensione, chiesta dal ministro Lorenzin, la relatrice Manassero (PD), ha depositato un nuovo emendamento che, in relazione all’esonero dall’obbligo di vaccinazione per il soggetto immunizzato, prevede l’impiego di vaccini in cui sia assente l’antigene per la malattia immunizzata. Conseguentemente la procedura accentrata di acquisto per vaccinazioni obbligatorie riguarda anche i vaccini monocomponente. Il presidente di turno Calderoli ha fissato alle ore 13,30 il termine di presentazione dei subemendamenti. La seduta è stata sospesa e riprenderà alle ore 15. La Commissione bilancio ha richiesto di inserire l’inciso “nei limiti delle disponibilità del Servizio sanitario nazionale”. Arrigoni (LN) ha evidenziato che l’emendamento della relatrice smentisce le affermazioni del ministro. Secondo Taverna (M5S) l’emendamento della relatrice non risolve il problema alla radice. La senatrice Dirindin (Art.1-MDP) ha rilevato che la Commissione sanità avrebbe dovuto approvare l’emendamento sulla possibilità di somministrazione in formulazione monocomponente. La senatrice Petraglia (SI) ha rilevato che la condizione finanziaria svuota il contenuto della previsione. Maurizio Romani (Misto) ha osservato che la correzione apportata in corso d’opera, con il richiamo ai limiti della disponibilità finanziaria, è pasticciata e pone un problema di eguaglianza. Malan (FI-PdL) ha proposto di sopprimere le parole “di norma”. D’Anna (ALA) ha proposto di prevedere l’obbligo per le aziende che vincono la gara pubblica di produrre vaccini anche in forma monocomponente. Mancuso (AP), Romano, Laniece, Elena Cattaneo (Aut), D’Ambrosio Lettieri (GAL) hanno affermato che la richiesta della formulazione monocomponente ha una motivazione politico elettorale ma è priva di fondamento scientifico. Gaetti (M5S) ha riproposto il tema della produzione dei vaccini da parte di uno stabilimento pubblica. L’emendamento 1.1600 è stato approvato insieme a un subemendamento di Arrigoni (LN). E’ stato poi approvato, insieme ai subemendamenti 1.1500/41 e 1.1500/42 di D’Ambrosio Lettieri (GAL), l’emendamento 1.1500 della Commissione. All’articolo 3, riguardante gli adempimenti vaccinali per l’iscrizione ai servizi educativi, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 3.9, 3.19 (testo 3), 3.46 (testo corretto), e gli emendamenti 3.7 (testo 2) di Malan, che estende la norma ai minori stranieri non accompagnati, e 3.48 (testo 2) della senatrice Rizzotti (FI-PdL) che prevede l’autocertificazione per la situazione vaccinale degli operatori scolastici, sanitari e sociosanitari. E’ stato invece respinto l’emendamento 3.35 della senatrice Dirindin (Art.1-MDP), sostenuto anche dai Gruppi SI, M5S, LN, ALA e GAL, volto a sopprimere il comma 3, che prevede la presentazione della documentazione vaccinale quale requisito di accesso ai servizi educativi e alle scuole dell’infanzia. Sono stati quindi approvati gli emendamenti della Commissione 4.0.3 (testo 2), con un subemendamento della senatrice Dirindin (Art.1-MDP), che istituisce l’anagrafe nazionale vaccini al fine di monitorare l’attuazione dei programmi vaccinali. All’articolo 5, recante disposizioni transitorie, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 5.9 (testo corretto) e 5.10 e, unitamente ai subemendamenti 5.20/1 e 5.20/3 (testo 2) della sen. Dirindin (Art.1-MDP), 5.20/2 del sen. D’Ambrosio Lettieri (GAL) e 5.20/4 della sen. Petraglia (SI), l’emendamento 5.20 della relatrice, che prevede in via sperimentale la prenotazione delle vaccinazioni presso le farmacie convenzionate. Dopo le critiche di Maria Mussini, Uras (Misto), Michela Montevecchi (M5S) e Maria Rizzotti (FI-PdL) al distoglimento di fondi dell’offerta formativa per gli adempimenti di certificazione vaccinale, la relatrice ha ritirato l’emendamento 5.14 (testo 2). Sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 5.0.2 (testo 3) sulle controversie in materia di riconoscimento del danno da vaccino e somministrazione dei farmaci; 5.0.1000 (testo corretto). E’ stato approvato, infine, l’emendamento 7.0.1 della Commissione che reca una clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano. Le dichiarazioni e il voto finale sono stati rinviati alla seduta di domani.
Giovedì 20 la seduta dell’Aula è iniziata alle ore 9:00 L’Assemblea ha approvato con modifiche il ddl n. 2856, conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale. Il testo passa alla Camera dei deputati.
Nella seduta pomeridiana di ieri è terminata la votazione degli emendamenti. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto contrario Maurizio Romani (Misto-IdV), Arrigoni (LN), Alessia Petraglia (SI), Paola Taverna (M5S). Con diversi accenti e motivazioni, hanno annunciato voto favorevole Di Giacomo (FL), Laniece (Aut), Aiello (AP), D’Ambrosio Lettieri (GAL), Malan (FI-PDL) e Emilia Grazia De Biasi (PD). Ritenendo che l’impostazione coercitiva del decreto sia stata corretta grazie al lavoro costruttivo del Senato, nonostante permangano criticità e zone d’ombra, Barani (ALA) e Guerra (Art.1-MDP) hanno annunciato voto favorevole, lasciando però libertà di scelta. In dissenso dai rispettivi Gruppi hanno annunciato voto contrario Paola De Pin (GAL), Scilipoti Isgrò, Piccoli, Amidei (FI-PdL), D’Anna, Langella (ALA), Nerina Dirindin (Art.1-MDP). Zuffada (FI-PdL) ha annunciato l’astensione, Floris (FI-PdL) la non partecipazione al voto. Il Gruppo LN ritiene che un decreto pasticciato, illiberale e poco trasparente abbia spaccato il Paese e la comunità scientifica, abbia aumentato la diffidenza dei genitori nei confronti delle vaccinazioni e la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il Gruppo Art.1-MDP ritiene che le vaccinazioni siano indispensabili per la prevenzione di malattie infettive e la riduzione della mortalità e che la tutela della collettività possa legittimare l’adozione di misure coercitive, ma l’obbligo non sia il solo strumento, neanche in presenza di alto rischio di contagio. Per questo motivo è condivisibile l’impostazione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, che mira a recuperare la copertura vaccinale attraverso l’adesione volontaria e consapevole. Il Gruppo SI-Sel ha evidenziato le gravi responsabilità della ministra della Salute, Lorenzin, che ha alimentato lo scontro, ricorrendo alla propaganda per giustificare un decreto confezionato male dalla tecnocrazia sanitaria e banalizzando una discussione parlamentare che è stata invece utile e seria. Anche il premier Gentiloni ha dichiarato che non esiste un’emergenza nazionale. Il calo della copertura vaccinale in Italia è fisiologico e lo Stato non può sostituirsi alla responsabilità genitoriale. Il Gruppo FI-PdL ha osservato che l’emergenza dovrebbe unire, non spaccare il Paese. Il decreto è nato male, con un’impostazione repressiva, ingiusta e controproducente: prevedeva l’obbligo di 12 vaccinazioni, multe fino a 7.500 euro e il rischio di perdita della potestà genitoriale. Di fronte alla minaccia di ricorso alla questione di fiducia, il Gruppo ha fatto una scelta difficile ma utile al Paese. Il Gruppo M5S ha rilevato che il decreto vaccini si iscrive in una successione di provvedimenti autoritari e fallimentari, dal Jobs act alla buona scuola, dalla legge elettorale alla modifica costituzionale. Il Senato ha smantellato un decreto folle e impresentabile che certifica il fallimento politico di un ministro della Salute che ha imposto tagli di 4 miliardi alla sanità e ha promosso il fertility day. Qualora sia in atto un’epidemia di morbillo, il ministro della Salute dovrebbe prevedere il vaccino specifico in formulazione monocomponente da somministrare anche nei comparti scolastico e sanitario. Il Gruppo PD ha rilevato che coltivare il dubbio in nome della razionalità è cosa diversa dal coltivare il sospetto: secondo i dati scientifici di AIFA i vaccini previsti sono sicuri, sperimentati e vanno somministrarti nella prima fase della vita. Non vi è alcuna sperimentazione di massa: l’OMS ha lanciato un allarme e la UE ha fatto un richiamo all’Italia per aumentare la copertura vaccinale. In un mondo globale sregolato, dove crescono paura ed egoismi, è più difficile contemperare libertà e sicurezza, ma la tutela della salute pubblica deve rimanere preminente rispetto alla libertà di scelta individuale.
L’Assemblea ha approvato il parere favorevole della 1a Commissione permanente in ordine alla sussistenza dei presupposti costituzionali di necessità e urgenza relativamente al decreto-legge sulla liquidazione di Banca popolare di Vicenza e di Veneto banca. Contro il parere si sono pronunciati Erika Stefani (LN), Endrizzi (M5S), Loredana De Petris (SI), Cinzia Bonfrisco (FL), Paola De Pin (GAL). La seduta è terminata alle ore 12:30.
Alle ore 11:30 il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha incontrato i giornalisti della Stampa Parlamentare a Palazzo Giustiniani per la tradizionale cerimonia del Ventaglio.
I senatori alle ore 14 si sono recati alla Camera dei Deputati, dove il Parlamento era convocato in seduta comune per l’elezione di un giudice della Corte Costituzionale. Non essendosi raggiunto il numero legale, sarà necessaria una nuova votazione.
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