di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Lunedì 2 novembre l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 17:00 il Presidente del Consiglio Conte ha reso comunicazioni sulla situazione epidemiologica e su eventuali ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Alla luce del monitoraggio della curva epidemiologica, il Presidente Conte ha chiesto ai Presidenti delle Camere di poter anticipare le comunicazioni per ascoltare il Parlamento prima di assumere nuovi provvedimenti. Ha inoltre prospettato ai leader dell’opposizione la possibilità di costituire un tavolo di confronto con il Governo: la proposta, che al momento è stata rifiutata, permane immutata.
L’Europa è una delle aree più colpite dalla seconda ondata della pandemia: in Italia, sebbene i contagi siano circa la metà di quelli registrati in Spagna, Francia e Regno Unito, al 1° novembre si contano 378.129 contagiati, il 94 per cento dei quali è in isolamento domiciliare, 1.939 persone sono ricoverate in terapia intensiva. I posti letto attivi o attivabili sono ad oggi 9.052 (sono aumentati del 75 per cento rispetto al mese di marzo). L’aumento dei contagi è legato anche al numero di tamponi effettuati: 200.000 in media al giorno (rispetto ai 25.000 di marzo). Rispetto all’inizio dell’emergenza l’Italia è autosufficiente nella produzione di dispositivi medici e di protezione ed è l’unico Paese che distribuisce gratuitamente undici milioni di mascherine al giorno agli studenti. Per alleviare la crescente pressione sulle strutture ospedaliere, la scorsa settimana è stato sottoscritto un accordo con i medici di medicina generale per l’effettuazione di test rapidi.
Il Ministro della salute – ha affermato ancora Conte – sta già lavorando ad un piano ordinato per la somministrazione del vaccino, che riguarderà anzitutto le fasce deboli della popolazione e il personale più esposto. Il quadro epidemiologico è in transizione verso uno scenario di tipo 4, con il rischio di tenuta dei servizi sanitari in alcune regioni, l’Rt nazionale si colloca all’1,7: questo quadro non tiene conto degli effetti delle misure restrittive adottate il 24 ottobre scorso, visibili solo dopo due settimane. Mentre lo scorso marzo il Governo, in mancanza di un piano operativo, è stato costretto a decretare un lockdown generalizzato su tutto il territorio nazionale, oggi il monitoraggio accurato dell’Istituto superiore della sanità, del Ministero della salute e della conferenza Stato Regioni consente di dosare e articolare gli interventi.
Alla luce dell’ultimo report elaborato venerdì scorso, il Governo – ha proseguito Conte – si vede costretto a intervenire con ulteriori misure, modulate e differenziate in base al rischio rilevato nei territori. Il prossimo DPCM individuerà tre aree corrispondenti a tre scenari di rischio, con misure progressivamente restrittive: l’inserimento di una Regione in un’area, con conseguente applicazione delle misure previste, avverrà con ordinanza del Ministro della salute e dipenderà dal coefficiente di rischio raggiunto, elaborato in base a parametri scientifici predefiniti. Il piano di contenimento e mitigazione a livello nazionale prevede: chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (con eccezione di farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari, tabacchi ed edicole), chiusura dei corner adibiti a scommesse e videogiochi; chiusura dei musei e delle mostre; riduzione al 50 per cento del limite di capienza dei mezzi pubblici locali; limiti agli spostamenti da e verso regioni con elevati coefficienti di rischio (salvo che per esigenze di lavoro, studio o situazioni di necessità), limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda, possibilità della didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado. Il Governo, che terrà conto delle istanze della Conferenza con le Regioni, è consapevole della rabbia dei cittadini e delle ripercussioni socioeconomiche delle misure adottate, ma non può esservi un dilemma tra tutela della salute e difesa dell’economia: lo dimostra la crescita del Pil superiore alle previsioni (16,1 per cento) nel terzo trimestre, dopo che è stata domata la curva dei contagi.
Il Presidente Conte, infine, ha ribadito l’impegno a sostenere, per il tempo e la misura necessari, il mondo del lavoro (il decreto ristori ha esteso fino al prossimo marzo il blocco dei licenziamenti e ha previsto la cassa integrazione gratuita per i datori di lavoro che subiscono restrizioni); ha richiamato la svolta rappresentata dal programma Next generation EU e la necessità di un nuovo patto tra pubblico e privato; ha rivolto un appello all’unità.
E’ seguita la discussione, all quale hanno partecipato i senatori Mallegni, Siclari, Aimi (FI); Romeo, Tosato, Lucia Borgonzoni (L-SP); Bianca Granato, Elisa Pirro, Vaccaro (M5S); Di Marzio, Cerno, Quaglierello (Misto); Zanda, Paola Boldrini (PD); Magorno (IV-PSI); Iannone (FdI).
I senatori di opposizione hanno dichiarato di non essere disponibili alla cabina di regia e ad accordi sottobanco; hanno rilevato che, nella prima ondata della pandemia, il Paese ha avuto comprensione e pazienza, la minoranza non ha ostacolato i provvedimenti e ha votato gli scostamenti necessari a mettere a disposizione risorse finanziari. Il Governo però – hanno sostenuto – ha sprecato tempo prezioso e, in questa seconda ondata, sta trasmettendo una sensazione di incompetenza e improvvisazione, come dimostrano le chiusure incoerenti degli ultimi provvedimenti. Per alleggerire la pressione ospedaliera hanno invitato il Governo a curare un’informazione corretta e a potenziare le cure domiciliari. Il sen. Romeo (L-SP) ha rilevato la mancanza di una strategia a livello europeo: il recovery fund non è stato ancora attivato e si confida nel vaccino senza un piano B.
I senatori Quagliariello (Misto) e Zanda (PD) hanno espresso apprezzamento per la decisione del Governo di venire in Parlamento prima di adottare nuove misure; hanno invitato il Presidente del Consiglio a insistere nel confronto con le opposizioni con proposte precise e a utilizzare il finanziamento del Mes.
La proposta di risoluzione n. 4, presentata dall’opposizione, avanza 22 proposte che riguardano la diffusione della terapia a base di plasma iperimmune, il reclutamento di personale sanitario, l’esecuzione di test rapidi presso le farmacie, il più efficace risarcimento delle attività costrette alla chiusura; in tema di sostegni al mondo imprenditoriale, il passaggio dalla logica dei bonus e dei ristori una tantum al principio della copertura statale dei costi fissi; la reintroduzione dei voucher, la dichiarazione dello stato di crisi per il settore del turismo; il pagamento delle imposte di locazione sui canoni effettivamente percepiti; la proroga del termine di versamento delle imposte al 30 giugno 2021; il potenziamento dell’assistenza domiciliare per gli anziani; la pubblicità dei verbali del Comitato tecnico scientifico; i termo scanner all’ingresso delle scuole, i dispositivi per la didattica digitale, il controllo delle frontiere.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento ha accolto la proposta di risoluzione di maggioranza n. 5; ha espresso parere contrario sulle proposte n. 2 della sen. Bonino (Misto), che chiede l’accesso alla linea di credito del MES, e n. 3 della sen. Drago (Misto); rispetto alla risoluzione n. 4 dei sen. Ciriani (FdI) Bernini (FI ) e Romeo (L-SP) ha accolto gli impegni n. 12 (tutela della salute dei pazienti non Covid), 13 e 14 (tutela dei lavoratori fragili e delle persone con disabilità), 15 riformulato (assistenza e servizi agli anziani), 18 (dispositivi digitali per la didattica a distanza) e 22 (potenziamento degli organici delle forze di polizia).
Rispetto alla proposta n. 1 del sen. Calderoli (L-SP), che riguarda il coinvolgimento parlamentare e l’utilizzo di norme di rango primario, ha espresso parere favorevole a condizione di una riformulazione.
Nelle dichiarazioni di voto il sen. Casini (Aut) ha auspicato la formazione di un comune sentire e di un coinvolgimento sostanziale, ricordando l’esempio dell’Assemblea francese; il sen. Faraone (IV-PSI) ha sottolineato due novità positive: l’appello del Governo all’opposizione e l’indicazione di parametri scientifici per le chiusure. Il sen. Ciriani (FdI) ha ricordato che l’opposizione ha fatto il proprio dovere, avanzando proposte che sono rimaste inascoltate e chiedendo fin dal mese di marzo un piano di emergenza nazionale. Secondo il sen. Errani (Misto-LeU) il Governo deve insistere sulla strada della collaborazione; diversi paesi europei stanno decretando il lockdown, il Parlamento è chiamato a prendere posizione sul documento che delinea differenti scenari in base a parametri scientifici e ad offrire una prospettiva per evitare la frammentazione sociale e la confusione istituzionale. Secondo il sen. Marcucci (PD) un dialogo è già in atto nell’ambito della Conferenza Stato Regioni: Governo e maggioranza devono fare il possibile per confrontarsi con le opposizioni. Il sen. Malan (FI) ha apprezzato il fatto che il Presidente del Consiglio sia venuto in Parlamento, che è la principale task force del Paese. Il sen. Salvini (L-SP) ha accusato il Governo di navigare a vista: la volontà di collaborare è smentita dal fatto che governatori regionali e sindaci non sanno ancora quali misure saranno adottate. Il sen. Licheri (M5S) ha rilevato che il controllo della curva pandemica non consente l’intervento con decreto-legge: l’opposizione sembra ignorare che la pandemia è imprevedibile, sta mettendo a dura prova le strutture sanitarie di tutti i Paesi. La sen. Bonino (Misto), in dissenso dal Gruppo, ha rilevato che la presenza del Presidente del Consiglio in Parlamento è un dovere, che è stato dimenticato per troppo tempo. Ha poi definito irresponsabile la scelta di non ricorrere al Mes. (La seduta è terminata alle ore 22:00).
Martedì 3 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 16:30. In apertura di seduta il Presidente Taverna ha invitato l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del vile attacco terroristico che ha colpito la città di Vienna.
Sono quindi intervenuti per esprimere cordoglio e solidarietà alle istituzioni e al popolo austriaci i sen. Steger (Aut), Laura Garavini (IV-PSI), Urso (FdI), Laforgia (LeU), Alfieri (PD), Gasparri (FIBP), Candiani (L-SP) e Ferrara (M5S).
Il presidente di turno ha comunicato gli esiti della Conferenza dei Capigruppo che ha approvato all’unanimità il nuovo calendario dei lavori fino al 20 novembre: il prosieguo della settimana sarà dedicato ai lavori di Commissione, con particolare riguardo all’esame del decreto di proroga delle misure di contrasto al Covid-19 e del decreto ristori. L’Assemblea terrà seduta martedì 10 e mercoledì 11 novembre per l’esame del dl Covid. Giovedì 12 alle 9,30 ci sarà il question time. La settimana dal 17 al 20 novembre sarà dedicata ai lavori delle Commissioni. (La seduta è terminata alle ore 17:30).
La settimana dal 16 al 20 novembre sarà riservata ai lavori delle Commissioni. L’Aula riprenderà martedì 10 novembre alle ore 16:30.
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